La pantera rosa non molto rosa

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Artemis4218 spero ti piaccia.
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Linda pov.

L'infermeria era particolarmente vuota quel giorno. Gli unici suoni che si potevano udire erano le nostre risate e gli scatoloni che spostavamo da una parte all'altra.
«Parla quello innamorato di Darth Vader!» presi in giro Will.
«Ma non è vero! Quello è Nico.»
«Allora scusa.»
«Eh, principino? Potresti anche darci una mano.»
«Potrei.» rispose il figlio di Ade dall'alto della scrivania su cui era comodamente seduto.
Will lo rimproverò con lo sguardo. Prima che il rimprovero potesse diventare verbale da fuori giunse una voce nuova. Guardai fuori dalla finestra. Era Dioniso.
«Seymour! Seymour...»
Girava con una ciotola di croccantini in mano scuotendola di tanto in tanto. Si guardava attorno preoccupato. Tanto da farmi tenerezza.
«Dovremmo aiutarlo.»
Gli altri sembravano d'accordo con me. Era insolito vedere il signor. D così inquieto. Di solito passava tutto il suo tempo nella casa grande a giocare a pinnacolo e a lamentarsi con chiunque di qualsiasi cosa.

Will si sporse dalla finestra.
«Signor. D! Cos'è successo?»
Dioniso guardò prima noi, poi tristemente la ciotola stracolma di croccantini. «Seymour...»
«Non trova più la sua pantera?»
«È da ieri sera che non lo trovo da nessuna parte.» disse il dio. «Di solito gironzola per le strade durante il giorno, ma torna sempre per l'ora di cena.»
«Possiamo aiutarla a trovarlo.» proposi.
Soppesò l'offerta. Alla fine dovette prendere una decisione. «E va bene. Vi affido l'impresa. Trovate la mia pantera ovunque sia e riportatela al campo sana e salva...» la sua voce andò abbassandosi ad ogni parola.
«Lo troveremo.» promisi.
«Esatto.» confermò energicamente Will.
Dioniso sembrò più tranquillo anche se l'angoscia non aveva ancora lasciato il suo volto.

La sicurezza di Will svanì appena Dioniso fece retrofront per tornare alla casa grande. «Piccolo, piccolissimo inconveniente: da dove iniziamo a cercare?»
«Cosa ne dite di Times Square?» propose Nico.
«Times Square?» gli fece eco Will.
Nico sventolò una pagina di giornale.
«Times Square»
Non riuscì a leggere cosa ci fosse scritto, ma in prima pagina c'era l'immagine di una pantera che si aggirava per le strade di quella che sembrava proprio Times Square. Non riuscì a trattenere un sorriso. Afferrai la mia borsa appoggiata al fianco di Nico. «Sappiamo dove andare.»
«Hai visto quanto vi sono d'aiuto?»
«Ti prego...» se Will non l'avesse amato probabilmente gli avrebbe già tirato il collo. Più di una volta.
«Va bene piccioncini, andiamo.»
Nico saltò giù dalla scrivania indirizzando al suo ragazzo un sorriso provocatorio.
Will inarcò un sopracciglio. «E come hai intenzione di portarci fino a Times Square, Mr. Salvatore dell'umanità?»
«Viaggio nell'ombra?»
«Non se ne parla»
«Disfattista»
«Oh, vi prego. Siete adorabili, ma non mi sembra questo il momento di fare la coppietta che litiga. Lo aiuto io con la mia magia, ovviamente.» non era un evento ordinario ricevere un impresa da un dio. Non mi sarei fatta fermare da un'inezia come i trasporti pubblici.
«Siete due casi irrecuperabili. E poi non è un viaggio così lungo»
Nico lo baciò sulla guancia. «Ti amo anch'io.»

Ci disponemmo a cerchio in mezzo alla stanza tenendoci per mano. Nico respirò profondamente e richiamò le tenebre. Io mi concentrai per amplificare la sua energia.
Lasciate che vi dica una cosa: sconsiglio vivamente i viaggi nell'ombra ai deboli di cuore o di stomaco, se è per questo. Il vento tagliente minaccia ti strapparti la pelle dalla faccia e lo stomaco si muove come fosse dotato di vita propria fino a ritrovatelo in gola. I lamenti dei morti urlati nelle orecchie non lo rendono molto più piacevole.
In un batter d'occhio ci ritrovammo non troppo lontani da Times Square.
«Hai sbagliato un po' mira» gli fece notare Will cercando di non vomitare.
L'unico a non avere la nausea pareva essere Nico.«Andiamo, mezze calzette»
«Ma mezze calzette a chi?» gli urlai di rimando provando a restargli al passo.

