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<dai Daisy sbrigati!> dobbiamo andare, sento mio fratello maggiore urlare dal piano di sotto, sono famosa per essere quella disordinata e nonostante la maggior parte delle mie cose sono chiuse in scatoloni su un furgone dei traslochi e devo solo preparare uno zaino da portare non riesco a trovare il mio cellulare, <un attimo Thomas non trovo il telefono!> urlo a mio fratello maggiore, dobbiamo andare nella vecchia casa dei nostri nonni in California, visto che ormai loro vivono a New York come noi, sento mio fratello salire le scale e affacciarsi sulla porta <prova a vedere nelle tasche dei tuoi pantaloni> mi suggerisce lui, inizio a tastare i miei pantaloni e mi accorgo che il mio telefono si trova esattamente lì, mi tiro uno schiaffo sulla fronte rendendomi conto di essere un idiota, <dai dobbiamo andare ti ho già tirato fuori dal garage la moto> mi informa lui mentre uscendo dalla mia camera prendo lo zaino e il casco sapendo già che dentro ci sono i miei guanti il mio passamontagna e il mio scalda collo, arriviamo al piano di sotto e poggio un secondo lo zaino per terra per infilarmi la giacca e mi assicuro che la treccia che ho fatto sia abbastanza stretta, ho i capelli troppo lunghi ed è difficile tenerli in ordine quando vado in moto, altrimenti sembrerebbero un nido di uccelli, prima di uscire salutiamo nostra sorella piccola ha due anni di differenza rispetto a me e tre rispetto a nostro fratello, salutiamo i nostri genitori non con tanta emozione tanto quanto nostra sorella.

io e mio fratello non siamo mai andati d'accordo con loro, quando eravamo piccoli hanno sempre pensato al loro lavoro e noi due abbiamo badato a noi stessi se ora sono quella che sono lo devo solo a mio fratello, sono un po' una versione femminile di lui e poi noi dobbiamo anche ai nostri nonni, non solo perché ci stanno dando la possibilità di vivere in un appartamento che non dobbiamo pagare perché loro ci hanno voluto fare questo regalo, ma noi due siamo cresciuti con loro, li abbiamo sempre considerati i nostri secondi genitori, un tempo loro vivevano in California ma poi quando è nato Thomas hanno scelto di trasferirsi a New York vicino a casa nostra, e la casa in cui abitavano prima la usano per andare in vacanza, o meglio la usavano fino a quando Thomas non si è trasferito lì per il college.

Arriviamo davanti al garage, ci infiliamo il passamontagna lo scalda collo il casco e infine i guanti, vedo mio fratello avvicinarsi alla sua moto, una Aprilia RSV4 e poi accanto c'è la mia, che vedendola accanto a quella di mio fratello mi viene da ridere una Yamaha R6 nera, sarà anche piccola e meno potente rispetto a quella di mio fratello ma io la amo con tutta me stessa, partiamo e passiamo per due quartieri fino ad arrivare a casa dei nostri nonni, che ci aspettano sul loro portico, parcheggiamo le moto sul loro vialetto e tolgo subito il casco e tutto il resto stando attenta non farmi male con il pearcing al naso, che potrebbe impigliarsi con qualche filo, quando avevo deciso di fare il nostril non avevo messo in considerazione questo aspetto della moto, ma poco mi importa. Corro tra le braccia di mia nonna, e poi tra quelle di mio nonno, se io e mio fratello amiamo le moto dobbiamo tutto a lui, che era uno meccanico e nel tempo libero riparava la sua moto.

Dopo averli salutati ritorniamo in sella e ci avviamo verso la California, non potendo passare per l'autostrada ci mettiamo il doppio del tempo ma non lo riteniamo un problema. Dopo qualche sosta per la benzina e per il fatto che non sentiamo più le gambe arriviamo a destinazione, si trova a quindici minuti di moto dal college quindi la distanza non è un problema, appena spengo la moto, noto delle figure venire verso di noi, <thomas sei un grande ti sei portato la fidanzata qui> la mia espressione confusa sotto il casco mi fa capire che mio fratello ha scordato di dire che sarei venuta a vivere qui oppure si è scordato di dire che ha una sorella, mi levo il casco e il passamontagna e la solo ora mi rendo conto che la treccia si è sciolta, *fantastico ho perso l'elastico* penso tra me e me scendo dalla moto e butto lo zaino a terra maledendo me stessa di aver portato troppe cose, per un attimo mi sento osservata, mi volto e vedo gli amici di mio fratello girati verso di me, <ragazzi vi presento Daisy, mia sorella> fecero tutti e tre un cenno con la mano ma nessuno parló, <allora quello con i capelli ricciolini e la felpa rossa è William, quello accanto a lui è Andrew e infine quello con gli occhiali è Mattew> parló mio fratello, abbassai lo sguardo verso il casco che tengo in mano e rimpiango di essermelo tolto, sono struccata ho le occhiaie per le poche ore di sonno e qualche brufoletto sulla guancia, i capelli sono un po' spettinati e guardando il casco mi accorgo di aver tolto anche i guanti e si vedono le mie unghie mangiucchiate dal nervoso insieme alle nocche leggermente rosse per via delle cicatrici.

Dopo aver messo le moto in garage entriamo in casa, ci sono in totale cinque camere, tre al secondo piano due nel seminterrato, piano terra è privo di camere ha due bagni uno sgabuzzino la cucina e il soggiorno sono uniti tutti i muri hanno un colore neutro e per la maggior parte delle stanze c'è il pavimento fatto di legno apparte le camere da letto che hanno la moquette, arrivai nell'ultima stanza rimasta libera al secondo piano, aveva un letto matrimoniale con un lato attaccato al muro una scrivania di legno bianca e una sedia del medesimo colore, un armadio a muro bianco, un comodino accanto al letto e qualche mensola una porta finestra che da accesso al balcone, trovai sul pavimento gli scatoloni con dentro le mie cose e appena lí aprí capì che ci avrei messo troppo tempo.

Finalmente avevo finito di sistemare le mie cose e appena mi voltai verso la finestra vidi che il sole era tramontato da molto tempo e infatti in camera non si vedeva quasi niente, accesi la luce e qualcuno bussó alla porta, la aprí e vidi mio fratello davanti alla porta <Ei sta sera organizziamo una festa qui, tu ci sei?> <non credo, penso di andare in palestra oppure fare un giro in moto> <va bene ma vieni a mangiare qualcosa almeno, ha cucinato William>

Right boy at the wrong timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora