La battaglia

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I due schieramenti si incontrarono presso la città di Pherae, si eguagliano per numero ma i romani hanno qualche migliaio di uomini in più.

Il terreno era sfavorevole per tutti e due gli eserciti e entrambi i comandanti si ritirarono decidendo di muoversi verso Skotussa. Dopo due giorni di marcia in cui entrambe le fazioni non sapevano la posizione dell'esercito avversario Filippo si accampa nei pressi di Melambium e Flaminino vicino a un tempio dedicato alla dea Teti.

Io giorno dopo si alza una fitta nebbia e per assicurarsi la piena visione della regione Filippo manda delle truppe in avanscoperta. Stessa cosa farà Flaminino e in cima alla collina di Cinocefale i due gruppi iniziano uno scontro. I macedoni ebbero la meglio e le truppe di perlustrazioni Romania batterono in ritirata. Mentre la nebbia spariva i romani tornarono con dei rinforzi che cacciarono i macedoni. Durante la ritirata Filippo mandò altre truppe che respinsero nuovamente i romani oltre la collina, ma intanto Flaminino aveva organizzato due legioni che marciarono verso la collina, anche i macedoni si avvicinano con dei rinforzi di due falangi, la vera battaglia ha inizio.

Le falangi si schierarono in una unica grande fila di picche e i romani guidati da Flaminino scagliano le loro lance contro di essa. Appena avvicinate le falangi iniziano a dare gravi perdite ai romani che all'inizio devono leggermente ritirarsi di fronte all'impressionante spinta delle falangi, solo grazie alla organizzazione e alla mobilità delle legioni il fronte delle truppe romane tiene duro e non crolla davanti alle picche macedoni.

Il resto delle falangi macedoni si stava avvicinando e le altre due legioni romane insieme agli elefanti le attaccano immediatamente. Le restanti falangi non fanno in tempo a schierarsi e vengono travolte dalle legioni romane con un attacco devastante che manda in rotta i rinforzi di Filippo. Un centurione dell'esercito romano in quel momento capisce che può far vincere la battaglia a Roma, con i suoi uomini si stacca dalla sua legione e riesce ad attaccare alle spalle le restanti Falangi di Filippo che combattevano contro le legioni di Flaminino.

Con questo attacco la spina dorsale delle forze Macedoni crolla e la falange viene rotta. Filippo capisce che non potrà riorganizzarsi e batte completamente in ritirata. Le restanti falangi alzeranno le lance in simbolo di resa ma i romani non comprendendo l'azione continueranno ancora per molto la carneficina. Le perdite per i macedoni sono di circa 6000 uomini tra morti e feriti e 5000 truppe catturate, quelle romane stando alle fonti dell'epoca sono circa 1000.

La battaglia di CinocefaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora