51. I've lost my mind, and I can't feel a thing.

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✿𝓛𝓲𝓵𝔂✿

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୭̥❀⋆┈༉୭̥❀⋆┈༉୭̥❀⋆┈༉୭̥❀⋆┈༉୭̥❀⋆┈༉«Il dolore che non si esterna, diventa rabbia

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«Il dolore che non si esterna, diventa rabbia.
La rabbia che non si esprime,
diventa tristezza.»
- Carl Gustav Jung
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Il buio della stanza aveva inghiottito ogni percezione, e
nel calo della mia coscienza, mi abbandonai all'abbraccio del sonno, cercando fuga nei recessi del mio inconscio.
Ma il riposo fu effimero, spezzato da una violenza improvvisa.

Mi svegliai con un sobbalzo, le catene che mi tenevano ancorata tintinnarono nel vuoto che mi circondava.

Le catene stringevano il mio collo come spire invisibili di un serpente velenoso, serpente che aveva avvolto il suo sinistro abbraccio intorno a me. Ogni anello metallico pesava sulla mia carne, formando una morsa implacabile, un simbolo tangibile della mia prigionia.

La freddezza dell'acciaio mi segnava, la sua presenza costante conferiva un senso di oppressione che si rifletteva nel mio aspetto deperito ed emaciato.

Era come se le catene avessero sottratto ogni scintilla di vita, succhiando via la vitalità dalla mia pelle pallida.

Ora ero solo l'ombra sbiadita di se stessa.
I solchi delle catene si incidevano sulla mia carne, segni indelebili di giorni e notti trascorsi nella disperazione, mentre il mio corpo, privato di libertà e nutrimento, s'inchinava al peso dell'oppressione.

L'emaciamento traspariva dai contorni dei miei lineamenti, dagli zigomi scavati e dalle occhiaie profonde che raccontavano la storia di notti insonni e giorni trascorsi nella miseria.

La mia pelle, ormai pallida e traslucida, avvolgeva le ossa sporgenti come un manto di fragilità, un chiaro segno di quanto la mia resistenza fosse stata erosa.

Davanti a me, emersero due figure oscure, Henry e Thomas, le loro facce appena delineate dall'ombra. Ormai mi facevano spesso visita, erano quelli che mi avevano rapita.

Non erano gentili, tutt'altro.
Il loro arrivo era come un'ombra maligna che oscurava ancora di più il mio angolo di tormento.

La luce fioca rivelava il freddo nella loro espressione, una freddezza che annegava ogni residuo di umanità.

Il tempo sembrava rallentare mentre si avvicinavano, come se ogni passo fosse un martello che batteva sulla lastra di un orologio funesto.

𝑵𝒆𝒗𝒆𝒓 𝑺𝒕𝒐𝒑 𝑺𝒉𝒊𝒏𝒊𝒏𝒈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora