Capitolo 1: Un Re, una Regina

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Il Re Nero aveva appena mangiato un pedone bianco con la torre. Immobile e imperscrutabile, guardava Clarisse con un'espressione diffidente. La concentrazione che entrambi avevano rivolto alla partita fino a mezzo minuto prima si stava dissipando rapidamente.

La Regina Bianca sentiva rimbombare nella propria testa le parole che aveva appena pronunciato. "Dovrebbe prestare più attenzione alla sua corte, Re Nero. Credo vi si siano annidati parecchi traditori".

«Mi lasci comprendere meglio questa storia, Regina Bianca...»

«Può darmi tranquillamente del "tu"», precisò subito lei e lo spettro di qualcosa di molto simile alla sorpresa percorse il volto austero del suo avversario. Non poteva fare a meno di notare quanto risultassero attraenti i lineamenti definiti, la mascella squadrata, l'accenno di barba scura che che si faceva timidamente largo lungo il mento. Era terribilmente affascinante, con quel portamento regale, quei modi affettati e gli strati di pelle e velluto nero che ammantavano la sua intera figura.

"Se ti prendi una cotta per lui, smetterò di chiamarti Regina Bianca e inizierò a soprannominarti Regina delle red flag"

"Mi ricordi perché ti ho permesso di presenziare a quest'incontro?"

"Perché il mio corpo disteso su un qualsiasi divanetto farebbe impallidire persino una statua di Policleto"

"Oh, ma falla finita!"

«Solo se anche lei mi permetterà la stessa premura nei suoi confronti».

«Come?», chiese Clarisse di scatto, destandosi dal colloquio con il fratello.

«Intendo dire che le concederò questo favore soltanto se lei contraccambierà». Un tenue sorriso increspò le labbra del Re Nero. "L'alfiere bianco è sempre così silenzioso o il ronzio che ho percepito poco fa era dovuto a una conversazione telepatica? Un po' scortese tagliare fuori gli ospiti, non trovi? Quasi come sussurrare all'orecchio di qualcuno durante un banchetto"

"Sai comunicare con la mente? Possiedi anche la telecinesi?"

Clarisse riusciva a stento a contenere l'impeto di euforia che erompeva dal suo petto. Non era a conoscenza delle abilità aggiuntive detenute dalla dinastia Bloodstorm e il pensiero che condividessero altro al di fuori del legame con la creazione le inviava una scarica inebriante di piacevoli sensazioni lungo la schiena. Ma in quell'istante, tutto ciò che contava erano i giochi politici.

"Vuoi che sollevi tuo fratello dal divanetto e gli faccia ballare il tip- tap come dimostrazione?"

"Lo considererei un affronto e ti dichiarerei guerra nel giro di pochi secondi"

"Se basta così poco per spingerti a muovere le tue truppe, perché non hai adottato misure più severe con i Mediatori? Li hai trovati?"

E infine, erano arrivati al dunque. La vera partita era iniziata.

"Le mie spie ci stanno lavorando"

"Le mie avrebbero già scoperto la loro posizione". Negli occhi del Re Nero sfavillava un famelico senso di sfida. Si scostò con la destra un ciuffo di capelli castani che gli adombrava la fronte.

Clarisse sostenne il suo sguardo, pigiando le labbra l'una contro l'altra mentre protestava: "Io non avrei permesso ai Mediatori Bianchi di varcare i confini del mio regno per dare la caccia ad ambasciatori di quello opposto".

"Tu devi tenere a bada un esercito di fatine dei denti e principi bellocci, Clarisse. Io ho ogni giorno a che fare con la peggior specie di mostri"

"È una scusa, Ryan?". Il primo dardo aveva colpito il bersaglio. Dafne aveva reperito da poco quell'informazione. Lui probabilmente non l'aveva diffusa nemmeno all'interno della sua cerchia più stretta. Ma bisognava scalfire quella parete di insofferenza e dimostrargli che il resto del Mondo non era soltanto un conglomerato informe e variopinto di bambini dal cuore tenero.

Tepes Academy: La stanza del Silenzio (versione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora