Mercoledì

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{Mercoledì 26 giugno, Victoria-Canada

«Allora, ti è piaciuto il libro?»

Duncan la guardò con un sopracciglio alzato, chiedendosi come facesse a sapere che lo avesse letto. E soprattutto, come potesse dedurre che era riuscito a leggerlo tutto in una notte.
Che lo aveva letto e finito, comunque, era vero. Ma non pensava che fosse così scontato.

«Chi ti dice che lo abbia letto?»le chiese incrociando le braccia al petto.

Lei sorrise mentre si sedeva al tavolo della cucina con una tazza fumante di caffè. Prima di degnarsi di rispondere alla sua domanda ne bevve un lungo sorso.

«Sbaglio o sei tu che mi hai detto che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda?»

«Non sbagli, ma se tu non rispondi alla mia io non risponderò alla tua. Quindi?»

La ragazza lo osservò divertita, Duncan le sembrava davvero curioso di sapere come facesse a sapere che aveva letto il libro. Lei non gli avrebbe di certo detto che lo aveva spiato.

«Intuito femminile»

Lui annuì per nulla convinta, la osservò per qualche secondo solo per vedere la sua faccia soddisfatta. Era confuso.

«Comunque-per rispondere alla tua domanda-sì, mi è piaciuto»disse dopo aver bevuto un sorso di caffè«Ma non pensare che ora sia diventato una sorta di topo da biblioteca»

La ragazza rise, passandosi una mano tra i capelli spettinati.
Duncan la guardò come ammaliato, aveva una risata cristallina. Non ne aveva mai sentita una bella come la sua.
Si schiaffeggiò mentalmente.
Ma che diavolo di pensieri gli passavano per la testa?

«Tranquillo, penso che sia impossibile pensarlo»

Osservò lo schermo del suo cellulare, le era appena arrivato un messaggio.
Da Heather, per fortuna-per un attimo aveva temuto che si trattasse ancora di Scott.

9:26
Court, rispondimi appena vedi il messaggio

9:26
Che succede?

9:26
È passato Scott in ufficio, mi ha chiesto di te. Voleva sapere perché non gli rispondi e dove sei andata

9:27
Tu cosa gli hai detto?

9:27
Assolutamente niente, l'ho insultato e cacciato dall'ufficio

Rise ad alta voce, Heather era sempre la solita aggressiva. Non che lei fosse da meno, anzi.
Duncan la guardò incuriosito.

«Perché ridi?»le domandò.

«Aspetta»gli rispose facendogli segno con il dito.

9:28
E lui se n'è andato?

9:28
Ovviamente

9:29
Sei la migliore

9:30
Lo so, non c'è bisogno che tu me lo dica

9:30
Ora devo tornare a lavoro, dai un abbraccio a Bridgette da parte mia. E dille che mi dispiace di non poter venire, e che salterei volentieri il matrimonio della cugina di Ale ma non posso

Sette giorni per farla innamorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora