Capitolo 2: I consigli della spia

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Il Re Nero intrecciò le dita di fronte a sé, la postura rigida mentre troneggiava sulla stanza dalla sua poltrona di velluto. «Di preciso, cosa mi stai suggerendo, Fantasmino?». Sembrava leggermente seccato, le sopracciglia aggrottate e la fronte gremita di righe nette e sottili che mettevano in risalto la vastità del suo fastidio. Ryan Bloodstorm odiava le criticità non risolvibili nel giro di una settimana e Olive era lì proprio per esporgli una situazione del genere. E lui l'aveva capito. E la bile gli stava già montando in gola. 

«Ho l'impressione che ci stessero già pensando da un po'. Ma ora...la miccia è pronta. Una scintilla e tutto esploderà». Olive si sedette e cominciò a tormentarsi le dita, gettando occhiate distratte alla scrivania colma di fogli, penne di ogni forma e tipologia e boccette d'inchiostro. Perquisì con gli occhi le pareti d'ossidiana in cui si aprivano spelonche in miniatura e arcate decorate con rigidi motivi geometrici. Persino lì, al sicuro nel covo del sovrano, nel suo studio all'ultimo piano della Torre d'Ossidiana, sentiva il sospetto strisciarle sulla pelle, annidarsi nel petto, roderle l'intestino. Aveva portato alla luce un'intera congiura e scoperto verità tremende e forse lo strascico emotivo era rimasto incastrato nel suo cervello. Continuava a chiedersi se sarebbero sopravvissuti anche quella volta e se, nella fortunata eventualità in cui vi fossero riusciti, si sarebbe mai liberata di quel manto di dubbio e preoccupazione. In fondo, un paranoico in famiglia bastava e avanzava. 

«Possiamo liberarci in fretta di tutti loro? Di quante persone stiamo parlando?». Ryan giocherellava con un pugnale dalla lama argentata, ritrovandosi spesso con la punta acuminata in equilibrio su un dito. Senza la telecinesi, avrebbe probabilmente già tranciato indice e anulare. Il rivestimento in onice che attorniava l'elsa e il pomo luccicava spandendo cupi riflessi sotto la sorveglianza del lampadario. Olive cercò di distrarsi dalla domanda lasciandosi trasportare dalla contemplazione soverchiante dell'opera d'arte che sovrastava il suo capo. Somigliava a una riproduzione in scala dei rami di un salice piangente in cui alle foglie erano sostituiti frammenti di grafite incatenati in file ordinate schierate l'una accanto all'altra. Ognuna terminava con una minuscola stella d'argento a dodici punte che ammiccava a una corona interna retta da una cintura di cilindri di vetro soffiato attorno a cui si avvolgevano scie di oscurità, tracciando una trama intricata di spirali. Un labirinto privo di logica che poteva vincolare a sé decine di menti. 

«Stiamo parlando di tutti i burocrati del Consiglio della Notte, Ryan. Quindi purtroppo no. Nonostante io lo desideri con tutta me stessa, non possiamo. Passerebbe per una deriva assolutistica e dovremmo vedercela con il popolo a quel punto. La scia di sangue non si estinguerebbe mai»

Lui sembrò soppesare quelle parole, con una mano che grattava nervosamente i rudimenti di barba mentre passava in rassegna le diverse possibilità con la stessa voce bassa e calda di cui si serviva per stringere alleanze politiche e incantare durante le occasioni formali. L'eleganza e la raffinatezza erano in lui tratti endemici quasi quanto la crudeltà. «Un terzo del Consiglio ci voterà contro in ogni occasione, quindi. Probabilmente sosterranno Edmondo, che pare essere stato rigurgitato da qualsiasi bettola in cui si fosse cacciato con un tempismo perfetto». 

Una pausa. Indice e mignolo sinistri tamburellarono sulla tempia mentre i corrispettivi della mano destra picchiettavano il mento. Stava rimettendo insieme i tasselli delle sue posssibilità, riordinandoli per ricondurli su binari di indefessa razionalità. «Gli Istruttori non voteranno mai contro di me. Hector li ha in pugno e, per quanto disprezzi i miei metodi, non è così stupido da favorire un cambio di vertici che conferirebbe il potere a quello sciagurato del mio fratellastro».

