Prologo

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"A tutti coloro che si sentono schiavi dell'inferiorità, che questo libro sia un riflesso della vostra vera grandezza e un promemoria del vostro valore unico e inestimabile."

29/5/17
Era una calda giornata di maggio, il sole splendeva alto nel cielo e il campo di calcio era completamente deserto. La stagione era finita da poco e la squadra di calcio dove Harry era capitano aveva deciso di organizzare una serata fuori per celebrare i successi della stagione appena trascorsa. "Allora ragazzi, sta sera vogliamo uscire?" domandò Harry. Tutti i membri della squadra erano entusiasti di trascorrere una serata insieme, ma nessuno era più emozionato di Niall e Zayn, i due giocatori più stravaganti e divertenti del gruppo.

Mentre i compagni di squadra si cambiavano negli spogliatoi Niall rispose "Mi piacerebbe tanto Harry, è da tanto che non organizziamo un'uscita tutti insieme". Harry, toccò i suoi capelli ricci disordinati e mostrò il suo sorriso smagliante, era il capitano della squadra e aveva sempre una parola di incoraggiamento per i suoi compagni. Niall, invece, era il più giovane del gruppo ma anche il più basso, ma robusto. Era sempre pronto a scherzare e a divertirsi, ma allo stesso tempo era un giocatore molto talentuoso.
"Che serata ci aspetta stasera!" esclamò Niall, entusiasta. "Dove vogliamo organizzare?" chiese Harry a Zayn, l'intenditore di feste per quanto ne sapeva.
"Ha aperto un bar a fondo borghese, ho sentito che è carino" rispose poi.
"Non vedo l'ora di bere qualche birretta e ballare tutta la notte!" esclamò Niall, con un sorriso smagliante.

"Quindi chi viene?" chiese Harry guardandosi intorno, per poi cercare lo sguardo e l'approvazione dell'unico ragazzo che voleva che fosse presente. Poi lo vide, con l'intento di mettere quei jeans blu che gli stavano troppo larghi in vita e troppo stretti nei glutei, e sorrise nel vederlo saltellare. Molti ragazzi diedero risposta e poi finalmente si girò guardandolo.

I capelli scombinati e ancora bagnati dalla doccia, la maglietta appiccicata completamente che lasciava poco all'immaginazione fasciando perfettamente i punti particolari del ragazzo "io non penso di esserci, devo andare da Jonas" rispose il ragazzo sistemandosi i vestiti sporchi nel borsone, poi prese la mini size di un profumo e se la spruzzò. "Eddai Louis, non vieni mai, sei sempre impegnato, e poi dobbiamo festeggiare la fine di questa stagione" questa frase di Niall uscì come una supplica nei confronti di Louis, ci teneva veramente al ragazzo e voleva che fosse uno di loro quella sera.

Harry nel mentre stava cercando di asciugare i ricci ancora bagnati, era senza maglietta senno avrebbe bagnato tutto senza un motivo valido. "Niall lo so lo so, ti prometto che la prossima volta vengo" Louis sorrise mentre pronunciava quelle parole per poi avvicinarsi al ragazzo e lasciargli un bacio sulla guancia "Avevo già promesso a Jonas che ci saremo visti sta sera" mugolò.

Harry si avvicinò al ragazzo e finalmente gli rivolse la parola "Gran bel gioco Louis ma sai che potevi fare molto meglio" disse facendogli i complimenti. "Non fare il duro Harry" disse Zayn. Louis era molto più piccolo di Harry, non capiva di certo quando sentirsi attaccato e quando invece stava soltanto provando a spronarlo "Io invece penso di aver giocato meglio degli altri giorni" gli disse soltanto per fargli un torto. Harry gli lasciò uno sguardo, prima a quei occhi e poi finalmente a quel bramoso corpo che lo richiamava "potevi sempre fare di meglio" disse passando di nuovo lo sguardo ai suoi occhi.

E Louis tenne lo sguardo, guardandolo anche lui come se volesse mangiargli l'anima "Vogliamo parlare di quella palla che hai passato a Niall? potevi benissimo fare gol da quella distanza, che c'è?" gli disse avvicinandosi di poco. Nello spogliatoio in poco calò il silenzio. "Ti sei fatto prendere dal panico, vero? Non sei abbastanza sicuro di te stesso per segnare quel gol?" disse Louis, con un tono sarcastico.

