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12/6/17
Harry aveva veramente esagerato quella sera con l'alcool, difatti quella mattina si svegliò con un grande mal di testa. Ogni battito era una scheggia di dolore che si irradiava dalla base del collo fino alla sommità del cranio, con una costanza che lo faceva tremare. Era come se il mondo intorno a lui fosse avvolto in un sudario di suoni ovattati e luci accecanti, mentre tutto ciò che desiderava era un po' di silenzio e oscurità. Ogni piccolo movimento del corpo lo faceva gemere. Ogni respiro sembrava alimentare quella pulsazione incessante, come se il suo cervello fosse in rivolta contro l'eccesso della notte precedente. Lui sapeva che questa sofferenza era il prezzo da pagare per i momenti di euforia e leggerezza, ma questo non rendeva il dolore più sopportabile.

Gli occhi erano rossi e pesanti, come se portassero il peso di ore di sonno interrotto e sogni turbolenti. Cercava rifugio nel buio, chiudendo le tende e cercando di allontanarsi da qualsiasi cosa che potesse aggravare la sua situazione. Ma anche il semplice gesto di alzarsi per prendere un bicchiere d'acqua sembrava una prova insormontabile.
Il suo mal di testa era come un'ammonizione. Gli ricordava che le scelte hanno delle conseguenze, e che l'euforia momentanea spesso si trasforma in un lungo giorno di sofferenza. Si sforzava di ricordare le risate della notte precedente, gli amici che lo avevano accompagnato, ma tutto ciò che riusciva a sentire era il dolore, costante e implacabile.

Spense la sveglia e guardò il display del telefono che indicava le cinque di mattina. Si alzò con non poca fatica e, nel mentre che si infilava i pantaloni, riscaldò del latte nel suo microonde che come sempre gli salvava la vita. Mangiò una merendina, cosa deleteria per la sua linea da calciatore, ma allo stesso tempo aveva fretta ed era la scelta più semplice. Bevve il suo latte velocemente e poi si infilò una maglietta presa dall'armadio scombinato.

Il campo da calcio vuoto di mattina era un luogo silenzioso, avvolto da una calma quasi spettrale. I riflettori alti gettavano un'ombra fredda sull'erba ben curata, creando un contrasto netto tra le aree illuminate e quelle immerse nell'oscurità. Il vento soffiava leggermente, facendo ondeggiare le bandiere sui pali, producendo un fruscio che riecheggiava nel silenzio.

Harry entrò nel campo da calcio vuoto, il suono dei suoi passi era appena percettibile mentre attraversava l'erba umida. La mattina era fresca e silenziosa, i riflettori gettavano una luce fredda sulle tribune vuote e le bandiere si muovevano leggermente al vento.Non indossava la divisa della squadra essendo che c'era il riposo. l capelli ribelli che gli cadevano sulla fronte mentre si muoveva con agilità.

Sicuramente Harry non si aspettava di certo l'arrivo di Louis che arrivò dopo poco, si avvicinò a Harry con un sorriso sul volto. "Ehi, Harry, stai per fare un riscaldamento oppure stai cercando di imitare un pavone?" disse Louis, guardandolo. Harry si fermò, sollevando lo sguardo per incontrare quello di Louis. "Certo che sto facendo un riscaldamento, Louis. Qualcosa che tu dovresti provare ogni tanto anziché startene fermo tra i pali" rispose Harry con serietà, cercando di non farsi coinvolgere dalle provocazioni. Louis rise sarcasticamente. "Oh, guarda chi parla, il campione degli assist mancati. Hai mai pensato di essere più utile come massaggiatore anziché come giocatore?" disse Louis, alzando le sopracciglia in modo sfidante.

Harry serrò i pugni, sentendo il sangue iniziare a ribollire nelle vene. "Almeno io non faccio diventare la rete un passatempo per le farfalle, Louis. Sei fortunato che Jonas non veda come passi il tempo durante le partite" rispose Harry, lasciando trasparire una nota di irritazione nella sua voce. Louis sorrise maliziosamente, sapendo di aver colpito nel segno. "Ah, ma almeno ho un fidanzato. Tu invece... forse dovresti smetterla di fare il cascamorto e concentrarti sul campo" disse Louis, inclinando leggermente la testa con un'espressione beffarda. Harry sentì la rabbia salire dentro di lui, ma cercò di mantenere la calma. "Sai cosa, Louis? Meglio fare il cascamorto che finire sempre in porta a fare la statua" disse Harry prima di voltarsi e continuare il suo riscaldamento.

True Love -Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora