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"Gemma." Mi richiamano e mi volto di scatto.

"Evan." Sussurro, asciugandomi le lacrime.

"Che ci fai qui?" Domando, stringendo le braccia al petto.

"Ti cercavo e sapevo che ti avrei trovata qui" Dice, portando le mani nelle tasche della sua tuta.

"Oh." Mormoro.

"Comunque alcuni di noi abbiamo deciso di dirigerci in un bar qui vicino, se vuoi venire fatti trovare pronta tra una ventina di minuti." Scatta, quasi con tono infastidito, per poi andare via.

Ho tanta voglia di fermarlo e dirgli esattamente quello che provo, urlandogli che mi dispiace.

Guardo ancora la camera, per poi chiuderla alle mie spalle.

"Eccola! Finalmente." Urla Lauren, portando le mani suoi fianchi.

"Dov'eri finita? Dobbiamo uscire ed ubricarci finchè non ci sentiremo male!" Mi tira e mi spinge verso le scale.

"Tipo George Shore?" Chiedo ridendo, quando sento una leggera risata provenire dal divano del salone, James.

"Esatto! Quindi vestiti da gnoccona!" Continua, lasciandomi una pacca sul sedere e correndo al piano superiore.

Evan's Pov

Decido di guardare la televisione,mentre aspetto il resto del gruppo che si prepari.

"Ciao Asociale!" Salta sul divano, posando i piedi sul tavolino.

"L'asociale vuole che tu levi le tue scarpe puzzolenti dal tavolino di mio padre." Rispondo, spingendo la sua gamba a terra.

"Ti voglio bene anch'io Horan." Ironizza e non posso far a meno di sorridere.

"Come mai non siete appiccicati voi due?" Mi chiede Camila,indicandomi Reag con lo sguardo, mentre parla con Ed.

"Sento il bisogno di restare da solo." La guardo e mi mostra il suo sorriso adorabile.

"Hai litigato con Gem." Afferma, sorridendo ancora e mettendosi in ginocchio sul divano.

"No." Scatto, riportando lo sguardo alla televisione.

"Andiamo! Dimmelo, dimmelo,dimmelo!" M'implora, mentre prova a farmi ridere con il solletico.

"Camila!Camila!" Rido, cadendo dal divano.

(1975- The City)

"Sono pronta." Annuncia, la sua voce.

"S-Sei stupenda." Urla Lauren, quasi meravigliata.

Mi alzo da terra, aiutandomi posando la mano sul divano. Mi alzo e il mio sguardo cerca subito il suo.

"Non è stupenda Evan?" Mi lascia una gomitata, Camila, sorridendomi.

Tossisco, "S-Sei meravigliosa, possiamo andare?" Chiedo, abbassando il capo e dirigendomi alla porta per uscire.

Gemma's Pov

Siamo tutti in auto, divisi tra me, Lauren, Camila, Reag ed Evan,mentre nell'altra auto il resto del gruppo.

E' tutto silenzioso e profondamente imbarazzante. Tanto che non ho potuto fare a meno di fissare per tutto il viaggio verso il locale, fuori al finestrino. Los Angeles è così luminosa e favolosa.

Scendiamo dalle auto e ci incamminiamo verso il locale.

"5 seconds of summer." Sussurro, leggendo la locandina.

"Andiamo Gem!" Mi richiama Lauren.

Entriamo e la musica entra dritta nelle mie orecchie. Un locale dalle pareti su un blu elettrico ed è composto solo da divanetti di pelle con tavolini.

"Piacere, il mio nome è Calum,piano superiore o terreno?" Mi chiede un ragazzo dagli occhi a mandorla e pelle scura.

" Superiore." Risponde James. Se non avesse parlato, forse non avrei notato la sua presenza.

"Seguitemi." Risponde, dopo un sorriso.

Lauren e Camila mi tengono la mano mentre saliamo, ma il mio sguardo non può fare a meno di fissare le mani unite tra Evan e Reag.

"Non fare la gelosa." Sussurra al mio orecchio Camila,capendo la situazione.

"I-io? Cosa vai a pensare!" Mento, facendo spallucce e alzando gli occhi al cielo.

Arriviamo al tavolo e ci vengono serviti i menù.

"Cosa prendi?" Mi chiede Reag, non sapendo decidere.

"Bèh, credo un -." Cerco di rispondere, quando vengo interrotta.

"Una coca-cola." Scatta Evan, tirandomi via il menù.

"Ma cosa ti prende!" Gli urlo contro.

"Hai diciott'anni, ma non hai mai bevuto in vita tua e questo non è il momento adatto." Risponde allo stesso tono.

Porto le braccia al petto e rimango muta, per non creare scenate. Mi alzo semplicemente dal tavolo e vado via da lui, da loro.

Le ragazze mi richiamano, mentre i ragazzi riprendono Evan per il suo comportamento.

"Mi dia qualcosa di forte." Ordino al barista, mentre mi siedo su uno degli sgabelli vicino al bancone.

"Subito." Mi sorride un ragazzo, suoi trent'anni.

Mi guardo intorno, notando la gente in questo locale, quando il mio sguardo cattura un'altro locale proprio di fronte a questo.

"Scusi, mi sa dire che locale è quello lì?" Chiedo, appena mi posa da bere sul bancone.

"Oh! E' chiuso da tempo." Inizia, mentre asciuga i bicchieri.

"Era una galleria d'arte." Continua, sorridendo al ricordo.

"Era di mia madre." S'intromette una voce familiare.

"Tua madre?" Chiedo a James, mentre il suoi occhi chiari fissano il bicchiere quasi vuoto.

"Tu sei il figlio di Taylor Swift?" Domanda sorpreso il barista.

"Già." Risponde annoiato.

"Mio padre amava follemente l'arte, tanto da farlo diventare un lavoro." Sorrido al mio di ricordo.

"Allora credo che sia passato sicuramente per di qui." Dico a James.

"Come si chiama tuo padre?" Mi domanda curioso il barista. Prendo un sorso di alcol, per poi parlare.

"Harry. Harry Styles." Il ragazzo spalanca gli occhi e lascia cadere uno dei bicchieri che stava per pulire.

"Tuo padre è Styles?!" Urla, ancora sorpreso.

"S-sì." Continuo spaventata.

"Aspetta." Mi dice, per sparire qualche secondo.

"Mia madre conosce bene tuo padre." Mi richiama James, dopodichè decide di alzrsi ed andare dagli altri.

lo guardo allontanarsi, quando il ragazzo dietro al bancone mi richiama.

"Guarda." Mi porge una foto.

"E' mia madre." Rimango sorpresa, notando il suo viso così giovane.

"La conobbi quando era con tuo padre, esattamente agli inizi della loro relazione. Poi mi vennero a trovare quando rimase incinta di te. E' grazie a lei se ora ho un locale tutto mio." Mi sorride, notando gli occhi lucidi per la felicità.

"Il mio nome è Gemma." Dico, porgendogli la mano.

"Gemma? Hai il nome di tua zia." Rimane ancora una volta sorpreso e sopraffatto dalle scoperte di stasera.

"Mia zia?" Chiedo confusa. Mio padre aveva o ha una sorella?

"Facciamo così, ti lascio il mio numero. Spero che tu domani mattina riesca a passare per di qui, così avremo tempo per chiacchierare." Dice, lasciandomi un tovagliolo con il suo numero ed il suo nome, Ashton.

Mistake /Sequel Little Me /(#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora