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Il cuore mi batteva così forte da far vibrare tutto il mio essere mentre osservavo Andrea allontanarsi dal tavolo. Un vuoto si era aperto dentro di me, lasciando spazio solo a un misto di confusione e tristezza. Avrei voluto corrergli dietro, fermarlo, chiedergli cosa stesse succedendo, ma le parole si stavano rintanando nella mia gola, incapaci di uscire.

Pietro, Jackson e gli altri continuavano a parlare, ma io ero persa nei miei pensieri. Mi sentivo come se fossi sul punto di perdere qualcosa di importante, e non sapevo nemmeno cosa fosse. Forse era la speranza di poter riavvicinare Andrea, di ritrovare quella complicità che avevamo condiviso l'estate precedente.

Il ricordo del nostro bacio sfiorò appena la mia mente, come un'ombra fugace che si dilegua al primo bagliore di luce. Non potevo negare che quel momento avesse significato qualcosa di speciale per me, qualcosa che avevo tenuto nascosto nel profondo del mio cuore, come un tesoro prezioso.

Ma ora tutto sembrava così lontano, così irraggiungibile. Andrea era distante, e non riuscivo a capire perché. Forse era solo la sua natura, quella propensione a nascondere le emozioni dietro un muro di indifferenza e distacco. O forse c'era qualcosa di più, qualcosa che lo tormentava e che non riusciva a condividere con nessuno.

"Gaia, sei sicura che tu stia bene?" mi chiese Erin, posando una mano sulla mia spalla con gentilezza.

Annuii debolmente, incapace di trovare le parole per esprimere quello che stavo provando. "Sì, sono solo un po' confusa, credo."

Pietro mi lanciò uno sguardo preoccupato. "Forse dovremmo parlare con Andrea, capire cosa gli passa per la testa."

Ma il solo pensiero di affrontare Andrea mi riempiva di ansia. Non ero pronta ad affrontare la verità, non ancora. Avevo bisogno di tempo, di spazio per mettere a fuoco i miei pensieri e le mie emozioni.

"Non ora," mormorai, sentendo il peso delle mie parole. "Forse domani."

Pietro annuì, capendo la mia reticenza. "Va bene, come vuoi tu. Ma non possiamo ignorare il fatto che qualcosa non va."

Mi morse il labbro inferiore, lottando contro le lacrime che minacciavano di sgorgare. "Lo so," sussurrai appena.

Il resto della serata trascorse in un vago sussurro di conversazioni e risate forzate. Ma io ero persa nei miei pensieri, intrappolata in un labirinto di emozioni che non riuscivo a decifrare.

Quando infine ci ritirammo a dormire, mi sdraiai sul letto, fissando il soffitto con lo sguardo perso nel vuoto. Avevo così tante domande, così tanti dubbi che mi assalivano, ma non sapevo dove trovare le risposte.

E mentre il silenzio della notte avvolgeva la stanza, mi sentii più sola che mai, con il peso di un segreto che minacciava di schiacciarmi.






spazio autrice
scusate l'assenza ma sono stata impegnata
spero vi stia piacendo la storia, nel caso pensiate che qualcosa sia da migliorare ditemelo<33

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