Olive vagliò l'archivio in cui aveva trasformato il suo cervello alla ricerca di dati sui Mediatori. Nulla al di fuori dell'anomalia che si era verificata nel Reame Bianco. Ma per quella nessuno sembrava aver ancora trovato una spiegazione dopo più di due settimane. Un caso isolato? Due individui deliranti le cui opinioni erano in contrasto con quelle di Ordine? Il vero problema è che non avevano ancora identificato gli assassini. Potevano albergare nel Reame Bianco come tra le file del Consiglio della Notte...o nell'Anti-Mondo, dove le sparizioni e i conseguenti allarmi si moltiplicavano ogni giorno. 

«Dovresti contattare la Regina Bianca», suggerì Olive, ben consapevole che non si sarebbe trattato in ogni caso di un intervento risolutivo. 

«Ci ho già provato. Nessuna novità. Sappiamo di armi o forze sovrannaturali che possono corrompere il cervello dei Mediatori?»

Olive rimase sbalordita dalla pacatezza con cui il Re Nero aveva formulato quella domanda. Era freddo, calcolatore e pragmatico, ma non poteva non lasciare senza parole l'atteggiamento sereno con cui aveva toccato l'argomento, quasi avesse chiesto quale  fosse il menù  in programma per la cena di  quella sera. «Dovremmo parlare con Archivisti e Istruttori, ma...». 

«Tieni d'occhio Edmondo. Ha un'arma. Non so se intenda usarla sui Mediatori o se l'abbia già sfruttata con i burocrati o altro, ma vuole il trono»

«Sa che sono viva e non l'ha rivelato. Non mi ha mai dato motivi per dubitare di lui». Nella mente di Olive sfrecciarono come incubi alati e famelici le immagini del suo decimo compleanno, di come fosse stata costretta ad allontanarsi dalla Corte Nera, del modo in cui la sua matrigna, la madre di Ryan, l'aveva maltrattata e umiliata. Paradossalmente era stato Ryan a raccoglierla nel fango, a prendersi cura di lei, ad aiutarla a rimettersi in piedi. Ma Edmondo non le aveva mai negato affetto. Era uno scapestrato, ma forse Ryan esagerava a rivestire tutto quanto di tetraggine e lotte di potere. Magari il suo fratellino voleva soltanto iniziare una nuova vita e incarnare l'esempio del figliol prodigo. Olive ammise a se stessa che non voleva essere superficiale e precipitosa ma allo stesso tempo non riusciva a negarsi di sperare che barlumi di luce fossero capaci di affiorare anche nella landa delle tenebre. 

«Olive, sai che ti rispetto e non potrò mai esserti abbastanza grato per il modo in cui servi ogni giorno il Reame Nero. Mi fido di te, credimi...».

«Ma ritieni un errore di giudizio non spiare anche nostro fratello»

«Per me è un fratellastro, ma comunque sì. Non lasciare che il sentimentalismo offuschi il tuo raziocinio, Fantasmino. Mai». Quell'imperativo era per lei peggiore di una pioggia di schegge di ghiaccio sulla schiena. Spesso si trovava a rabbrividire di fronte alle dichiarazioni di suo fratello e ogni volta non poteva evitare di domandare a se stessa quale trauma sottaciuto l'avesse gettato in un tale baratro di diffidenza. Ma per quanto entrambi alla fine avessero agito come campioni di paranoia e avessero tenuto sotto controllo ogni angolo del regno con maniacale premura, nel giro di pochi giorni tutto era sfuggito di mano. In molti avevano moventi sufficienti e, per quanto costituisse un tasto dolente, il ritorno di Edmondo era avvenuto in circostanze abbastanza peculiari. Quindi, il loro alterco...ritornava semplicemente al punto di partenza. «Non possiamo vincere la partita sul momento, probabilmente».

«Mi stai suggerendo una strategia a lungo termine?»

«E un piano B che ci salvi tutti nel caso in cui colpiscano più forte di quanto ci aspettiamo». Gettò un'occhiata al bordo dorato dell'orologio da taschino quasi interamente sepolto dalle scartoffie della scrivania. Si avvicinò e, scostando con delicatezza i fogli, lo prese in mano per controllare l'ora. Meno di trenta minuti all'incontro con il suo informatore. «Devo andare», biascicò, voltandosi senza degnare il sovrano di uno sguardo mentre si precipitava ad ampie falcate verso la porta. L'ultima immagine che catturò abbracciò Ryan chino sulla scrivania con aria cupa, la penna stilografica stretta nel pugno come una spada pronta per essere brandita.

Tepes Academy: La stanza del Silenzio (versione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora