L'odore del posto in cui Lily mi aveva trascinata mi dava la nausea, ed era sufficientemente disgustoso. Uno strano senso di pericolo aleggiava all'interno di quella struttura mal ridotta e disastrata, e la cosa a modo suo mi piaceva.
Guardai le persone davanti ai miei occhi: si agitavano, si spintonavano, bevevano. Ma i loro occhi erano tutti incatenati a quel ring momentaneamente vuoto. Definirlo ring era un vero e proprio eufemismo, ai limiti si poteva considerare un materasso ammuffito, munito di due corde totalmente rovinate. Tutti erano eccitati nell'attesa di quell'incontro, difatti per quanto piccolo quel posto potesse essere, ognuno trovava un angolo, seppur minuscolo, in cui intrufolarsi.
Improvvisamente Lily afferrò la mia mano. Si fece spazio tra i corpi sudaticci e gli aliti pesanti d'alcool amalgamato al fumo, tipico direi. Andai a sbattere più volte contro schiene nude e sudate, che puzzavano terribilmente da farmi arricciare il naso schifata. Il fatto che quelle persone fossero maledettamente ubriache, era più che evidente. Si trascinavano da un lato all'altro della sala tremolanti e traballando in modo eccessivo, ma nonostante il loro andamento svogliato, sembravano parecchio euforici.
Pensai a quanto quella gente fosse differente da ciò che io vivevo nella mia quotidianità, ma forse quello che io definivo diverso, per loro era la pura e semplice normalità. Scossi la testa più volte e riposi la mia attenzione sui due uomini al mio fianco.
«Hey amico su chi hai scommesso stasera?» Un omone dai capelli corvini batté una pacca sulla spalla del suo amico. Avevano un aspetto trasandato, gli occhi erano rossi e le pupille dilatate. Rabbrividii e distolsi appena lo sguardo.
«Styles, ovvio no?» Disse in un tono lamentoso l'altro. Si scrutarono per un paio di secondi. L'uomo dai capelli scuri lo guardò con le sopracciglia sollevate e strofinò le mani l'una contro l'altra.
«Hai visto il suo avversario? E' più grosso e lavora da molti più anni di Styles in questo campo. Non credo che sarà facile per lui.» sputò fuori come se la cosa fosse ovvia, il suo amico sbuffò e indicò il bigliettino su cui era incisa la scommessa.
«Harry mi farà vincere, come sempre.»
Mi costrinsi a portare lo sguardo altrove quando due ragazzi si avviarono verso il ring. Tutti smisero di parlare e iniziarono ad urlare con tutta l'aria contenuta nei loro polmoni. Guardai le due sagome davanti a me; avevano entrambe una corporatura prorompente e ben definita. Uno credo fosse nuovo, lo dedussi dal modo in cui la gente cercava d'ignorarlo, ma l'altro evidentemente era parecchio amato. Harry Styles. L'unico che riuscisse ad esercitare il suo dominio su tutto, senza stancarsi mai.
Non lo conoscevo personalmente, ma ne avevo sentito parlare. La sua fama non era delle migliori, il solito ragazzo da evitare, ma indubbiamente uno dei migliori lottatori di Manchester.
Mi ritrovai ugualmente a fissarlo con stupore, meraviglia e curiosità. Potei affermare che aveva un corpo ben definito: pettorali sodi, addominali scolpiti e bicipiti muscolosi. Sulla sua pelle, la prima cosa che giungeva agli occhi, erano dei tatuaggi sparsi sulle braccia e sul torace. Il modo in cui si muoveva era leggiadro, nonostante fosse alto, robusto e muscoloso. Era dannatamente affascinate, confermai a me stessa.
Aveva dei semplici pantaloncini neri, l'opposto di quelli del suo avversario, che erano di un blu abbastanza sbiadito. I capelli ricci ed abbastanza lunghi erano tirati indietro da una fascetta nera -per niente ridicola- e delle goccioline d'acqua scendevano lungo il suo torace nudo. Vidi la sua mascella serrarsi, nel momento in cui spostò i suoi occhi verso di me. Un'impressione, pensai.
Il primo pugno fu sferrato dall'uomo con i pantaloncini blu, ed a quel colpo la testa di Harry venne rigirata completamente da un lato. Un boato si alzò alle mie spalle e mi sporsi in avanti quasi automaticamente, portando una mano alle mie labbra. E soltanto nel momento in cui Harry diede una ginocchiata nel fianco del suo avversario, le persone ricominciarono a urlare eccitate. A quell'azione mi rilassai seppur di poco e feci scivolare le braccia lungo il mio corpo.
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Blackness || h.s.
FanficE alla fine, siamo tutti umani... ubriachi dell'idea che l' amore possa curare il nostro fallimento. -Christopher Poindexter. Harry Styles era sempre stato in fuga dal mondo che lo circondava, dai ricordi. Trovava sempre un modo per sfogare la sua i...