6. (𝕱𝖆𝖜𝖓)

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Viaggiavano da una decina di giorni: quando all'undicesima alba ripartirono, il comandante fece sapere ai suoi coscritti che entro sera sarebbero arrivati a destinazione. Due giorni prima avevano attraversato il confine che separava la regione di Agonos da quella di Asporya, sede della capitale Vasileya e del palazzo reale.

Per Fawn fu una sensazione strana: non aveva mai lasciato la regione da quando era nata, né si era mai avvicinata così tanto a farlo. Le era capitato di sognare a occhi aperti e immaginarsi fuori da lì, le era successo di chiedersi cosa ci fosse al di là della brughiera piana che aveva sempre conosciuto; se le genti, nelle diverse parti di quel regno, avessero modi diversi.

Eppure, non aveva mai provato il desiderio di compiere una vera e propria fuga: nelle sue fantasie quello verso il mondo esterno era sempre stato un viaggio di pace, nell'improbabile ipotesi remota e futura di aver trovato una sua stabilità, aver salvato Agonos e averla resa ospitale per quelli come lei. Non aveva mai avuto la smania di abbandonarla per cercare qualcosa di migliore: forse a causa del suo carattere, per via del quale le sarebbe apparso come un tradimento, o un lasciare che i suoi nemici avessero la meglio. Forse, inconsciamente, aveva già capito che mettere chilometri tra lei e quel luogo non avrebbe mai risolto i suoi traumi, fintanto che questi le fossero rimasti addosso come un fardello.

Eccola, alla fine della sua lotta tumultuosa, ritrovarsi finalmente al di là: non in quanto viaggiatrice solitaria come aveva fantasticato, ma come prigioniera, e con le stesse paure di sempre ancora aderenti alla sua anima.

*

Negli ultimi giorni, da quando Lyam le aveva fatto capire le sue intenzioni, aveva cercato di rimanersene tranquilla, di sedare la stizza che provava di continuo al pensiero di essere legata o alle parole dure che qualche cavaliere le rivolgeva. Dal giorno dell'incidente nella tenda i vari guerrieri del convoglio si erano mantenuti lontani e diffidenti, per un certo tempo; dopodiché i più temerari, capito che si era calmata, avevano ricominciato a risponderle sprezzanti o a trattarla con superiorità. Senza mai eccedere, le avevano rivolto sguardi e gesti ostili. Tenevano per loro o sussurravano appena tutti gli improperi che normalmente le avrebbero rivolto ad alta voce: strega, mostro, diavolo... Per paura in parte, ma soprattutto per non farsi sentire dal loro comandante. Lui aveva continuato a dimostrare quell'inquietante educazione nei loro confronti che Fawn trovava così irritante.

Finché la sua ferita non si era rimarginata, nonostante la forza di volontà di rendersi autonoma, le era stato impossibile procedere da sola: camminare era troppo faticoso, avrebbe rallentato l'andamento della compagnia, e cavalcare con le mani bendate le sarebbe risultato impossibile.

Per buona parte del loro viaggio aveva proceduto sullo stesso cavallo del comandante, lui dietro a cingerla e impedirle di fare qualsiasi sciocchezza: nessun altro di quegli uomini aveva osato portarla con sé e lui, indispettito, aveva finito per sedare le lamentele così. Il fatto di spartire lo spazio vitale con quell'uomo per buona parte del tempo aveva solo aumentato il suo fastidio: aveva faticato nel contenersi, per amore di Lyam, dal non reagire buttandolo giù da cavallo, a costo di cadere insieme a lui.

Durante quella convalescenza gli unici incontri cordiali che aveva avuto erano stati con la curatrice conosciuta il primo giorno, Nilde. Era venuta da lei un paio di sere, a controllarle la ferita e constatare che si stesse riprendendo al meglio: Fawn non riusciva a provare astio verso di lei. Si manteneva distante e silente, ma la sua breve compagnia le era di grande conforto.

Appena si era rimessa in forze un minimo aveva voluto camminare, senza sentire ragioni a tal proposito. Ciò era costato al comandante l'inviare delle guardie aggiuntive nelle retrovie, per controllarla: soltanto il gruppo di curatrici, insieme a Lyam e qualche soldato di protezione, era solito procedere a piedi, ben più lenti della cavalleria di punta.

𝕸𝖞𝖘𝖙𝖎𝖗𝖎𝖆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora