Anima

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«Ti prego Valentino... Basta... non ce la faccio più» 

Un demone nerboruto lo afferra per le caviglie, aprendogli ancor di più le gambe, spingendogli le ginocchia fino a quando queste non toccano il letto, mostrando alla telecamera il suo corpo sfatto. 

Sono tre ore che vanno avanti. Tre ore in cui non gli è stato concesso di riposare nemmeno per cinque minuti. I demoni si susseguono uno dopo l'altro, lo afferrano, lo mordono, lo penetrano spingendo i lunghi artigli nella sua carne e lo sbattono ancora e ancora e ancora... 

«Per quanto ancora...» chiede voltandosi verso il suo padrone, il demone falena, Valentino, colui che lo ha fatto diventare la star del porno più acclamata all'Inferno. 

Valentino è seduto sulla sua sedia rivestita di rosso, un trono che spetta soltanto al regista, colui che decreta l'inizio e la fine del suo tormento. Sono tanti gli occhi che stanno assistendo a quella scena.

Angel Dust viene girato, la sua schiena si inarca in un scivolo perfetto mentre le mani dell'attore gli allargano le natiche mostrando all'obbiettivo il suo antro malmesso. 

Quanti diavoli lo hanno riempito con il loro sperma? si domanda consapevole di averne perso il conto.

Quella non è un'orgia. Non è niente di paragonabile a ciò che lo ha costretto a registrare nei film precedenti. 

C'è un continuo via e vai di demoni desiderosi di possederlo, di entrargli dentro e ringhiargli contro le peggiori parole. "Non vali niente", "sei la mia puttana", "succhia troia, succhia"... Il suo corpo è a pezzi, sfinito, non riesce a provare nient'altro che dolore. Il piacere è terminato dopo circa un'ora, e ormai sono due quelle in cui si contorce e si dimena sotto alle spinte dei suoi assalitori. A nessuno però pare importare. 

«Valentino ti prego-» prova ancora a chiamarlo, a sovrastare le voci di godimento del demone che gli sta praticamente scavando dentro. Sente la sua erezione spingere con brutalità, tanto a fondo da iniziare a temere che gli entri nello stomaco. Sente male ovunque, il suo corpo è pieno di lividi, i segni delle sculacciate sono visibili sulla sua pelle lattea. 

Gli occhi sono lucidi, dalla bocca scivola della saliva, non ha neppure la forza di chiudere la mandibola. 


Il demone continua a scoparlo, a ignorare le sue parole, le sue condizioni, ringhiando come un animale mentre lo cinge per il ventre. Quel tizio ha le mani tanto grandi che i pollici gli sfiorano entrambi l'ombelico mentre le altre quattro dita riescono a circondargli per intero il busto.

Sta affondando in lui con tutto il peso del suo corpo. Quanti saranno? 85kg? 

Spinge le braccia nere e ricoperte di muscoli e venature verso il basso, assottigliandogli lo stomaco tanto da renderlo per un attimo carta velina. 

Angel apre la bocca per urlare e cercare aria, ma non riesce né a fiatare né a trovare ossigeno. Inizia a pensare che perderà i sensi, manca davvero così poco prima che il suo cervello decida di staccare la spina e abbandonarlo all'oblio. 


Nulla può andare peggio di così. D'altra parte si trova già al fottuto Inferno. 


Il demone accumula bava tra le fauci e sputa. Sente la sua saliva viscida e calda schiantarglisi contro il naso, scivolare e colpire in parte l'occhio e la guancia. Angel Dust non sa più cosa guardare, dove guardare, in quale telecamera lasciar scorrere le sue iridi. È solo distrutto, vuole solo riposare, cancellare quel dolore che sente sprigionarsi dal culo fino allo stomaco e poi giù, lungo ogni singolo nervo del corpo. 

Fai di me ciò che vuoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora