Capitolo 6 - Spiegazioni

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POV's Gaia

Il suo tono di voce si addolcisce (probabilmente ha capito un briciolo della mia sofferenza), parla senza distogliere lo sguardo dalla strada, io sono rannicchiata sul sedile e lo ascolto

"I tuoi genitori biologici erano amici di famiglia, solo che non si vedevano molto spesso perché sono sardi... è un po' complicato: quando tua madre è rimasta in cinta si era appena lasciata con tuo padre, che tuttora non ne sa niente, lo ha detto solo a tua nonna che l'ha fatta andare a Milano dicendo a tutti che doveva fare un corso di specializzazione, ti avrebbe dovuto lasciare in un orfanotrofio e poi si sarebbe dovuta rifare una vita all'estero (quindi tua nonna è convinta che tu sia in qualche orfanotrofio), ma tua madre non ne ebbe il coraggio e così ti portò a Tarquinia dove ti lasciò a Rosie, che firmò qualche documento per adottarti, poi tua madre si ammalò di tumore al cervello e così tornò a Milano per le cure mediche ma invano, perché morì. Quando seppi della tua esistenza avevo poco più di 8 anni, Fra mi disse tutto contento che aveva una sorellina, che si chiamava Gaia e che aveva il sorriso più bello del mondo. Io non ci credetti e gli dissi che 'la pancia della mamma non si era gonfiata come tutte le altre'..." fa una breve risatina prima di proseguire "... lui mi disse che era vero e che se non ci credevo sarei andato la sera stessa a casa sua a vederlo con i miei occhi. Così feci, e ti vidi sorridente che giocavi con tuo fratello, ridevi e lui ti stringeva come se fossi la cosa più preziosa al mondo... rimasi letteralmente senza parole. Quando mi vide disse semplicemente 'hai visto?'. Nonostante tutto, però, non ne ero del tutto convinto. Se non sbaglio ero in prima superiore quando Fra mi disse che eri stata adottata, ma che per lui non sarebbe mai cambiato niente e che tu eri comunque la sua amata sorellina. Improvvisamente per me tutto ebbe senso, capii che avevo ragione, tutto coincideva. Neanche per me in realtà cambiava granchè ma avevo la soddisfazione di dirgli che avevo ragione. Lui mi supplicò letteralmente di non dirti niente e lo feci, mantenni il segreto... fino ad ora"

Cerco il suo sguardo per la prima volta in vita mia e, una volta trovato, mi decido ad aprire bocca

"Come si chiamava mia madre?"

"Vania, si chiamava Vania"

"Era bella?"

"Bellissima"

"Hai mai visto una sua foto?"

Annuisce esitante e aggiunge "Me l'ha fatta vedere Fra"

"E le assomiglio almeno un po'?"

"Era uguale a te"

Sorrido lievemente e appoggio la guancia al finestrino immersa nei miei pensieri

Nonostante tutto, ti amo // Alessio BernabeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora