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Uscii fuori nel buio della notte, cercando disperatamente un po' d'aria fresca per lenire l'oppressione che mi stringeva il petto. Accesi una sigaretta, lasciando che il fumo si disperdesse nell'aria gelida, e mi lasciai andare a un sospiro profondo di sollievo. Ma la pace che tanto desideravo era solo un'illusione, perché dentro di me la tempesta continuava a infuriare, portando con sé ricordi dolorosi e rimpianti.

Sentii un leggero fruscio dietro di me, e mi voltai di scatto, trovandomi faccia a faccia con Andrea. "Cosa fai qui?" chiesi, cercando di mascherare il mio sconvolgimento di fronte alla sua improvvisa comparsa.

Andrea si avvicinò lentamente, gli occhi fissi nei miei come se volesse scrutare l'anima. "Ho visto che eri uscita da sola e mi sono preoccupato," disse, la voce calda e dolce come un sussurro di vento primaverile.

Non potei fare a meno di arrossire sotto il suo sguardo penetrante, di sentire il battito accelerato del mio cuore contro il petto. "Non c'è bisogno che ti preoccupi per me, piuttosto dovresti preoccuparti di Sofia" risposi alla fine, cercando di suonare più sicura di quanto mi sentissi.

Andrea si avvicinò ancora, finché non ci separò solo un soffio di distanza. "Gaia," mormorò, la voce appena un sussurro, ma il suono risuonava dentro di me come un'eco lontana di emozioni sospese nel tempo.

In un istante, fui trasportata indietro nel tempo, a quell'estate precedente, al momento in cui i nostri sguardi si erano incontrati e tutto il resto era svanito. Ricordai il calore delle sue labbra contro le mie, la dolcezza del suo respiro contro la mia pelle, e il tremore che aveva scosso ogni fibra del mio essere.

Tornai alla realtà, gli occhi di Andrea ancora fissi nei miei. "Cosa vuoi?" chiesi, la voce un filo di emozione stretto nella gola.

Andrea inspirò profondamente, come se stesse radunando il coraggio per confessare qualcosa di importante. "Gaia, dobbiamo parlare" disse alla fine, la voce vibrante di una determinazione che non avevo mai sentito prima.

Il mio cuore si fermò per un istante, il respiro sospeso nel petto. "Di cosa?" sussurrai, sapendo già la risposta ma temendo di sentirla pronunciata ad alta voce.

Andrea si avvicinò ancora di più, fino a toccare delicatamente la mia guancia con la punta delle dita. "Del nostro bacio" disse, la voce un filo di emozione che vibrava nell'aria tra di noi.

Era come se il mondo intorno a noi si fosse fermato, lasciandoci soli nel silenzio carico di significato. E io sapevo che non c'era via di scampo, che dovevamo affrontare la verità, qualunque essa fosse.






spazio autrice
scusate di nuovo per l'assenza, non sto molto bene questo periodo e di conseguenza non ho molta ispirazione ma spero che il capitolo vi piaccia lo stesso<3

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