19.2 Angelina Jolie

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⚠️Leggete lo spazio autrice a fine capitolo, per favore! Buona lettura 🤍

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"Io non ti troverò più da nessun'altra parte
Ma se l'alchimia non parte, non faccio
il viaggio con te.
E se poi mi pentirò, ti cercherò distante
Non sei una come le altre,
ma nemmeno come me".

Angelina Jolie - Bresh

La cena di quella sera organizzata dalla Juventus si sarebbe tenuta in un palazzo situato poco distante dal centro di Torino. Nelly era nervosa. A niente erano servite le carezze sulle gambe di Andrea al fine di calmarla, lui non avrebbe potuto capirla neanche impegnandosi. In fin dei conti, era in quei contesti che stava crescendo e stava imparando a diventare uomo. Nelly stava finalmente capendo che, dietro le partite di calcio disputate in uno stadio immenso, c'erano anche altre cose. Cene, per esempio, il cui scopo centrale era quello di estorcere fondi agli invitati, di sicuro pezzi grossi degli sponsor.

Il viaggio in macchina era stato silenzioso, solo di tanto in tanto si potevano ascoltare i mugolii di Andrea nel tentativo di canticchiare qualche canzone che passava alla radio. Nelly osservava il paesaggio torinese scorrerle velocemente a lato, prediligendo il silenzio, con la consapevolezza che quello sarebbe stato l'ultimo attimo di pace prima di addentrarsi in una realtà che non le apparteneva. Stretta, oltretutto, in un vestito che non la faceva sentire a proprio agio, fin troppo truccata per i suoi gusti e con un rialzo di alcuni centimetri che la avvicinavano poco di più al viso di Andrea. Non era lei.

Solo pochi metri li separavano dal palazzo, ma Nelly non si era ancora calmata. Era conscia del fatto che a nessuno sarebbe importato di lei, ma questo non bastava a lasciare che si sciogliesse. Andrea la guardava con aria preoccupata, anche lui era sull'orlo di una crisi nervosa. Non voleva essere lì, e vedere la sua fidanzata in quello stato non lo consolava. Se non avesse avuto conseguenze se ne sarebbe lavato le mani e non avrebbe partecipato, ma doveva. Non poteva tirarsi indietro, i suoi compagni erano stati chiari.

Andrea si sentiva un po' un vigliacco per come si era comportato con Nelly. Averle chiesto di accompagnarlo, pur sapendo della sua ansia davanti a persone che non conosceva, lo aveva fatto sentire egoista. In parte lo aveva fatto per lei, per farle conoscere il mondo a cui lui, volente o nolente apparteneva. Ma non solo. Infatti, l'idea di presentarsi da solo a quella cena pur avendo qualcuno al suo fianco, imbarazzava Andrea. Non si immaginava minimamente di presenziare a cene come quella da solo. Nella sua vita adesso c'era Nelly, per lui era normale coinvolgerla ma lei non sembrava dello stesso avviso.

«Mi dispiace per averti trascinato con me. Dovevo immaginare ti sentissi a disagio in questi contesti.» parlò l'esterno della Juventus, nascondendo le sue parole in un flebile sussurro imbarazzato.

Nelly scacciò via i pensieri dalla sua mente quando sentì la voce di Andrea giungerle alle orecchie, poi quando metabolizzò ciò che lui aveva detto, sospirò. Apprezzava il fatto che se ne fosse accorto, ma non voleva che si sentisse in colpa. Non c'era niente di cui Nelly potesse colpevolizzarlo. A questo punto la risposta più semplice e appropriata fu il silenzio, accompagnato da un sorriso. Andrea era però comunque teso; probabilmente nella sua testa rimuginava sul modo di fare che aveva avuto con la donna che amava.

SOTTOVOCE | ANDREA CAMBIASODove le storie prendono vita. Scoprilo ora