Harry lo guardò con rabbia negli occhi. Era stato un momento difficile per lui, aveva sbagliato una grande opportunità e quel ragazzino lo stava umiliando davanti a tutti.
"Ma che cosa stai dicendo, Louis? Non ho bisogno di sentire le tue battute stupide in questo momento" rispose Harry, cercando di mantenere la calma e mascherare il turbamento con un tono di voce controllato.

Louis, invece, non mostrò segni di smorzare il suo sarcasmo. "Se fossi stato io ad avere quella palla avrei sicuramente segnato, e sono il portiere" disse con un ghigno, avvicinandosi lentamente verso Harry. La rabbia di Harry si trasformò rapidamente in fiamme di furia. Senza esitazione, si mosse di un balzo verso Louis, i suoi occhi bruciavano di rabbia. "Senti Louis, non permetterti mai più di dire una cosa del genere o la prossima volta vedi come resti in panchina per il resto della tua fottuta carriera" ringhiò, il suo tono carico di minaccia.

Il silenzio nello spogliatoio era assordante, rotto solo dal battito accelerato dei cuori di Harry e Louis. Louis rimase immobile, il suo sguardo freddo come il ghiaccio, ma con una determinazione indomabile.
"Non posso credere che tu possa essere così insicuro davvero. Sei il capitano della nostra squadra e dovresti essere il primo a credere in te stesso" disse Louis, alzando la voce, sfidando apertamente Harry, ma lasciandogli intendere quanto fosse importante per la squadra.

La tensione nell'aria sembrava palpabile, mentre i loro compagni di squadra guardavano increduli la scena che si stava svolgendo di fronte a loro. Harry si sentì come se il suo mondo stesse crollando, la pressione di essere il capitano e la delusione di aver fallito in quella situazione lo travolsero.
"E tu, invece, sei il primo a farmi sentire ridicolo. Non riesci a capire quanto sia importante per me questa partita?" rispose Harry, con gli occhi lucidi di rabbia e frustrazione.

La situazione era arrivata a un punto critico, con entrambi i ragazzi determinati a difendere la propria posizione. I loro compagni di squadra guardarono impotenti mentre i due ragazzi stavano discutendo, il calore della rabbia che emanava da entrambi era quasi palpabile nell'aria densa.

Senza una parola, Harry si lanciò su Louis scatenando una violenta lotta di pugni. Colpi furiosi si scambiavano mentre il resto della squadra guardava incredulo e incapace di intervenire per fermare la furia che si stava svolgendo di fronte a loro.
Tra i colpi che si scambiavano, Harry si sentiva travolto da una gamma di emozioni contrastanti. Ogni pugno lanciato contro Louis era caricato di rabbia e frustrazione, ma sotto quella sua emozione c'era anche un flusso sottostante di desiderio. Non poteva negare la strana attrazione che provava per Louis, anche se quel momento era dominato dalla collera.

La lotta continuò per alcuni minuti, fino a quando finalmente i compagni di squadra riuscirono a separarli "Ma state scherzando ragazzi?" urlò Zayn "Siamo una squadra unica, non avversari" disse mettendo fine al caos che si era scatenato nello spogliatoio. Harry e Louis furono tenuti a debita distanza, respirando pesantemente, i loro volti segnati dallo sforzo e dalla tensione. Mentre la situazione si calmava lentamente, Harry si rese conto di quanto fosse complicata la sua relazione con Louis. Oltre alla rivalità sportiva e alla tensione sul campo, c'era qualcosa di più profondo che sentiva dentro di se, una connessione che lui stentava a comprendere completamente.

Mentre la tensione calava insieme al silenzio in quello spogliatoio, Harry si sforzò di mettere da parte i suoi sentimenti contrastanti, consapevole che la lotta con Louis aveva risvegliato qualcosa in lui che avrebbe dovuto affrontare prima o poi.

"Harry hai esagerato" gli disse soltanto Niall. Ed Harry per non peggiorare la situazione prese le sue cose, si mise la maglietta e se ne andò.

True Love -Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora