Mia mamma era nata e cresciuta a Milano e figlia di una metropoli in cui era facile perdersi, l'aveva lasciata per amore di mio padre, per seguirlo e stare con lui.
Fin da quando ero piccola le avevo detto che era stata una scelta stupida, la sua, ma lei mi zittiva, dicendomi capirai quando ti innamorerai.Ero innamorata, completamente persa e ancora non capivo che cosa l'avesse spinta a stravolgere la sua vita per papà.
Per me, Milano era l'obiettivo in quanto tale.Ogni ragazzino della provincia lombarda sogna di andarsene, di fare l'università a Milano e postare su Instagram foto del duomo.
È una routine, un passaggio obbligatorio che tutti dobbiamo fare una volta raggiunta l'età adulta e io, ovviamente, non aspettavo altro.Non se ne parlava proprio di fare la fuorisede, perchè i soldi per pagarmi l'affitto non c'erano e quindi mi ero messa l'anima in pace già da tempo, convincendomi che fare la pendolare non sarebbe poi stato così male.
Me ne sarei pentita? Decisamente, ma agli occhi di una provinciale con un diploma in mano, Milano era la città giusta, il luogo in cui ogni sogno si realizzava.Quindi, quando Adriano mi chiese di andare con lui e i ragazzi a Milano, per firmare il contratto, non ci pensai due volte a dirgli di sì.
Papà pensava che mi sarebbe stato utile passare una giornata nel capoluogo lombardo, capire come funzionavano i treni, la metro.
Io ero della stessa idea, ma il vero motivo per cui accettai era tutt'altro.A casa mia già non c'era un momento di pace prima che zia Alina decidesse di buttarsi di testa in una nuova relazione, figuriamoci dopo.
Ce lo portò a casa il suo nuovo fidanzato, per pranzo, quella domenica, e quando io e Marco vedemmo questo spilungone in giacca e cravatta piombarci davanti alla porta, gli chiedemmo se fosse sicuro di non aver sbagliato casa."Non credo." Disse lui ridendo, le guance leggermente tinte di rosa, come se fosse in imbarazzo. "Siete i nipoti di Alina, vero?"
Mi chiesi come aveva fatto mia zia, la mia zia un po' ribelle, che era rimasta incinta da adolescente e che era praticamente stata cresciuta da mio padre, a trovarsi un uomo così.
Uno che aveva persino i calzini firmati e che seduto al nostro tavolo, nella nostra piccola cucina, era così fuori posto che mi veniva quasi da ridere.Adriano ci piombò in casa quel pomeriggio, e quasi si spezzò l'osso del collo quando dovette guardare di nuovo in salotto, metabolizzando che c'era qualcuno che non conosceva.
"E quello chi è?" Mi chiese mentre io tagliavo la torta da portare come dessert.
"La nuova fiamma di zia Alina." Gli risposi, prendendo un pezzo di torta con la forchetta per imboccarlo.Lui fece una smorfia, ma azzannò comunque la torta, masticando e analizzando il nuovo soggetto che si era presentato a casa mia.
"Sembra un borghese."
"Lo è."
"Ricco?"
"Sfondato. Ha i calzini di Tom Ford."Alla mia risposta, Adriano alzò un sopracciglio, abbassando la testa per controllare che i calzini del tipo fossero davvero di Tom Ford.
"Mi prendi per il culo."
"Te lo giuro. C'è il logo TF sulla caviglia."
Il fidanzato di mia zia accavvallò le gambe, lasciando in bella vista il logo sui calzini e Adriano si morse un labbro, guardandomi mentre tratteneva le risate.Quando mia madre entrò in cucina a prendere i piattini con la torta, trovò me e Adriano a ridere come due idioti.
"Cosa c'è di così divertente?" Domandò, iniziando a controllare la confezione della torta che aveva preso dalla pasticceria in cui lavorava. "Mica sarà la torta?""No, Raffaella." La tranquillizzò Adriano, asciugandosi le lacrime. "È quella mezzasega che hai in salotto-"
"Adri." Lo ammonii io, puntandogli il fondo della forchetta contro alle costole, ma lui ghignò ancora di più, scacciando la mia mano e lanciando uno sguardo consapevole a mia madre.
"Non dirmi che ti piace." Le disse e mamma fece una smorfia, assaggiando un pezzo di torta.
"A differenza tua, lui non è qui a scrocco."
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January Blues
General FictionNessuno sapeva chi fosse Indigo, la musa dei January Blues, la famosissima band del momento che dominava la classifiche e riempiva gli stadi. Nessuno riusciva a trovare l'identità di quella ragazza dagli occhi scuri per cui i quattro componenti del...