Alla festa alla quale si trovavano, più accuratamente un festino illegale nel quartiere Coppedè di Roma, gli amici di Elena stavano aspettando di fare la conoscenza della famosa amica d'infanzia che si trova a metà strada fra l'anima più fragile dell'universo e un hell's angel con anni di galera alle spalle.
Sul balcone della camera padronale, Francesco cioè il ragazzo di Elena, insieme a Gioele ed Emma e gli altri ragazzi della loro comitiva, stavano aspettando le ragazze finendosi la prima birra della serata.
Le due entrarono, opposte nella loro sincronia, la luce di una non impediva all'altra di brillare e le loro differenze non apparivano evidenziate negativamente ma le rendevano complementari. L'attenzione si spostò poi sull'ingenue e sulla sua aura controversa, a primo impatto sembrava fosse uscita da giri squallidi nel quale era entrata a far parte per la sua bellezza, ma guardandole il viso ci si rendeva conto dell'insistente innocenza che pervadeva nei suoi occhi e la dolcezza che non ostentava nelle sue espressioni.
-Piacere, Vittoria- strinse la mano a tutti con un sorriso sincero, prendendo il tempo di memorizzare nomi e lineamenti dei conoscenti.
Notó quanto fosse forte la stretta di Francesco, i denti leggermente storti di Gioele e i buchi degli orecchini non guariti sulle orecchie di Emma.Si sedettero tutti insieme ed Elena insistette a farle notare in particolare la presenza di un ragazzo, quello di cui le stava parlando prima.
Lorenzo aveva il naso aquilino e lunghi capelli marroni, portava una maglia dei Doors e una moltitudine di anelli, stava parlando di un episodio che gli era capitato mentre suonava in un locale con la sua band, sorridendo a tutti con fascino disinvolto. Vittoria lo trovava attraente ma non abbastanza da smettere di andare dietro ai ragazzi più grandi per lui -Allora, Lollo perchè non fai vedere a Vittoria dove stanno le birre?- chiese Elena, insistendo di far alzare l'amica -Certo- sorrise lui, invitando Vittoria a seguirlo.-Tu non sei tipa da birra, vero?- le chiese lui mentre scendevano le scale e la musica diventava sempre più alta -No, sono tipa da Vodka Lemon- confessò lei, scendendo l'ultimo scalino. Si ritrovarono in cucina, dove vi erano sparse sull'isola varie bottiglie di superalcolici e bevande che ci si accompagnavano, Lorenzo stava per afferrare la bottiglia blu di Sky Vodka quando una mano lunga e affusolata lo fece prima di lui -AO!- urló in modo cafone il moro, in risposta il ragazzo con la bottiglia in mano si girò -A 'mbriacone! Avete rotto er cazzo che bevete pure l'acqua del Tevere e poi tocca agli stronzi come me rimane a mette apposto!- Vittoria notó il suo volto per primo, dolci occhi verdi incorniciati da zigomi alti, contornati da lunghi capelli biondi che cadevano sulle spalle, era inoltre sul metro e ottantacinque, magro ma non esile, sicuramente imponente in confronto al misero Lorenzo sul metro e settanta. -A testa de cazzo! Non me rompe i cojoni e famme fa' un drink a sta pischella!- ribatté il moro. Lo sguardo del biondo andò verso Vittoria -Sei sicura che te voi fa fa un drink da 'sto drogato pezzo de merda?- la guardò e lei si sentí messa alla prova come mai prima. I suoi occhi dissero di no, quelli di lui le chiesero un momento di attesa -Vattene Lore', prima che vado a di' a tu madre che pezzo de merda che sei- chiuse il biondo in modo freddo.
I due si ritrovarono nel cortile esterno della casa, dove lui l'aveva portata per accertarsi che Lorenzo non le avesse fatto nulla. Vittoria non sapeva come fosse arrivata in questo momento, si stava lasciando trasportare dalla novità e da quella brutta abitudine di pensare che la sua vita fosse un film -Ma perché ti preoccupi così tanto? Non mi conosci, poi io quel drink lo volevo davvero- lui si girò verso di lei, con la sigaretta in bocca -Probabilmente non lo conosci, Lorenzo ha la brutta abitudine di far ubriacare le ragazze per convincerle ad andare a letto con lui- a questa risposta Vittoria rimase sorpresa, per via di come Elena avesse parlato di quello che avrebbe voluto per lei. Leggendo sul suo volto l'espressione sorpresa, il biondo si spiegó meglio -Non ci si fa molto caso, io lo noto perchè a questi eventi sono quasi sempre l'unico astemio- lei lo guardò intrigata -Va bene astemio, però tu come ti chiami?- gli chiese, scatenando in lui una risata breve ma genuina -Mi chiamo Alessandro- disse porgendole le mano -Bene Alessandro, io sono Vittoria, e a differenza tua sono amante dell'alcol- rispose lei stringendola. I due si strinsero la mano e Alessandro notò per la prima volta i tratti di Vittoria, gli pareva strano non averla vista prima d'ora, soprattutto senza aver ingerito alcol.
-Non sei di qua vero?- chiese lui, accendendo un'altra sigaretta, per porgerla alla castana -Mi sono appena trasferita dalla provincia- rispose lei facendo i primi tiri, lui colse l'occasione di agire impulsivamente -Quindi non conosci il quartiere? Che dici se un giorno di questi te lo faccio vedere io?- propose sorridendole, lei rise divertita -No, ci ha sempre abitato mia nonna, poi io non faccio queste cose- gli passò la sigaretta -Cosa è che non fai, non esci con quelli belli, biondi e alti?- scherzò fumando, lei lo guardò dritto negli occhi, tenendo lo sguardo onesto e fermo -No, con quelli belli come te mica ci guardo il quartiere- gli si avvicinò riprendendosi la Winston, sfiorando la sua mano in modo da stuzzicarlo. Sentendo la vicinanza, lui le mise una mano sulla vita, con presa dura stringendola a sé. I due erano a pochi centimetri di distanza, i loro respiri si confondevano, gli occhi fissi l'uno sull'altra, Alessandro si avvicinò alla bocca di Vittoria e appena le loro labbra si toccarono si ritrovarono entrambi in un vortice di passione divertita. La sensazione era quella che si prova
nel momento in cui vai in discesa sulle montagne russe; lo stomaco ti sale per l'addome e l'adrenalina prende il controllo del tuo corpo, stai per perdere il fiato ma non vuoi che finisca.S.A.
i primi due erano inizialmente intesi come uno, infatti sono molto più corti di questo.
Un riconoscimento speciale alle mie amiche che si sorbiscono ogni aggiornamento di questa storia 🫶🏻
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Quante Paure Hai in Valigia?
RomansA 17 anni ti rimangono 2 paure; quella di te stesso e quella del mondo. Il nostro riflesso è temuto più quanto mai possa esserlo lo studio, la scelta dell'università, della carriera, della gente che si frequenta e del messaggio che si manda. Nonosta...