Studiai attentamente i dintorni cercando di recepire qualsiasi cosa mi succedesse intorno. Dalle macchine che passavano alla nostra sinistra, alla folla che ci circondava.
Will mi mise una mano sulla spalla. Sapeva che sarei potuta rimanere a vagare con lo sguardo per ore finché non fossi stata del tutto a conoscenza di cosa stesse succedendo intorno a me. «Andiamo?»
Presi uno degli elastici che portavo al polso e mi legai i capelli neri in una coda alta. Trasformai la borsa che portavo a tracolla in un lungo arco con tanto di faretra.
«Andiamo»

Vagammo per diverso tempo e della pantera neanche l'ombra. Dove diavolo si era cacciata? Sperai che quella pagina di giornale fosse attendibile. Camminammo fino ad arrivare al Central Park. Due miglia. Avevamo camminato per almeno due miglia.
«Visto niente?» chiesi speranzosa.
«Niente in vista» mi rispose Nico con la spada di ferro dello Stige sguainata. La lama nera emanava un tenue bagliore violaceo. Nell'altra mano stringeva la mano di Will decisamente più grossa della sua.
Registrai il territorio circostante. C'erano passanti e turisti che vagavano per il parco, alcuni facevano jogging e sotto a un albero alcune dracene circondavano una pantera che sembrava fare da guardia a un ragazzo.
Aspetta...
Tirai Will per la canottiera. «Ragazzi...»
«Cosa?»
Gli indicai con il dito verso ovest. «Oh, santi numi...»

«É ora di entrare in scena.» ridacchiò Nico. «Hey! Vipere!»
Le tre dracene si girarono contemporaneamente.
Una di loro aveva ben due code serpentine al posto selle gambe e le altre solo una. Tutte e tre dal busto in su avevano il corpo di bellissima ninfa.
«Vipere?» sibilò disgustata la donna serpente nel mezzo. Qualcuno se l'era presa sul personale.
«Vipere? Dove?» chiese un altra saltando sulle due code spasmodicamente dalla paura.
Donne per metà serpente che hanno paura dei serpenti? Questa mi mancava.
La terza sulla destra tirò un coppino con tanto di artigli alla sorella urlante. Qualcosa mi diceva che quella doveva essere la maggiore.

Seymour saltò in avanti per azzannare la dracena centrale mancandola. Questa provò a ricacciarlo indietro con gli artigli. Scoccai una freccia prima che potesse fargli del male. La prima si limitò a graffiarle il dorso della mano, la seconda la mancò, ma la terza non deluse. Prima che potesse avvicinarsi troppo di lei rimanevano solo le ceneri.
Nico apparve dietro alla dracena ancora urlante di paura e la decapitò.
L'ultima dracena rimasta pareva essere la più aggressiva. Ingaggiò subito duello con Nico.
Non fu affatto facile prenderà la mira senza rischiare di prendere anche Nico. Non potevo di certo permettermi di aspettare troppo a lungo o Nico sarebbe potuto rimanere ferito o peggio. La dracena non gli dava un secondo di tregua.

Il ragazzo sotto la protezione della pantera guardava inorridito la donna serpente combattere con il mio fratellastro. Seymour ruggiva senza mai smettere di girare intorno al ragazzo con fare protettivo.
Respirai a fondo. Tesi l'arco. Non avevo bisogno di aspettare il momento propizio, avevo bisogno di concentrazione. Questo colpo sarebbe andato in centro. La freccia brillò debolmente. Scoccai.
Con un fischio acuto la freccia si piantò esattamente nel cuore della dracena. Anche l'ultima delle tre si trasformò inevitabilmente in una poltiglia di sabbia dorata fumante e nauseabonda.

Mi girai verso il ragazzo ancora in ginocchio. Seymour al suo fianco si strusciava su di lui e gli leccava la faccia tutto allegro. «Tutto bene?»
«Ehy! Mi hai sporcato tutti i vestiti!»
«Prego per averti salvato, eh.»
«Comunque sono Dimitri» mi porse una mano.
Gli presi la mano. «Linda. Il biondo che ti ha guarito è Will e l'altro vestito di nero è Nico.»
«Scelta azzardata il nero in piena estate. Mi aiuti a rialzarmi o no?»
«Oh, certo» strinsi la sua mano più forte e lo aiutai a rimettersi in piedi.

Mentre Nico gli spiegava cosa fosse successo, Dimitri si era messo a giocare con una ciocca dei miei capelli. Studiava insistentemente il mio volto e i miei occhi ambrati leggermente allungati.
Non stava ascoltando una parola di quello che diceva Nico e mi stava mettendo un po' in soggezione, anche se in realtà non mi dispiaceva poi così tanto.

Will accarezzò con una mano la testa della pantera. «Dobbiamo andare, bello.»
Ben presto notammo che Seymour non voleva saperne di separasi da quel ragazzo. Guardandolo bene era un ragazzo molto carino. Aveva gli occhi violacei e i capelli corvini arruffati. I suoi vestiti erano strappati e sporchi di sangue, ma non sembrava nulla di grave.
Mentre noi ce la vedevamo con le dracene Will si era applicato per guarire le ferite del ragazzo. In un attimo ogni suo taglio si era completamente rimarginato.
Un pensiero si fece largo nella mia mente. A giudicare dell'espressione degli altri dovevano star pensando la stessa cosa.
L'arco ritornò nella sua forma di borsa. Presi Dimitri saldamente per il polso. «Vieni con noi.»
Lui alzò un sopracciglio. «Dove?»
«Al Campo Mezzosangue.»

(Dis)Avventure Quotidiane SemidivineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora