Capitolo 3: Rubini di Sangue

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«Ti confesserò una scomoda verità, Jack: ci sono giorni in cui desidero ardentemente che Tenebra smetta di essere infallibile». Il sottinteso si parava di fronte ai  loro occhi con la forma di una ragazza di circa trent'anni immersa in una pozza color cremisi, con le gambe e le braccia spezzate e piegate secondo le angolazioni più improbabili. Lady Tenebra, purtroppo per tutti loro, non commetteva mai alcun errore. Se sosteneva di presentire una tragedia nell'aria, significava che era in atto o aveva già avuto luogo.

Jack calò la lanterna sul cadavere, illuminando le striature cremisi che si facevano strada nella matassa di ricci color nocciola. Hector Tepes aveva osservato parecchi scenari raccapriccianti in vita sua, ma alla vista della sua ex-studentessa che giaceva inerme a pochi passi dalla sua scuola, qualcosa si torse nel suo stomaco e lui non poté fare nulla per impedirlo. Ricordava i sorrisini furbi di Amalia quando veniva convocata in Presidenza, i suoi commenti acidi su Lady Tenebra, quella volta in cui aveva avviato una protesta per impedire la somministrazione di una prova...

Amalia Sanchez era sempre stata una ragazza combattiva, istintiva e passionale. Spesso Hector stesso si era ritrovato a discutere con Edoardo Monteverde e Tenebra delle rocambolesche fughe d'amore della studentessa con lo spasimante di turno. Ogni volta, la sua repentina scomparsa destava un allarme, puntualmente falso. Era cresciuta, maturata. C'erano stati mesi in cui si era chiusa in camera sua a studiare come affinare le proprie abilità per diventare una strega potente, abile. E alla fine era stata in grado di servire egregiamente la Torre d'Ossidiana come spia, supportare la Tepes Academy con informazioni di prima mano e vigilare sui complicati rapporti tra Mondo e Anti-Mondo. In poco tempo, così tanto...ma avrebbe potuto realizzare molto di più, costruire ancora tanto altro per la sua felicità e quella altrui. Era stata una mezzaluna scintillante nella notte più buia. Di lei restava ora solo uno sguardo vitreo, che fissava il cielo quasi a chiedergli conto dei suoi peccati. Ma quali peccati avrebbe mai potuto recare con sé un'anima così pia?

Non era giusto. Era quasi arrivata, quasi tornata a casa. Una volta all'interno del Castello sarebbe stata al sicuro. Magari, se uno solo di loro- Frankenstein o Jack, per esempio- si fosse trovato lì per un fortuito caso, si sarebbe salvata da quel supplizio. Forse ne sarebbe sorta una colluttazione, ma Amalia avrebbe potuto disporre di una schiera di insegnanti pronta ad accorrere in suo soccorso. 

Hector non riusciva ad accettare che fosse davvero finita. Ma Jack teneva la lanterna sollevata sul busto martoriato, ricolmo di solchi profondi attorno a cui si andava raggrumando il sangue denso. Ferite del genere non potevano essere guarite. Chi l'aveva aggredita voleva liberarsi di lei in maniera definitiva.

Un fruscio tra gli alberi annunciò l'oscurità a lutto. Tenebra avanzava tra le file di pioppi a passo svelto, una nuvola di capelli violacei volteggiava dietro di lei e picchiettava sulle sue spalle, oscillando in balìa del vento glaciale e della sua capricciosa voluttà. Dopo che l'elegante abito color ametista si fu piegato sull'erba lorda di sangue, la luce della lanterna investì il volto della donna rivelando un'inusuale coltre di impurità. C'erano sbafi di cipria nera che macchiavano gli zigomi affilati, contaminando il trucco che opacizzava le guance. Gli occhi non parevano essere rimasti immuni alla disgrazia, con lacrime che ancora sbocciavano tra le ciglia e profonde lande di oscurità che si aprivano su ciascun lato di ogni palpebra. Le colate di cosmetico continuavano ad imbrattare il volto e Hector non poté impedirsi di pensare che in qualsiasi altro caso Tenebra avrebbe aborrito una situazione del genere. Ma adesso era in lutto. Anche lei aveva perso una studentessa, una di quelle a cui-nonostante i disaccordi- era stata più legata. Hector ritornò a quei momenti carichi di tensione, a Tenebra che entrava trafelata nel suo ufficio dopo aver diramato un allarme telepatico. Il Preside constatò che l'insegnante era stata l'ultima persona a rivolgere la parola ad Amalia Sanchez. Perché quando Tenebra, già in viaggio verso il Desmoterion, aprì a lui e Jacks il canale telepatico, l'altra interlocutrice stava già gridando come una forsennata. 

Tepes Academy: La stanza del Silenzio (versione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora