Capitolo 7 Non andare via!

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Mi alzai presto,erano circa le 6, i miei ancora dormivano..
Scesi velocemente. In realtá non sapevo dove andare e che bus prendere ma volevo solo scappare da quel posto.
Amavo tutto ciò che mi faceva male, tutto ciò che era complicato. Ero io a non essere normle? Perchè? Amavo qualcosa di cosí complesso, che portava vuoti lacrime sogni distrutti...e io lo amavo. Amavo il dolore. Non era una bella sensazione ma era una dipendenza quando sembrava che mi stessi riprendendo, ricadevo in quella dipendenza, entravo su whatsapp, ci pensavo,guardavo la strada in cerca di quella macchina... e se quel semplice "ultimo accesso oggi alle..." poteva farmi del male come un pugno al petto, come potevo reaggire sapendo che lo avrei rivisto, che lui era li. Prima di andare, tornai un'ultima volta in quel posto , quella terrazza, volevo un'ultimo contatto con Mirko, si forse speravo di trovarlo li..ma a giudicare dall'ora dormiva sicuramente. Salí le scale portai con me tre ricordi. Aprí la porta, mi sedetti ad osservare il mare. Presi la felpa, le rose e le sparsi nel pavimento, sembrava quasi un'esplosione di colori, dopo quel gesto avrei lasciato tutto li, non avrei avuto altro, nulla che mi facesse pensare a lui. Raccolsi la borsa all'angolo e andai, chiusi lentamente la porta, forse non solo quello, forse chiusi anche il mio cuore. Le ultime lacrime mi bagnarono il viso, scesi in fretta, di corsa. Presi l'autobus e andai alla stazione, arrivai troppo tardi, cosí mi misi ad aspettare il treno successivo. Accanto a me due ragazzi si davano l'addio, lui partiva come militare, lei era in lacrime, dovevano proprio essere innamorati quei due. Speravo potesse arrivare qualcuno anche per me...
Sentí una mano sulla mia spalla...mi girai in fretta sorridendo.
-"Scusa è tua questa felpa..?" Disse un ragazzo, non era quel ragazzo, lui era biondo, occhi azzurri, non era basso, era diverso da ciò che aspettavo..
-"S..s...si" risposi.
-"Tutto ok?" mi guardò dritto negli occhi..
-"si...grazie per la..."indicai con uno sguardo la felpa...
-"Ah si! Ahhah per la felpa, ma nulla figurati" sorrise e poi si mise a sedere accanto a me.
Ci misimo a parlare, entrammo in confidenza.
-"E il tuo ragazzo?"
-"No..io.. Scusa devo andare" presi la borsa e scappai velocemente. Il tuo ragazzo"...rimbombava nella mia mente...
-"Gaia...aspettaaa...torna qui...hai dimenticatooo..."disse Cerlo cosí si chiamava.
Qualche ora dopo tornai dopo essermi calmata...lo trovai ancora li seduto nella panchina con in mano..
-"Ah sei tornata allora..ho provato a cercarti ho cercato pure Cris mi ha detto che non sapeva dove eri...i tuoi non rispondevano"
-"cosa? Tu hai il mio telefono? Come cazzo ti permetti? Chi ti ha dato il permesso di chiamare cris..?" urlai.
-"Scusa..eri sparita hai lasciato questo qui e quindi...ho avuto paura...ho chiamato le prime persone in rubrica..."
Presi il telefono e mi voltai..mi allontanai subito, aveva violato la mia privacy.
-"Ah...e ti ha cercata anche una certa Erika..ho risposto mi ha detto che la dovevi chiamare urgentemente.. ..Marco penso si chiami..in ospedale" richiamò la mia attenzione.
-"Marco...intendi Mirko? Quel Mirko...che è successo" corsi incontro a lui
-"Non so, si un certo Mirko.." lasciai li Carlo.
Corsi fuori dalla stazione e chiamai Erika.
"il numero da lei chiamato è al momento irragiungibile", la chiamai 7 volte. Cosí corsi alla fermata e presi il primo autobus per Pomezia.
Arrivai sotto casa di Mirko, inizia a suonare e risuonare, nessuno era in casa, non rispondevano, le finestre chiuse le luci spente, e non c'erano nemmeno le macchine.
Richiamai Erika...era libero
-"Erika che....succede?"
Piangeva..cerco di respirare..
-"Gaia..Mirko è in ospedale da ieri, ho provato a chiamarti..."
Ripensai alla chimata della sera prima, quando chiusi e spensi tutto adesso ricordavo.
-"Che cosa succede?"
-"Mirko è in coma..."
Caddi a terra lasciai cadere il telefono scoppiai a piangere, era tutta colpa mia.
-"Gaia..ci sei...ti prego vieni qui Mirko ..." non la feci continuare..
-"Dove sei..?"
Continuò cosí la chiamata, presi il primo taxy e tornai a roma, davanti l'ospedale. Lui era li, per colpa mia, solo colpa mia.
Corsi nel raparto, vidi seduti i genitori di Mirko in lacrime...Erika lo guardava dal vetro.
Mi vide lo zio Diego, corsi li e lo abbracciai, scoppiai a piangere, non sapevo cosa dire
-"Scusate è tutta colpa mia, abbiamo litigato, scusate..."
-"Non è colpa tua, correva e un camion lo ha travolto in macchina"
-"Si ma lui era arrabbiato, ...Erika.." mi prese per mano..
-"Promettimi che gli starai vicino ha solo bisogno di noi."
-"Promesso" la guardai dritto negli occhi.
Entrai in stanza, mi feci forza, era li con quei ricci sul cuscino e quei apparecchi collegati, occhi chiusi...
Mi avvicinai li , lo presi per mano, lo accarezzai, sembrava dormisse, ma quel sonno non doveva durare cosí tanto, si sarebbe dovuto svegliare, io ero li per quello per vederlo sorridere, come la prima volta.
Entrò il dottore, mi disse che sarei dovuta uscire, cosí ne approfittai per chiamare i miei genitori, raccontai tutto, dissi anche che avrei dormito in ospedale e che non avrei accettato obbiezioni. Mi sentirono i genitori di Mirko..
-"No, torna a casa, tornerai qui domani" disse sua madre.
-"No, Mirko è qui per causa mia, e finchè non uscirá resterò qui."
Sua mamma si risedette. Nessuno disse nulla.
Cercai di non pensare al peggio, cercai di immaginare Mirko quando si sarebbe svegliato e io li con lui. Lo amavo e credevo nei miracoli.
Se la vita, il destino era riuscito a portare un angelo sulla terra, se è riuscito a donarmi questo angelo, non sarebbe stato di certo lui a portarmelo via. Lui sarebbe rimasto il mio angelo, qui sulla terra, questa volta però a proteggerlo dovevo essere io, i ruoli si invertivano, e come lui era riuscito fino a quel momento a difendermi da tutto e tutti, dovevo essere anch'io in grado di proteggerlo e amarlo, come solo noi sapevamo fare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 07, 2015 ⏰

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