La verità

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Solo la matrigna aveva custodito il segreto oscuro della bambina.

I capelli, apparentemente innocui ma in realtà intrisi di malvagità, si erano dimostrati pericolosi per la piccola. Solo la sua conoscenza delle arti oscure l'aveva salvata dal loro influsso nefasto.

La matrigna si sentiva pervadere da un senso di angoscia e inquietudine, consapevole che se non fosse stata dotata di poteri magici, quei capelli avrebbero potuto uccidere Raperonzolo e anche lei stessa.

Più di una volta, durante la notte, aveva visto le ciocche che cercavano incessantemente di uscire, insinuandosi sotto la porta e attraverso la serratura, sibilando come serpenti.

La matrigna sentiva il peso del suo segreto e il rimorso per la decisione di imprigionare la giovane, ma sapeva che era per il suo bene e per il bene di coloro che la circondavano.di Raperonzolo. Ogni mattina le dava da bere un infuso che placava l'entità maligna che si annidava in quei fili dorati, ma sentiva che li stava solo intorpidendo. Se un giorno Raperonzolo avesse smesso di assumere la pozione, il disastro sarebbe stato irreparabile.

Aveva provato a tagliarli, naturalmente. Ma la bambina si era contorta in orribili grida di dolore, come se in qualche modo la stesse mutilando.

Così si era limitata ad ammansirli.

Tutto era andato bene, fino al giorno in cui quel giovane comparve a cavallo, brandendo una spada. Furono i capelli a suggerire a Raperonzolo come usare il principe a loro piacimento, per fuggire.

Adesso, la strega era morta e con lei la verità, sepolta nel bosco, sotto lo stesso mantello che nascondeva le sue ossa sbiancate dal sole e rosicchiate dagli animali.

(Continua)

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