Lucia era in un affollato parco, seduta su una panchina a fare una sosta dopo una lunga camminata.
La gente attorno a lei non faceva altro che parlare della stessa cosa: una serie di misteriosi omicidi avvenuti nella sua città, impossibili da imputare a nessuno, i corpi erano intatti, non avevano lesioni, segni, sostanze strane nel sangue o altro, sembravano tutte morti perfettamente normali.
L'unico indizio era che tutti erano deceduti sopra un letto e nudi.
Le mani di Lucia automaticamente si misero a torcere i morbidi riccioli dorati, quelle notizie le mettevano ansia.
E se fosse stata lei la prossima vittima?
"Ciao"
Si voltò, una ragazza dai folti capelli rossi e gli occhi smeraldo si era seduta di fianco a lei.
"Anche tu agitata per i misteriosi omicidi di questo mese?" continuò e spostò dietro la schiena i capelli rossi.
"Sì, non sembrano provocati da nessuno, ma una coincidenza non possono essere, dev'esserci qualcosa sotto anche se i medici non lo trovano"
La pancia della rossa brontolò.
"Scusa, è da stamattina che non mangio, mi hanno rubato il portafoglio e così non ho nemmeno i soldi per pagarmi un biglietto e tornare a casa"
Le sue guance si tinsero lievemente di rosso e gli angoli delle sue rosee labbra si sollevarono in un sorriso imbarazzato.
"Se vuoi posso offrirti qualcosa al bar qua vicino e poi posso pagarti il biglietto"
"Veramente lo faresti? Non sai nemmeno come mi chiamo. Mi chiamo Alice, ora lo sai, piacere"
Le porse la mano bianca e dalle dita affusolate.
"Io sono Lucia, mi fa sempre piacere aiutare. Allora andiamo, stare in compagnia è anche meglio visto l'ultima notizia"
Ricambiò la mano, si alzò in piedi e raddrizzò la gonna scozzese che indossava.
Si recarono a mangiare e parlarono tutto il tempo.
"Sei davvero molto gentile, vorrei rivederti" disse a un certo punto Alice.
"Possiamo scambiarci i numeri"
"Io...non ho il telefono"
Lucia tossì, l'acqua le era andata di traverso.
"Cosa? Non hai 18 anni?"
"Mi si è rotto, è questo che intendevo dire, ovviamente non ho vissuto fino a ora senza telefono"
Il cameriere servì un bicchiere con una bibita rosata e una fragola dentro ad Alice.
"Grazie. Senti, visto che pagherai tu ti va di assaggiare? Le cannucce sono due tanto"
"Sembreremo due fidanzatine così"
"Vuoi dire che sono brutta?"
Lucia osservò Alice: era una delle ragazze più belle che avesse mai visto, occhi grandi e verdi, con lunghe ciglia nere per il mascara, il naso alla francese, le labbra né troppo sottili né troppo carnose.
La folta chioma rossa contrastava delicatamente la pelle diafana, rimandando ai dipinti delle varie nobildonne del passato.
"Sei così bella da non capacitarmene, non sembri umana"
Una strana scintilla passò nei suoi occhi verdi, a Lucia sembrò che qualcosa per un secondo nel suo sorriso fosse cambiato.
Forse era soltanto malizia.
"Va bene, assaggio" continuò e mise le labbra sulla cannuccia.
Alice fece lo stesso.
I loro occhi s'incrociarono.
Una strana agitazione rapì Alice, erano gioia ed euforia.
Stare vicino a quella biondina gentile la esaltava e quella consapevolezza la fece avvampare dall'imbarazzo.
Lucia staccò le labbra dalla cannuccia, si era accorta del rossore di Alice e lo trovò adorabile.
Qualcosa, anche se molto leggero, era appena sbocciato.Erano passati alcuni giorni e il loro rapporto si faceva sempre più unito.
Si vedevano ogni pomeriggio e quel giorno decisero di andare in un parco poco frequentato.
Erano su una panchina arcobaleno pastello e il venticello debole e fresco accarezzava la loro pelle.
Alice stava guardando intensamente Lucia.
Erano sole sotto gli alberi di ciliegio dalle chiome rosate.
Si avvicinò al suo volto e si baciarono.
Lucia, travolta dalla passione, la afferrò e la ribaciò.
Alice si staccò improvvisamente e si alzò in piedi di scatto.
"Che c'è?" chiese la biondina dopo che il suo cuore ebbe perso un battito.
"Non posso andare avanti"
"Perché?"
Una strana sensazione le si intromise nella pancia, quella ragazza era balzata improvvisamente nella sua vita per poi allontanarsi così bruscamente.
Il portafoglio rubato, il telefono rotto, era tutto sospetto, ma quella era la goccia che fece traboccare il vaso.
"Io...non ti voglio uccidere"
Gli occhi verdi di Alice guardavano terra, apparivano seri e inquieti.
"Cosa?"
La voce di Lucia uscì a fatica mentre dei brividi attaversarono il suo corpo.
Poteva sentire il suo stesso battito.
"Non posso baciarti troppo a lungo, non posso fare sesso con te, finirei per ucciderti"
"Perché?" chiese mentre i muscoli erano pronti a scattare per scappare.
Si sentiva in pericolo, ma al contempo le sembrava tutto troppo irreale per essere vero.
"Perché è nella mia natura, se vuoi salva la vita stammi lontana"
"Sei stata tu a ucciderli?"
"mi vuoi denunciare?"
Gli occhi verdi di Alice si spalancarono su Lucia, che d'istinto sentì un brivido attraverso la colonna vertebrale e un'onda gelida addosso al cuore.
"No! Non lo farei mai!"
Calò il silenzio tra loro due, ma in lontananza si sentivano dei passi.
Quella via tra i ciliegi non era dispersa come credevano.
I passi erano sempre più vicini.
Lucia sentiva il suo respiro sempre più rapido.
Guardava terra, ma poteva percepire la vicinanza di Alice.
Da dietro un albero comparve una ragazza dai capelli mori, la pelle ambrata e gli occhi castani.
"Sorella, devi venire"
Alice gettò un ultimo sguardo a Lucia, che d'istinto alzò gli occhi, e come era comparsa la prima volta se ne andò.
Quando le loro figure, che non sembravano affatto quelle di due sorelle, scomparirono, Lucia fece un sospiro di sollievo.
Si alzò in piedi, voleva andarsene, ma voleva anche scoprire quel mistero.
Andò nella direzione dove le due erano scomparse, ma i suoi stivali facevano troppo rumore.
Li tolse e camminò con soltanto le calze.
Il cuore le massacrava il petto, sentiva sia caldo che freddo, sudava e tremava, ma la curiosità era troppa.
Dopo qualche minuto di camminata sentì le loro voci, le vide e si nascose immediatamente dietro un albero.
Le sentiva appena.
"Perché non capisci? Saremo costrette a ucciderti se continui così. Ricordati: non si arriva al punto di uccidere, nessuno deve sospettare nulla"
Era la voce della ragazza mora.
"Ma è nella nostra natura"
"Natura? Abbiamo il libero arbitrio e Lilith non ci ha mai comandato di uccidere gli umani. Lei ci ha dato il potere di prelevare loro energia, ma ciò non significa che dobbiamo risucchiarla tutta e uccidere così un umano"
"Io ho deciso di risucchiare energia vitale fino alla fine, Lilith me lo ha concesso"
"Lilith spero ti faccia morire presto, lei è una dea, in quanto tale interviene raramente nelle vicende di noi succubi, ma questo non significa non disapprovi e non significa che non interverrà mai. Se così non sarà ci penserò io a ucciderti"
"Io mi sto innamorando di una ragazza, non ho intenzione di ucciderla e ora è sana e piena di forze"
Lucia si sporse, Alice aveva gli occhi umidi, lo sguardo a terra e moveva la pallida gamba destra avanti e indietro in modo ossessivo.
Non riusciva a vederle bene il viso, che era parzialmente coperto dalle ciocche ramate.
Tornò ben nascosta, non voleva farsi beccare, poteva morire.
Se non era ancora impazzita era perché tutto le sembrava irreale, una favola dalle tinte gotiche.
Come poteva essere qualcosa di così strano non essere un semplice incubo?
"Il tuo ultimo omicidio risale a due giorni fa"
"A qualcuno l'energia devo risucchiarla"
"Con equilibrio"
"Uccidimi allora, non voglio una vita dove devo sempre fingere e sempre trattenermi" esclamò quasi gridando, in quella voce c'era un graffio di disperazione.
"Sorella, devi soltanto usare l'equilibrio. Ti abbiamo già fatto cambiare città perché continuavi a uccidere gente, ti abbiamo fatto passare dalla Svezia, dalla Spagna, dal Canada fino all'Italia perché vogliamo tu viva, ma forse..."
"Forse?"
"Forse è meglio ucciderti, non so se potrai cambiare ormai"
"Tu...tu avevi detto che avresti aspettato a uccidermi"
La voce di Alice tremò.
"Perché non ti fermi mai?"
"Non riesco a fermarmi, non sono mai sazia, ho sempre bisogno di più energia vitale. Passo tanto tempo a scegliere le vittime, troppo tempo, e quando le trovo sono molto affamata, anzi, troppo affamata"
"Non voglio ucciderti qua, tra gli umani, in mezzo ai fiori di ciliegio. Voglio porre fine alla tua vita all'Inferno"
Alice scoppiò in un pianto rumoroso e il suo respiro rapido e forte velocizzò il battito cardiaco di Lucia.
"Mi dispiace, ma tanto che sia ora o tra poco sarebbe comunque finita così. Consolati, almeno hai sperimentato l'amore"
Un urlo squarciò l'aria e poi tuttò tornò silenzioso.
Alice era svenuta e già appariva come morta.
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Milk e Coffee
Cerita PendekQuesto libro contiene tre brevi racconti dalle tinte dark fantasy-horror. Nel caso ve lo stiate chiedendo no, non ci sono racconti su A2, ho messo questa copertina solo perchè ricorda un personaggio(Milk per la precisione). Milk e Coffee è il titolo...