-Oh no, non guiderà veramente Victoria fino a Nizza.- disse Jannik, rivolgendosi al resto del team con una nota di scherzo nella voce. La sua osservazione scatenò un sorriso sul mio volto, mentre mi avvicinavo a lui nell'antro dell'auto.-Mi dispiace caro Jannik, ma oggi farò da taxista.-risposi soddisfatta, dandogli una leggera spallata giocosa. Non sarei partita con loro per il viaggio fino a Pechino, ma li avrei raggiunti poco dopo gli esami dei corsi aggiuntivi che mi aspettavano il giorno seguente.
Le nostre risate risuonavano nell'abitacolo mentre ci preparavamo per il viaggio. Il sole mattutino filtrava attraverso il parabrezza dell'auto, illuminando l'interno con una luce dorata mentre ci avventuravamo lungo la strada.
-Penso sia un'ottima guidatrice.- intervenne Darren, con un sorriso incoraggiante mentre si accomodava nel sedile accanto a me. La sua fiducia nelle mie abilità al volante mi rassicurò e mi fece sentire apprezzata.
-Oh, grazie, finalmente qualcuno che crede in me.- risposi con un sorriso, sentendomi leggermente sollevata da quel sostegno inatteso.-Ehi, attenzione, io non ho detto che non credo in te.- replicò Jannik dal posto centrale posteriore dell'auto, intervenendo nella conversazione.
-Ho solo detto implicitamente che secondo me non sei ottima al volante.-
-Ma smettila.- lo interruppi scherzosamente, scuotendo la testa con un sorriso complice.
Il suo sarcasmo era un elemento fondamentale del nostro rapporto, e non potevo fare a meno di apprezzarlo nonostante tutto.E così, con il suono del motore che ronzava dolcemente sotto di noi, ci lasciammo alle spalle la città e ci avviammo verso l'aeroporto di Nizza.
-Eccoci qui.- dissi con un sospiro di soddisfazione, spegnendo il motore della macchina di fronte all'imponente edificio.
-Beh, i giornalisti non hanno perso tempo ad arrivare.- fece notare scherzosamente Simone, indicando la folla di fotografi e reporter che si agitava intorno a noi.
-Che palle! Non ne ho proprio voglia.- commentò Jannik, la sua paura appena percettibile emergeva leggermente nella sua voce.
-Non così.- gli dissi, guardandolo dritto negli occhi. Conoscevo le sue ansie, ma insieme avevamo imparato a gestirle.
-Scendete pure, io arrivo subito.- aggiunse, rivolgendosi al resto del team che si era già preparato a scendere dall'auto.
Jannik si voltò verso di me, porgendomi i suoi occhiali da sole con un'espressione complice. Alzai un sopracciglio in segno di domanda, chiedendomi il motivo di quel gesto. -Almeno i giornalisti non si faranno troppe domande su di te.- disse con un sorriso.
-Vuoi perdere l'aereo?- risposi sarcastica, ma la sua vicinanza e il suo sguardo intenso mi fecero smorzare l'ironia. Si avvicinò ancora di più, fissandomi negli occhi. -Victoria, non ti preoccupare, senza di me non partono.- mi assicurò con un sorriso che faceva battere più forte il mio cuore.
-Si, ma i giornalisti li devi affrontare comunque.-replicai, tornando leggermente seria ma cercando comunque di mantenere una dolcezza nel tono.
-Sarò me stesso, come mi hai insegnato.- disse più per se stesso, sorrisi alle sue parole.
-Proprio così.- risposi, lasciando che le sue parole si insinuassero dolcemente nel mio cuore. Con tutta quella gente intorno, non mi sembrava il momento opportuno per esprimermi completamente, ma i nostri sguardi si stavano fondendo alla perfezione.Inaspettatamente, sentii le sue labbra sfiorare delicatamente la mia nuca, provocandomi una sensazione che il mio cuore di ghiaccio non aveva mai provato. Quel contatto leggero era come una scintilla che accendeva un fuoco dentro di me, riempiendomi di una calda sensazione di benessere e conforto.
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Minds in love// JANNIK SINNER
Fanfiction"Ogni partita, ogni punto, ogni respiro... sono solo il riflesso della tua determinazione interiore. Tu sei più grande dei tuoi successi sul campo; sei la somma delle tue speranze, dei tuoi sogni e della tua resilienza. Ricorda sempre il tuo valore...