𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝟼

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𝒏𝒐𝒕𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒊𝒍 𝒍𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒆: 𝑖𝑙 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑒𝑛𝑒 𝑠𝑐𝑒𝑛𝑒 𝑢𝑛 𝑡𝑎𝑛𝑡𝑖𝑛𝑜 𝑑𝑜𝑙𝑜𝑟𝑜𝑠𝑒, 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑎𝑔𝑙𝑖𝑎𝑡𝑒 𝑚𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑙𝑎𝑐𝑟𝑖𝑚𝑢𝑐𝑐𝑖𝑎 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑠𝑐𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒
𝐵𝑢𝑜𝑛𝑎 𝑙𝑒𝑡𝑡𝑢𝑟𝑎

𝒏𝒐𝒕𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒊𝒍 𝒍𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒆: 𝑖𝑙 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑒𝑛𝑒 𝑠𝑐𝑒𝑛𝑒 𝑢𝑛 𝑡𝑎𝑛𝑡𝑖𝑛𝑜 𝑑𝑜𝑙𝑜𝑟𝑜𝑠𝑒, 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑎𝑔𝑙𝑖𝑎𝑡𝑒 𝑚𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑙𝑎𝑐𝑟𝑖𝑚𝑢𝑐𝑐𝑖𝑎 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑠�...

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I minuti trascorsero veloci dentro quella gabbia di matti, la ferita alla spalla mi si cicatrizzò incredibilmente presto e in men che non si dica riuscivo a fare piccoli movimenti col braccio senza morire di lancinante dolore.

La lupa e il gufo dalle piume blu non avevano smesso di battibeccare neanche un secondo, l'unico istante di pausa che fecero tra i loro insulti scherzosi fu quando mi minacciarono di morte riguardo ciò che avevo visto e sentito quella sera. Lei mi disse che se avessi osato aprire bocca riguardo la questione dell'angelo e di come lei l'avesse ucciso mi avrebbe riservato lo stesso trattamento o, peggio ancora, mi avrebbe legato ad una sedia e lasciato che il suo perverso amichetto piumato si divertisse coi miei orifizi.

E mentre il nordico sghignazzava divertito all'idea di utilizzarmi come piccolo burattino del piacere io tremavo di paura al solo pensiero che quel tizio mi si potesse avvicinare fin troppo e incastrarmi in qualche angolo roccioso per farsi farmi una fellatio o peggio, per farsela fare. D'altronde il motivo per cui era giunto fin lì era proprio quello, no?

«Nala mi ha appena scritto che lei e Wasp sono di ritorno dal Circolo» disse lui ad un certo punto fissando uno strano mattoncino rettangolare dalla superficie illuminata

«Bene, giusto il tempo di far uscire lo straniero di qui e...»

«Troppo tardi, sono già entrate nel vicolo. Saranno qui tra meno di un minuto»

«Merda!» mormorò furente la lupa «Non ci voleva, adesso quelle stronze si metteranno a fare le troiette come loro solito»

«Chi hai chiamato troietta?» urlò una voce roca proveniente dal tunnel sotterraneo da cui entrammo

Dalla tendina di sera apparve una slanciata figura felina dalle lunghe zampe e la pelliccia bronzata, di un colore molto simile a quello del caffè allungato con un filo di latte. Gli occhi erano sottili, con le sclere ambra e le iridi rosso fuoco, le orecchie arrotondate erano ornate di due enormi orecchini circolari e al naso portava uno strano aggeggio di metallo con due palline che fuoriuscivano dalle narici. Aveva addosso un vestito porpora particolarmente scollato e scosciato, che non lasciava spazio all'immaginazione e metteva in mostre tutte le sue splendide curve

«Ma guarda un po', Moonlight si è trovata un giocattolino nuovo» commentò la leonessa con tono ammiccante «Che dici, non lo vuoi condividere con noi?»

«Finiscila Nala, lo straniero stava per andarsene» rispose la lupa visibilmente innervosita

«La puoi smettere di chiamarmi in quel modo?» sbottai irritato «Io mi chiamo Felix»

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