- Dove sei?
L si mosse in avanti. La casa era immersa in un buio pesto. Evidentemente le finestre oscuranti eccellevano nel loro compito.
- Accendi la luce, non vedo neanche dove mettere i piedi!
Stette fermo, per paura di cozzare contro qualche mobile, aspettando che la ragazza rischiarasse l'ambiente.
- Andiamo, non è divertente! Ho capito che sei triste, ma ti sembra uno scherzo da fare?
Nessuno rispose. Cercò da solo l'interruttore, muovendosi a piccoli passi all'indietro, in attesa di toccare la porta con la schiena.
Quando, dopo cinque secondi, non sentì nulla appiattire le terga, qualcosa cominciò a tormentargli la mente.
- Dove sono le pareti?
Tastò a destra ed a manca, afferrando l'aria. Con sua grandissima apprensione, nessuna presenza di oggetti solidi o muri nella stanza.
Nella stanza buia.
- Dove cavolo sono le pareti! -, urlò, in piena crisi isterica. Purtroppo, dalla sua bocca non uscì alcun suono.
No no no no no no!
Iniziò a camminare in varie direzioni, in modo sconclusionato. Non vedeva un accidenti, ma sperava con tutto il cuore di sbattere contro qualcosa, a costo di sfasciarsi la testa.
Corse.
Sempre più forte.
No no no no no no!
Si picchiò, sulle braccia, sulle gambe, sullo stomaco. Diede un colpo così violento che gli ruppe il fiato.
Ma fiato non ne usciva.
No no no no no no!
La sua mente era un disco rotto, focalizzata sull'ultima speranza che tutto quello in realtà non stesse succedendo, e fosse solamente l'ennesimo sogno.
In cuore suo, conosceva già la risposta.
No no no cavolo no!
Non ancora.
Non di nuovo.
La stanza buia.
Senza pareti.
Il suo incubo peggiore.
Di nuovo.
Nooo!
Non era un incubo.
Non udiva le proprie parole.
Non vedeva il suo corpo.
Non era un incubo. La stanza buia era tornata da lui.
A quel punto sapeva cosa doveva fare.
Correre.
Corse a perdifiato, zigzagando in varie direzioni, corse e corse e corse finché l'acido lattico prodotto dallo sforzo si fece sentire tra i muscoli.
Ruotava gli occhi cercando di scorgere la figura del cane guida sbucare da qualche punto.
Invano.
Si fermò, per riprendere fiato. Serviva ossigeno al cervello per elaborare una strategia da applicare.
Quando il respiro tornò regolare, ricordò che nella sua prima esperienza era costantemente avanzato verso destra, prima di incontrare il cane.
Pensò dunque di ripetere l'operazione, non avendo alcuna alternativa.
Convinto di fare la cosa giusta, ruotò il corpo di novanta gradi verso destra e si avviò.
Il buio era meno aggressivo rispetto al loro primo incontro, ma la sensazione di inquietudine e sconforto lo avvolgeva allo stesso modo senza pietà.
STAI LEGGENDO
Tutti i mondi di L
Ciencia FicciónL è un ragazzo senza nome e senza identità. Non conosce le sue origini, né tantomeno il motivo per cui non ha mai conosciuto la sua famiglia. Ha sacrificato negli anni il suo tempo alla ricerca di indizi invece che costruirsi una vita vera e propria...