AVVERTIMENTO: contiene linguaggio sessuale esplicito e grafico
A differenza di tutti gli altri ragazzi che Vittoria avesse mai baciato, Alessandro la stava accarezzando come se fosse qualcosa di fragile, per la prima volta nella sua vita nessuno la stava trattando come un oggetto.
Per questo decise di farlo lei; -Vuoi vedere cosa faccio di solito quelli belli come te?- gli chiese spostandogli una ciocca bionda dietro l'orecchio. Alessandro annuì entusiasta e la condusse dentro, conoscendo la casa meglio di lei. Salendo le scale, la portó in fondo al corridoio a destra, arrivando davanti all'ultima porta. Aprendola gli si presentò davanti un enorme letto a baldacchino, ma girandosi verso destra si poteva scorgere una vasca di marmo, di quelle amplie e piene di pulsanti che hanno i ricchi del quartiere Coppedè.
-Scegli tu- le disse dolcemente mentre la conduceva dentro.
Vittoria si sedé sul letto, tenendo le gambe incrociate e ponendosi di fronte ad Alessandro, il vestito le arrivava ora a metà fianco, si poteva già scorrere l'intimo di pizzo abbinato all'abito. D'altro canto, Alessandro era appoggiato alla porta, pregustando mentalmente ció che lo aspettava. La ragazza poteva vedere che senza averlo nemmeno sfiorato, il cavallo dei pantaloni di lui si era già gonfiato e questo l'aveva spinta ad alzarsi e avvicinarsi a lui, accarezzando dolcemente la sua erezione. Sapeva quello che stava facendo, quanto fosse sensibile in quel momento, ma lui non diede segni di
piacere, quindi alzò lo sguardo per incontrare il suo. -Non ti piace?- gli chiese iniziando a fare un movimento circolare col palmo della mano, lui le afferrò il polso e lo posò sul suo fianco -Non era come avevo intenzione di iniziare- le rispose portandola lentamente avanti finché non cadette sul letto.La collanina d'oro di Alessandro pendeva sul viso di Vittoria mentre le sfilava l'intimo. Le sfiorava delicatamente le cosce, sentendo la pelle rabbrividita di lei al suo tocco. Vittoria dovette ammettere che non avere il controllo della situazione per la prima volta la eccitava, anche tanto. Senza ancora averle tolto il vestito, lui si sedette sul bordo del letto, aprendole le gambe, le sorrise mentre strusciò l'indice dal suo clitoride e poi scendendo, sentendo il rumore che faceva per quanto fosse bagnata, il volto di lei disperato per via del suo dito sull'orlo della sua apertura -Volevi iniziare stuzzicandomi e basta?- gli domandò chiudendo le gambe intorno al suo braccio -Non sei abituata a godere quanto fai godere, vero?- si giró verso di lei, la risposta le si leggeva in faccia: "no, per gli uomini di solito sono solo una bambola gonfiabile con le tette che rimbalzano", fu seguita poi da un ghigno di lui, che inserì indice e medio senza esitazione ed iniziando subito a stimolare il punto G, mentre circolava sul clitoride col pollice.
Vittoria si dimenava al suo tocco, così disabituata a questo tipo di attenzioni, sembrava davvero che scappasse per paura dell'ignoto piacere che stava provando.
Alessandro continuava a toccarla in tutti i punti giusti, a stimolare col ritmo perfetto il clitoride, facendo uscire il primo gemito dalla bocca di Vittoria. Al suono, le pupille del biondo si dilatarono, il sangue gli scese ulteriormente verso la parte bassa del ventre, ma la sua attenzione rimaneva alla vagina di Vittoria e al ritmo con cui la stava facendo godere, aumentandolo finché non la sentì tremare.
L'intero corpo di Vittoria tremava, non poteva controllare i versi che uscivano dalla sua bocca -adesso che vieni però, voglio sentirti urlare il mio nome- le chiese Alessandro portando più frizione al clitoride, drammatizzando il movimento di indice e medio. Il nodo nello stomaco di lei stava per sciogliersi, lo sentiva sempre più alto e riusciva sempre meno a trattenere i gemiti, seguì il comando del biondo e pian piano che sentiva il piacere salire, lasciò che i versi astratti prendessero le sillabe concrete di -Alessandro!-.Con tre dita, Alessandro era riuscito a farla godere come non avesse mai fatto un uomo sbattendole dentro l'intero peso del suo corpo.
Si sentiva rilassata, ma voleva far vedere al
biondo quale era il suo campo di expertise.
Si sedette e si avvicinò a lui, baciandolo con foga mentre gli massaggiava l'erezione col palmo della mano. Mentre le loro lingue si intrecciavano, lei fece per aprirgli la zip dei pantaloni ma lui la fermò di nuovo, staccandosi dal bacio e guardandola con sguardo di supplica -Non mi concedi il piacere di leccarti la figa?-
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Quante Paure Hai in Valigia?
RomanceA 17 anni ti rimangono 2 paure; quella di te stesso e quella del mondo. Il nostro riflesso è temuto più quanto mai possa esserlo lo studio, la scelta dell'università, della carriera, della gente che si frequenta e del messaggio che si manda. Nonosta...