II PARTE (CAPITOLO XIV)

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Il caldo sole si immedesima al grigio colorito del cielo e al finto effetto di gas causato dalle nuvole del medesimo colore.
Per le strade l'odor di umido e bagnato pian piano svanisce così come il freddo invernale.
I bambini giocan con i cani fuori le dimore loro, le madri stendono i panni dalle finestre e i padri invece vanno a lavorar.
Io mantengo la ciotolina contenente il rigoroso succo rosso di ciliegia, mi addentro tra le stradine piene di negozi, botteghe e posti di bigiotteria, mi fermo davanti l'insegna di uno in particolare.
Il negozio è chiamato "Stephan's Blumenladen", quanti ricordi questo piccolo negozio.
L'entrata presenta una grande vetrata sul sinistro lato, è una sottospecie di casa in legno scuro dall'odor inumidito, presenta dei grandi vasi contenenti fiori di ogni color e di ogni specie, delle girandole tenute da bambini in miniatura che danno un'impressione di calma e tranquillità.
Il profumo giunge già da qua fuori.
La porta, anch'essa in legno presenta sul lato superiore una composizione di cristalli, fiori e foglie a mo di acchiappa sogni.
Apro la porta mantenendo con equilibro la ciotola di succo, mi giro e la richiudo alle spalle mie.
Sotto i piedi miei si trova un piccolo tappeto con su scritto "Willkommen" rigorosamente in seta e cotone.
Alla mia destra vi è una grande mensola, che sembra continuare fino alla stanza successiva, piena di fiori, piante, semi, annaffiatoi, palette, rastrelli, profumi, cristalli e tanti altri oggetti che all'occhio umano appaion meravigliosi.
-Ma buongiorno mio caro conte!-
Mi volto verso la virile voce alle spalle mie, dietro una scrivania portatrice di una cassa, vi è un ometto di mezza età con un paio di occhiali dalla montatura eteroclita. Presenta dei capelli ricci e biancastri, e veste rigorosamente in giallo e viola.
-Stephan buongiorno, vedo che il negozio è messo meglio dell'ultima volta-
-Figliolo, ricordo quando eri una piccola creatura irrequieta e curiosa, quanto sei cresciuto! Che ti porta qui?-
-È il 20 febbraio, come solitamente faccio ogni anno porto i fiori e il succo alla madre mia-
-Vero, me ne ero completamente dimenticato perdonami caro-
-Allora! Era solito a servirmi il ragazzetto bassino dai biondi capelli, dove sta?-
-Mi urta deluderti caro, ma William se ne andato da qualche mese, ma tranquillo! La mia fidata dipendente t'aiuterà a trovar ciò che cerchi-
-Cara vieni sei attesa in sala!-
Il vecchio proprietario chiama l'ipotetica donna che sta uscendo dalla stanza successiva. È alta, snella e con forme delicate. Che abbia un viso angelico è dir poco, presenta due occhioni grigi e una valanga di capelli biondi. Quasi bianchi.
-Perfetto, Arthur lei è Loreline, la mia nuova dipendente. Cara cerca di esser più precisa e cortese possibile abbiam a che fare con un importante conte-
-Certo capo-
Il vecchio capo gira i piedi dirigendosi verso la porta sul resto per poi uscire, se non ricordo male quella porta da sul giardinetto sul retro.
-Puoi poggiare la ciotola lassù sulla scrivania, non credo tu voglia farla cadere da per tutto-
-Mh? Oh si! Certo certo la poggio subito-
-Allora, per cosa sei giunto qua?-
-Volevo trovare dei fiori adatti da portar alle fondamenta di una tomba-
-Defunti?-
-La madre mia-
-Mi dispiace condoglianze caro, cambiando discorso vieni, ho ciò che può far al caso tuo-
La donna si sposta nella stanza da cui è uscita poco fa, io la seguo entrando in una sala ancor più grande e colorata di quella d'accoglienza.
-C'è un tipo di fiore specifico che cerchi? Deve avere un colore in particolare?-
-Il ragazzetto era solito a darmi la lavanda, la madre mia amava il viola, non aveva un fiore preferito però-
-La lavanda è un'ottima scelta, ma permettimi che a un defunto così caro io regalerei questa-
La donna mantiene in mano un vasetto che presenta una pianta di fiori viola simili a tante piccole campanelle.
-Che fiori son questi?-
-Queste son chiamate campanule. A parer mio son più che perfette!-
-Lei dice?-
-Certo, la lavanda è bellissima si, ma questo viola intenso penso sia più che adatto alla madre tua e sono sicura le amerebbe-
-E allora campanule sia!-
La donna mi sorride e porta la piantina fino alla cassa sulla scrivania, scrive i calcoli alla casa e mi pone il piccolo scontrino.
-Verrebbe 18 marchi ma credo io possa farti un piccolo sconticino. Dammi 10-
-Dite veramente gentil donna? Gliene posso dar 18 li ho qua e...-
-10 marchi, sul serio mi bastan quelli-
- Va bene tenga-
Ho dato i soldi alla gentilissima donzella, che però guardando il succo nella ciotola rivolge lo sguardo verso me
-Oh santo cielo non vorrai portar quel succo così all'aria aperta!-
-Non avevo coperture a casa, tanto non è da bere lo devo mettere nel terreno-
-Tesoro lo stai donando alla madre tua, la sua anima lo berrà quindi occorre che sia portato egregiamente. Dammi il tempo di prendere una piccola confezione-
-Non si preoccu...-
Non m'ha dato il tempo di finire la frase che se ne filata via per la stanza, io contemplo i fiori e mentre li guardo noto come effettivamente siano perfetti per la madre mia...
-Eccomi! Tieni mettila dentro quest'involucro, così non andrà a male-
-Grazie mille davvero-
-Non ringraziare caro, ora va! Va e dona questi succulenti beni alla madre tua-
-Arrivederci Loreline!-
-Arrivederci Arthur-
Che brava donna, son uscito dal negozietto e sono molto più contento di prima, adoro l'essenza della fertilità presente in quel posto.
Mi incammino ora verso una piccola collina fuori città, per le strade i cani si rincorrono lerci e liberi giocherellando con i moscerini nell'aria.
Mentre avanzo l'atmosfera sembra farsi sempre più cieca e asfissiante. Il calore del sole è svanito così come la gioia che emanava quel poco della popolazione oggi.
Ho un presentimento molto negativo e ignoto, la paura mi domina da testa a piedi.
La madre tua Arthur, è solo nostalgia Arthur.
Certo! Solo nostalgia, cosa dovrebbe mai esser se non quello.
Mi inoltro dentro alcuni alberi, che non so più sfogli, fanno eccezione rispetto agli altri che son ancor privi delle loro vesti cucite da madre natura.
Arrivo davanti al cancello solito di ogni anno, il cancello del cupo cimitero dal cancellato nome.
Entro dentro chiudendo la porta di ferro che cigola con fare agonizzato al mio tocco, cammino tra l'erba secca e butto uno sguardo di compassione verso tutte le altre lapidi. Povere anime...
Sono davanti la lapide che segna un punto di fine alla mia destinazione di oggi.
-Ciao madre, come stai? Io mi sento un po' sopraffatto da tutto sai, l'essere conte, la chiesa, il dolore, la tua mancanza e anche per... No. No no, per la mancanza tua ecco. Tieni ti ho portato dei doni, i soliti doni che tanto ami-
Prendo i fiori e li inserisco nel vasetto accanto la foto d'identità della mia donna ormai assente da un pezzo, prendo poi la ciotola facendola uscire fuori dall'involucro e la giro versando la sulla terra
-Ricordi il succo di ciliegia? Certo che lo ricordi tu lo amavi più di ogni altro tipo di bevanda, deve essere davvero buono questa volta, le ciliegie erano scure e molto grandi e succose, proprio come le amavi tu...-
...
-Che son ridicolo eh... parlo solo come uno stupido idiota! Madre, madre mia, mi manchi assai... Senza te la casa è vuota, senza te il profumo dei miei vestiti lavati non è lo stesso, perché manca il gesto del tuo tocco su essi.
La cucina non ha più quella sensazione di accoglienza, con te era sempre un "benvenuto a casa", senza te il giardino muore e piange come lo faccio io.
Senza te la casa scricchiola e si lamenta al mio passo.
Senza te io mi distruggo ogni giorno sempre più.
E invece di poterti riabbracciare magari salendo lassù con te son seduto qua a piagnucolare per la paura e il mio essere codardo nel trafiggermi con un coltello...
-La tua benevolenza è da lei percepita...-
Con le lacrime agli occhi mi giro, e di colpo vedo lei che dietro a me sosta a braccia conserte dietro la schiena.
Porta una veste nera con la parte superiore in pizzo, un velo le copre il volto suo lasciandole in vista solo i lunghi e neri capelli, i piedi non han più quei "geloni" che avevan nell'incubo. È così... spaventosamente calmante.
-Lei ti sente, non sei ridicolo a volgerle la tua attenzione-
-Non... cosa vuoi da me?-
-Lei sa quanto ci tieni e apprezza i tuoi doni. Ogni anno sempre più-
La guardo spaventato ma troppo distrutto per ribellarmi e scappar via, le spalle mi dolono e la testa mi abbandona a colpi
-Perché... perché l'ho perduta?-
-Per qual motivo domandi a me spacciato umano?-
-Sei un demonio... percepisci queste situazioni, perché! Perché me l'han portata via!-
Inizio a piangerle davanti non curante della sua malvagità...
-Non posso risponder a questa domanda, io non son un demonio di quel gener che tu vorresti tanto aver davanti-
-Io non voglio nessun...-
-So solo che la madre tua in questo istante qua con te respira e a malincuore ti sorride-
-Come... come mai mi perseguiti...-
La sua voce soffiata mi calma e mi avvindola in un modo a me impossibile da controllare
-Cosa mi stai facendo...?-
Lei si abbassa ponendosi accanto a me, vorrei scappar via e non voltarmi mai più indietro, ma non riesco a muovere un muscolo
-Non vuoi tu muovere un muscolo, puoi farlo benissimo, è che la tua coscienza ti ferma davanti al mio cospetto come la profezia ha affermato-
-Sta zitto demonio...-
Lei mi sbottona la camicia impregnata di lacrime agonistiche e mi poggia una mano sul petto mio.
La sua gelata mano riscalda in modo anomalo la pelle addolorata mia, io la fisso, vedo solo il pizzo fitto delle vesti sue...
-No... non toccarmi...-
-Lasciati accaldare dall'aura mia, abbandonati al cuore mio, sottomettiti all'affetto da me generato-
Mentre parla mi accarezza la fronte poggiandola sul petto suo, non batte niente se non il senso di colpa nelle pareti del cuore mio.
-Madre...?-
-Lasciati cullare dal respiro delle anime dannate, colmeranno il tuo dolore abominevole-
Mi accarezza delicatamente il viso, le sue mani mi terrorizzano così tanto da immobilizzarmi alla sua presa...
Chiudo gli occhi mentre lei continua a parlar senza sosta.
Non capisco...
Non comprendo....
Madre? Sei qui...?

...

Madre... madre mia?

Per tua colpa d'amor soffocai...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora