Mi percepivo a quel tempo come un'ermafrodita, io ero sia me stessa che te, eravamo uniti insieme in un unico corpo, come se in un tempo lontano qualcuno mi avesse privata della mia metà e finalmente mi ci fossi ricongiunta.
Ogni singolo pensiero che sfiorava la tua mente io lo percepivo, lo sentivo crescere dentro la mia e avevo il potere di manipolarlo o lasciare che mi distruggesse.
Ero conscia anche di ciò che percepivi sulla tua pelle, la sentivo come se fosse mia e dove tu ti ferivi io potevo sentirne il dolore sul mio corpo, talmente eravamo una persona sola.
Vivevo con te in simbiosi, come già detto, in un unico corpo, in un'unica mente, e potevo captare il disprezzo che provavi in determinate situazioni verso di me, ma non c'era nulla che io potessi fare perché quel disprezzo l'avevo sentito io per prima e data l'unione delle nostre menti lo trasportavo nella tua, inconsciamente, e non puoi capire quanto mi facesse male sentire il tuo odio nel mio riflesso senza rendermi conto che era solo frutto del fardello che mi portavo appresso.
Quel fardello che da sempre mi ha seguita, che da sempre è stato la mia ombra, quell'incomprensibile peso che si posava su di me senza una reale motivazione, era un semplice sentimento di disgusto verso me stessa che riusciva a crescere ogni giorno di più.
Ma da dove provenisse, non l'ho mai saputo, ciò che è certo è che ha distrutto il nostro amore.
D'un tratto non eravamo più uno, eravamo due, ma non eravamo completi, eravamo due metà perdute, di nuovo alla ricerca di qualcosa che ci potesse completare, ma che forse non avremmo mai più trovato.
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Ti direi.
RomanceLa storia narra in prima persona le sensazioni provate dopo la rottura di una storia d'amore forse malata.