Capitolo 2

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Passarono circa due settimane dall'incontro avuto con Massimo e Katia, arriva la Domenica e mi svegliai col desiderio di andare e scoprire questa nuova realtà a noi sconosciuta, e dopo aver preso il caffè, dico a mia moglie se aveva voglia e desiderio di andare in questa Chiesa Evangelica Pentecostale (EBEN-EZER)che si trova ubicata a pochi chilometri da casa nostra. Con modo deciso e senza nessuna perplessità o dubbio, la sua risposta fu affermativa, non ti nascondo che speravo che mi dicesse di "SI" (anche perché da solo non sarei andato), ma ancora per me era solo una forma di curiosità, diciamo che ero desideroso di capirne di più, così ci siamo preparati e siamo andati, non abbiamo detto niente a Katia e Massimo per fargli una sorpresa, prima di metterci in macchina per dirigerci in questa chiesa, io e mia moglie abbiamo stabilito delle regole, tra cui quella più importante, era quella che, se l'ambiente o come si svolgeva questo culto non ci avesse convinto o avremo notato qualcosa di strano, ci saremo fatti un segnale e saremo andati via dopo dieci minuti magari con la scusa di aver ricevuto un messaggio importante al telefonino e quindi dovevamo necessariamente andare. Siamo arrivati intorno alle ore dieci, Massimo e Katia non erano ancora arrivati, c'erano però già alcuni fratelli e sorelle (così si chiamavano tra di loro) che subito si sono avvicinati verso di noi per salutarci, venendoci incontro si notava nei loro volti la felicità e la gioia per la nostra presenza e sembrava quasi che ci aspettassero, dopo le presentazioni abbiamo subito detto e chiarito che eravamo lì solo per curiosità e per capire se in quel luogo potevamo ricevere un segnale di spiritualità che in altri posti non avevamo mai trovato. Nel frattempo che queste persone ci intrattenevano arrivarono anche Massimo e Katia con i propri figli, uscirono dalla macchina e guardando nei loro volti si leggeva l'incredulità nel vederci li, sono corsi verso di noi e anche loro felicissimi ci abbracciarono e Massimo disse che questa era un opera di Dio, in mente mia pensai: se è opera di Dio vediamo dove vuole arrivare, così insieme a loro siamo entrati in questa chiesa, la curiosità era molta e posso dirti che, non appena ho messo piede al suo interno, ho avuto una sensazione piacevole, guardavo la chiesa in lungo e in largo, le sedie divise, una parte a destra e una parte a sinistra, il pulpito in fondo e dietro il pulpito un grande quadro raffigurante la divisione delle acque del mar Rosso da parte di Mosè, in fondo a sinistra lo spazio per la corale e a destra la strumentazione, sulle pareti laterali, dei quadri senza immagini di santi o rappresentazioni di eventi religiosi, ma solo scritture che facevano riferimento a versetti della Bibbia, nessuna statua, nessuna immagine che rappresentasse santi o madonne.

Tutto qui, molto ma molto semplice, niente ricchezze e grandezze che si vedono nelle chiese cattoliche, navate, statue, nicchie, confessionali, senso di maestà, ori, mosaici, bellezza, niente di tutto questo, la semplicità all'interno di questa chiesa regnava sovrana, eppure tutta questa semplicità mi piaceva, pensavo che il Signore non ha bisogno di ricchezze materiali nella sua casa, ma semplicemente della ricchezza dell'anima dei suoi figli, uniti in comunione tra di loro semplicemente per pregare, lodare e glorificare il Signore. Già dal primo momento che sono entrato in questa chiesa, mi sono sentivo a mio agio insieme a persone felici anche della nostra presenza.

Erano ormai quasi le dieci e trenta, orario in cui iniziava il culto e nel frattempo arrivava sempre più gente fino a quando la chiesa quasi si riempì, non pensavo ci fossero così tante persone che frequentavano questa comunità di credenti, alcuni li conoscevo e non mi sarei mai aspettato di vederli la dentro e molto probabilmente anche loro non si aspettavano di vedere me. Adesso, non voglio fare discriminazioni o divisioni di ceti sociali, ma solo per farti capire che vedevo persone che andavano, dagli anziani alle persone adulte dai ragazzi ai bambini, dai disoccupati ai professionisti, da gente notoriamente agiata ad altri con difficoltà, ma tutti insieme seduti uno accanto all'altro in fraternità e comunione.

     Prima dell'inizio del culto, chiesi a Massimo dove potevamo sederci, Massimo mi disse che potevamo sederci dove volevamo, ma che loro usano una divisione tra uomini e donne, per questo le donne si sedevano a destra guardando il pulpito e gli uomini a sinistra, ma comunque non era un obbligo e potevamo sederci dove volevamo anche vicini, per adeguarci gli dissi che avremo seguito il loro modo di fare, quindi io e mia moglie ci siamo divisi, io mi sono seduto vicino Massimo lato sinistro e Lei a destra insieme alle altre donne, lei si è seduta vicino a Katia e sua sorella Maria.

MAGARI TE LO DICO DOPODove le storie prendono vita. Scoprilo ora