04 - IMPOTENTE

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«Che cos'ha?» chiesi, accarezzando la fronte di Chuuya, ancora privo di sensi. Con l'indice gli lisciai la piega tra le sopracciglia. Persino mentre dormiva, il viso era contratto in un cipiglio. «Sta soffrendo?»

«Difficile a dirsi», rispose Yosano. «Non ha alcun tipo di lesione fisica».

«E allora perché non si sveglia?»

«Non lo so, Dazai. Possiamo solo aspettare e, nel mentre, tenere il suo corpo in condizioni stabili».

Questa risposta non mi aveva soddisfatto. Mi piegai su di lui, sussurrando al suo orecchio. «Arahabaki, svegliati. Non vorrai farti ridurre così da un bastardo qualsiasi».

Chuuya non si mosse e l'oscurità nel mio petto si fece più intensa.

Sentii bussare alla porta e il viso di Kunikida fece capolino dall'uscio. «Dazai, vieni. La riunione sta per cominciare».

«Arrivo».

Mi concessi un'ultima carezza a Chuuya e seguii Kunikida. Entrai nella sala, dove tutti avevano già preso posizione, il presidente Fukuzawa a capotavola, Ranpo alla sua destra, mentre il posto alla sua sinistra era stato lasciato libero per me. Mi sedetti.

«Come tutti voi sapete, l'Agenzia di Detective Armati oggi è stata attaccata da un individuo la cui identità rimane un'incognita», iniziò il presidente, con aria grave. «Quel che è peggio, è che il suo stesso obiettivo rimane un mistero».

«Verrebbe scontato pensare che sia venuto per la Pagina», disse Kunikida.

«Non è così semplice. Altrimenti non avrebbe attaccato direttamente l'ufficio del presidente anziché venire prima da noi?» puntualizzò Ranpo. «Non avrebbe senso allertare tutti noi agenti prima di tentare di rubare la Pagina».

«Inoltre», dissi io, «un'altra incognita è la sua abilità. Ha dimostrato di avere un corpo elastico fuori dal comune, ma non si spiega come abbia fatto a neutralizzare Chuuya in quel modo».

«E poi, perché subito dopo aver ferito Nakahara-san se n'è andato?» chiese Atsushi. «Dopo aver tirato la bomba lacrimogena, non avrebbe avuto più senso che cercasse di prendere la Pagina o qualunque cosa per cui era venuto mentre eravamo fuori gioco, anziché scappare?»

«A meno che l'obiettivo non fosse proprio Nakahara», disse Ranpo.

«Yosano ha detto che il suo corpo non ha lesioni», dissi.

«Solo il risveglio di Nakahara ci darà qualche risposta sia sul suo obiettivo, che sulla sua abilità», concluse il presidente. «Nel frattempo, rimettete tutto apposto e controllate che non abbia rubato niente».

Qualche ora dopo, quando ormai le luci del sole avevano lasciato spazio alla sera, una volta appurato che effettivamente non mancasse nulla all'appello e controllati i filmati della sicurezza per scovare qualche indizio, Yosano venne finalmente ad avvisarci che Chuuya si era svegliato.

Io, il presidente, Ranpo e Kunikida andammo in infermeria.

Quando entrai, notai subito che Chuuya era ancora sdraiato e sbatteva le palpebre lentamente. Mi sarei aspettato di trovarlo seduto, sul piede di guerra, incazzato come non mai, ma sembrava debole e confuso. Aggrottai le sopracciglia.

«Nakahara, come ti senti?» chiese il presidente.

«...Come se mi avesse investito un camion», mormorò.

«Se un camion ti investisse, sarebbe il camion ad avere la peggio», dissi. «Non scherzare, tirati su».

Non sopportando di vederlo così inerme, gli misi un braccio dietro le spalle e lo misi forzatamente seduto.

«Stai zitto, stronzo...»

Nonostante quella debole protesta, abbandonò tutto il suo peso contro il mio braccio e non fece nulla per scacciarmi. Strinsi gli occhi, incredulo e allarmato.

«Nakahara, come ha fatto quell'uomo ad atterrarti? Cosa hai sentito quando ti ha toccato?» chiese Kunikida.

Chuuya aggrottò le sopracciglia, cercando di ricordare, e mi lanciò un'occhiata. «...Mi sono sentito come quando mi tocca Dazai, ma peggio. Ha fatto molto più male e ho perso il controllo della mia abilità. Mi sono sentito... prosciugato. Poi ho perso i sensi... In realtà, mi sento ancora debole».

«Quindi, quando ti ha toccato, la tua abilità è stata sigillata come quando Dazai utilizza Lo Squalificato?» chiese il presidente.

«Non proprio... non lo so. Mi sono sentito come se... mi stesse strappando l'anima. È difficile da descrivere».

«Nakahara, puoi provare ad attivare la tua abilità adesso? Dazai, smetti di toccarlo», ordinò Ranpo.

Con un cattivo presagio nel petto, lasciai andare Chuuya per non ostacolarlo. Restammo per un attimo tutti immobili ad osservarlo. Chuuya aggrottò le sopracciglia.

«Non posso», mormorò.

«Forse ti senti troppo debole?» chiesi, sperando fosse così, anche se iniziavo a capire perché Ranpo avesse fatto quella richiesta.

«No! Ti sto dicendo che non posso! Non sento niente!»

Gli occhi di Chuuya erano spalancati e le pupille tremavano. Per un attimo, tornò a sembrare lo spaesato ragazzino quindicenne che avevo conosciuto.

«Quell'uomo... ha un'abilità come la mia... ma l'effetto dura anche dopo che ha smesso di toccare il soggetto», conclusi, sbalordito.

Tutti ci guardammo con aria grave. Se era così, quest'uomo era molto più pericoloso di quanto avremmo mai potuto credere.

«Nakahara, hai idea di chi possa essere? Ha preso di mira proprio te».

«No io... non saprei...»

Chuuya sembrava perso.

«Presidente, l'individuo che ha attaccato l'Agenzia è più complesso di quanto avessimo immaginato», intervenni. «Se la sua abilità è davvero simile alla mia, non si spiegano comunque le caratteristiche speciali del suo corpo. In ogni caso, se ha preso di mira Chuuya, potrebbe tornare per lui, che al momento non ha modo di difendersi».

Chuuya mi fulminò con lo sguardo. «Cosa credi? Che mi serva necessariamente la mia abilità per cavarmela?»

«È esattamente quello che penso», ribattei, ignorando il suo sguardo offeso e ferito. «È da quando sei bambino che fai affidamento solo sulla tua abilità, non sei in grado di difenderti senza. Inoltre, anche se quell'uomo non tornasse per te, ti fidi a dormire serenamente nel quartier generale della Port Mafia, con tutte le persone che non aspettano altro che farti le scarpe, in quel covo di serpi?»

«Quel che dice Dazai è vero», disse il presidente Fukuzawa. «Al momento, Nakahara, sei sotto la mia responsabilità. Mori Ougai avrebbe il pretesto per scatenare una guerra se ti accadesse qualcosa, quindi non escludo che potrebbe cercare di eliminarti lui stesso, ora che sei vulnerabile».

Chuuya sembrò voler protestare, ma all'ultimo secondo si morse le labbra, rendendosi conto che non era un'ipotesi impossibile.

«Ma se quell'individuo tornasse... potrebbe strappare l'abilità a qualunque agente cerchi di proteggere Nakahara», constatò Kunikida.

«Tutte, tranne una. L'abilità di Dazai annulla qualunque abilità, senza eccezione», disse Ranpo.

«In poche parole, Chuuya, dovrai sopportarmi per un po'», conclusi, non poco compiaciuto.

Se Chuuya non fosse stato neppure incapace di stare seduto senza supporto, probabilmente mi avrebbe liberato dalla gabbia della vita terrena in quell'esatto momento.


------AUTHOR'S NOTES

iniziamo ad entrare nel vivo della storia,

Nel prossimo capitolo, finalmente un confronto tra Dazai e Chuuya, a giovedì <3

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