La falange macedone

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La falange macedone è una derivazione della falange oplitica creata per affrontare truppe d'élite come le truppe del battaglione sacro di Tebe e quelle persiane.

La falange oplitica consisteva in un gruppo di uomini schierati uno affianco all'altro che formavano una linea di scudi. La falange sia quella oplitica che macedone era composta dagli opliti e la loro tipica armatura era composta dal Kranos elmo utilizzato principalmente dalle poleis doriche come Sparta e Argo, sul petto una armatura di solito in lino e cuoio chiamato linothorax, o dal thorax armatura fatta in bronzo, avvolte avevano delle protezioni in ginocchio fatte in bronzo (ma essendo molto scomode per la mobilità era raro che venissero indossate), come scudo avevano un aspìs, lance che potevano arrivare fino a 5 metri e come arma secondaria una spada in caso di combattimento ravvicinato.

L'armatura era a spesa del singolo soldato e quindi l'equipaggiamento secondario (schienale, elmo, ginocchiere) erano molto spesso assenti, solo i più ricchi avevano l'armatura completa e di solito erano presenti in prima linea.

Lo schema di questa falange era stato inspirato da la falange tebana, la cosiddetta falange obliqua, falange che concentrava la maggior parte delle truppe su un fianco per così accerchiare le truppe nemiche sull'altro fianco, vedendo l'efficacia di questo schema, talmente forte da sconfiggere l'esercito spartano a Leuttra nel 371 a.C., fu lì che Filippo II ideò la sua falange macedone.

, fu lì che Filippo II ideò la sua falange macedone

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Ricostruzione di una falange macedone

Le truppe frontali (prime tre file circa) tenevano le lunghe lance abbassate mentre gli opliti nelle retrovie le tenevano con angolazioni sempre maggiori.

La falange macedone consisteva in 256 uomini divisi o in un quadrato 16 x 16 o in un rettangolo 8 x 32. La falange al suo interno si divideva poi in gruppi sempre più piccoli fino al lochos composto da circa 8 uomini.

La falange si mostrò molto efficace contro quella oplitica, la falange di Filippo riusciva a respingere il nemico e a infliggere grosse perdite dalla distanza.

I suoi principale difetti erano la mobilità, la falange aveva due formazioni una da battaglia, in cui le lance si posizionavano una dietro l'altra e una da movimento, dove l'esercito aveva le armi e le truppe posizionate in modo scombinato per evitare incidenti con le lance. Questo difetto di organizzazione rendeva molto vulnerabile la falange se attaccata mentre era impreparata. Anche se attaccata ai fianchi la falange rischiava di crollare ed essere annientata, ma questo problema fu risolto schierando della fanteria leggera o della cavalleria ai lati delle truppe principali.

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