1. I need a babysitter [11/12]

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**Per comprendere la storia al meglio, prima leggere la socmed su twitter all'account @/ _cOsibello **

Odiava gli ospedali. Li aveva sempre odiati.

Vero, era pompiere e paramedico, pertanto di persone e pazienti ne aveva avuti tanti.

Sarebbe dovuto essere abituato.

Ma si trattava di Anita.

Tremava mentre alla guida gli scenari peggiori passavano per la sua mente.

Lei e la sua maledetta abitudine di tralasciare i malanni.

L'aveva vista da almeno un mese più affaticata e stanca, ma per lei era sempre e solo un problema di pressione bassa.

Non appena arrivato al pronto soccorso l'odore di medicinali e disinfettanti così familiare gli invase le narici. Gli veniva la nausea.

Tremante fermò un infermeria e riuscì a chiedergli dove si trovasse Anita Ferro.

«Lei è il figlio?» chiese delicatamente lei.

Manuel annuì soltanto, le parole gli morivano in gola.

«Prego mi segua.»

Passarono per corridoi che sembravano infiniti, fin quando in una stanza bianca non vide sbucare i capelli castani della madre, spiccanti tra le lenzuola.

«Mamma» soffiò tra le labbra, scattando per avvicinarsi a lei e stringendo una mano tra le sue.

«Amore scusami, non volevo farti preoccupare, avrai staccato da un turno lunghissimo e sarai stanco, vai a casa dai-»

«Nun ce penso minimamente ma', levatelo dalla testa.»

«Signora Ferro?»

«Sì è lei, e io so su fijo, Manuel, piacere» si alzò sull'attenti Manuel, teso più che mai.

«Piacere mio, prego se non le dispiace seguirmi-»

«Nun ce provi dotto', me dica subito de che male devo morì »

«Ah ma' e che cazzo» la riprese Manuel.

«Se chiama sarcasmo Manuè»

Il medico alzò un angolo delle labbra e schiarendosi la gola, spiegò cosa avesse avuto Anita.

«Ecco signori, la signora qui presente ha avuto un principio di infarto.»

Il cuore di Manuel iniziò a battere più forte

«È estremamente importante che presti molta attenzione alla sua salute da questo momento in poi. Sono da evitare sforzi eccessivi e situazioni stressanti, e deve prendersi il tempo necessario per riposare adeguatamente.

Le prescriveremo dei farmaci che lei» questa volta rivolto a Manuel «deve assicurarsi assumera regolarmente. Le consiglio anche di sottoporsi a controlli regolari per monitorare lo stato del suo cuore e apportare eventuali aggiustamenti al suo piano cura.» concluse sorridendo educatamente. Manuel si concesse un sospiro di apparente sollievo. 

Poteva sicuramente andare peggio con tutte le cose che vedeva ogni giorno.

«Capito ma'? Mo pe forza de cose te tocca sta a sentì a me.» continuò a punzecchiarla il ragazzo, ritrovando un po' di quel sarcasmo che l'aveva sempre contraddistinto.

«Non sono una bambina Manuel, se mi dicono di prendere due  pasticche mi ricordo ancora come fare» tacque per un po' prima di continuare «ciò che adesso mi fa pensiero è come faremo adesso con Edoardo. Con il tuo lavoro dai turni massacranti e io fuori uso per un po'...»

«Ma', Edo è figlio mio, mica tuo. Te nun te sta a preoccupa', davvero.»

Cercava di fargliela pesare Manuel il meno possibile, ma la dura verità era che Anita nella loro routine era stata fino a quel momento fondamentale. Ma adesso come avrebbe fatto? 

Mica poteva monopolizzare la vita di Matteo e Chicca, di portarlo in caserma nel tempo libero non se ne parlava. Si trovava di fronte a un muro.

Non ci aveva mai pensato ad un'eventualità simile, neanche l'aveva mai presa in considerazione, ma non aveva altra scelta.

Doveva trovare una babysitter per Edoardo.

Don't play with fire - SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora