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Sarebbe stato il loro primo incontro. Oscar non aspettava altro che conoscere il suo nuovo compagno di scuderia, era elettrizzato per questo.

Dall'altra parte c'era Lando, per lui ormai era routine incontrare il secondo pilota, nessuno riusciva a reggere dentro la McLaren a quanto pare, nessuno tranne lui.

Purtroppo il britannico si affezionava facilmente alle persone, questo era il suo più grande difetto, si ripeteva.

“Amare Carlos è stato il mio più grande sbaglio” Continuava a pensare, nonostante fosse passato qualche anno. Non riusciva ad accettare che lo spagnolo fosse andato avanti dopo la loro rottura, certo erano rimasti amici e forse il loro rapporto era anche migliorato ma lui, in cuor suo, sapeva che l'avrebbe amato ancora per molto.

«Allora Lando, sei pronto ad incontrare Oscar?» Lo riportò alla realtà Andrea Stella, team principal McLaren. «Oscar?» Il giovane era decisamente distratto. «Hai presente no… Il tuo nuovo compagno di scuderia?» Lo rimproverò con lo sguardo il maggiore. «Almeno prova ad includerlo nel gruppo…» Rinuncia così a farlo ragionare.

Norris semplicemente annuisce. Non vuole sicuramente partire con il piede sbagliato, ma neanche affezionarsi nuovamente a qualcuno che lo avrebbe certamente abbandonato. Si era autoconvinto di avere una sorta di maledizione.

Tra un pensiero e l'altro fa l'ingresso in stanza Oscar. «Buongiorno.» Dice semplicemente per poi zittirsi e sorridere semplicemente ai due. «Ehi ciao.» Lando si mostra amichevole, ma allo stesso tempo tiene le distanze.

Non era esattamente la prima volta che si incontravano ma lo era da quando erano diventati compagni di squadra. L'australiano ammira il britannico, infatti lo guarda con occhi sognanti, come uno che ha molto da imparare. Dall'altra parte invece… Norris sembrava non avere emozioni, stare lì per lui era indifferente.

«Bene ragazzi vi lascio allenare insieme. Andate a cambiarvi che a breve dovrebbe arrivare il vostro personal trainer.» Andrea conclude così la conversazione di presentazione e se ne andò.

Lando si diresse verso gli spogliatoi senza dire niente, sembrava assente, si muoveva autonomamente, ormai i suoi muscoli ricordavano perfettamente cosa fare, non doveva nemmeno pensarci. Oscar lo segui d'istinto, anche perché rimanere lì da solo non era il massimo…

«Tutto bene?» Chiese il più piccolo mentre lasciavano il borsone con il cambio nei propri armadietti. Vedeva l'altro discostato dalla realtà, come se stesse pensando a tutt'altro. «Si, una meraviglia.» Le parole di Lando non sembravano però molto convincenti, la sua espressione era corrucciata.

Il più giovane decise di non indagare oltre; nemmeno si conoscevano era ovvio che non volesse parlare con lui, così si convinse Oscar.

Ancora una volta seguì Lando, stando in silenzio dietro di lui. Si sentiva in soggezione perché aveva sempre sognato di essere in una scuderia di F1 e finalmente tutto si stava avverando. Era emozionato e a stento riusciva a parlare.

Il personal trainer era già in sala attrezzi ad aspettarli e, dopo essersi presentato al più piccolo, mise i due a fare qualche esercizio.

«Ehm…» Il più piccolo provò ad attirare l'attenzione del maggiore, però si fermò prima ancora di dire qualcosa. La sua timidezza continuava ad avere la meglio su di lui. «Forza ragazzi vi vedo smorti oggi. Tirate fuori la grinta!» Intervenne allora il personal trainer.
Lando sbuffò ma lo assecondò, avrebbe fatto di tutto pur di portarsi a casa la sua prima vittoria. L'australiano non fu da meno, cercò di seguire il maggiore ma gli era quasi impossibile. Per un secondo dubito di riuscire ad essere un buon pilota di Formula 1 ma si riprese quasi subito guardando il suo compagno di squadra allenarsi con tanta determinazione.

“Questi due un giorno riusciranno a fare grandi cose” pensò colui che gli allenava. Vedeva in loro una luce che non era riuscito a trovare in nessun altro.

Passarono così i giorni, fino ad arrivare alla prima gara della stagione: Bahrain.

L'umore in casa McLaren non sembrava essere dei migliori. Molti sapevano che la macchina non era in grado di portare i due giovani piloti alla vittoria.

Lando forse era quello messo peggio, era lì ormai da qualche anno e ancora non era riuscito a farsi valere, non aveva portato a casa neanche una vittoria. Iniziava a sentirsi un fallito, ma il britannico non l'aveva mai detto a nessuno. Avrebbe continuato a sorridere, soprattutto per ricordare la propria amicizia con Ricciardo.

Norris ha imparato molto dal tempo che ha passato con il maggiore, lo vedeva come un fratello più grande. Ancora oggi si maledice per non aver notato prima i problemi che l'amico aveva con la scuderia, avrebbe voluto aiutarlo ma l'australiano non gliel'ha mai permesso.

I ricordi gli annebbiarono la vista, non riusciva più a pensare. Ormai il semaforo era acceso e doveva concentrarsi, ma il rimorso e l'angoscia presero il sopravvento.

Finalmente partirono e la mancata concentrazione di Lando lo fece finire in fondo alla classifica, certo nelle qualifiche non era riuscito a fare un gran tempo ma era arrivato almeno a metà classifica. Con una partenza come quella di oggi ha rovinato tutto, non che la macchina gli avrebbe permesso di fare grandi cose… Ma si sa, la speranza è l'ultima a morire.

L'unica cosa a svegliare il britannico dal suo mondo fu un team radio:
«Piasti è andato a muro, la monoposto è distrutta.» Come sempre alla McLaren non fregava niente di come stessero i piloti, ma a Lando sì. «Oscar come sta?» Si ritrovò immediatamente a rispondere e, dopo che si fu accertato che stesse bene, riprese la gara con maggiore concentrazione; anche per redimersi da quello che aveva fatto fino a quel momento.

Non riuscì a fare molto dati i pochi giri rimasti, arrivò 17esimo, un risultato alquanto scoraggiante. Sia per la squadra che per se stesso.

Oscar non era messo tanto meglio. I suoi pensieri lo soffocavano, non si sentiva all'altezza. Continuava a pensare di aver fatto un grave errore ad inseguire quel sogno che tanto faceva quand'era piccolo.

“Sono un fallito” L'unico pensiero a riempire il proprio cervello. Fare un danno del genere nella prima gara di stagione non è proprio di buon auspicio e questo lo sapeva bene anche lui.

Oscar incrociò per pochissimo gli occhi di Lando. Vedeva in lui qualcuno da ammirare, o almeno era così solitamente. Oggi aveva visto solo tanta delusione ma il minore non riuscì a capire se ce l'avesse con la squadra o con se stesso; o perché no, proprio con Oscar.

Teacher's pet [Landoscar]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora