40. Edmund e Lucy

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"È troppo tempo per ricominciare, troppo tempo per capire

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"È troppo tempo per ricominciare,
troppo tempo per capire.
Troppo tempo da gestire,
troppo poco tempo per sparire.
Troppo tempo senza realizzarе,
troppo poco tempo con un padre.
Troppa merda da ingеrire,
troppa gente da perdonare.
Troppo dolore da amare,
poche parole da dire".

Edmund e Lucy - Angelina Mango

Nelly continuò a fissare lo schermo del suo cellulare in attesa che un po' di coraggio le permettesse di chiamare Marco, suo fratello, per dirgli che non si sentiva sicura di rivederlo. Gli aveva promesso che si sarebbero risentiti, che non era colpa sua se suo padre aveva abbandonato lei e sua madre, ma a distanza di due giorni non aveva ancora fatto nessun passo verso di lui. Marco aveva persino pensato di organizzare un incontro meno formale, ma Nelly stava ancora cercando di processare tutte le informazioni che lui le aveva dato in una sola volta, in quella fredda e asettica camera d'ospedale. Pensò che sarebbe stato strano avvicinarsi a lui e alle altre sue sorelle poiché, con ogni probabilità, l'avrebbero in un modo o nell'altro costretta a ricordare l'uomo di cui voleva dimenticare nome e forme.

Andrea, ormai pronto per uscire di casa e recarsi alla Continassa, si avvicinò a Nelly per salutarla. Solo poco dopo si rese conto che lo schermo del suo cellulare era ancora bloccato sulla rubrica, sul numero di Marco. «È tuo fratello. Lui non ha colpe, neanche le tue sorelle.» la redarguì dolcemente.

Nelly sospirò, osservando gli occhi languidi e sinceri del suo fidanzato. Forse lui aveva ragione, Marco non aveva nessuna colpa, ma lei si sentiva davvero pronta a ricominciare? Lasciar entrare nuove persone nella sua vita, dopo aver raggiunto la sua pace tanto ricercata e desiderata? La sua famiglia era ormai Andrea e il bambino che portava in grembo, a poco altro serviva altra gente, se non a metterle più confusione in testa e nell'anima.

«Ma io lo so che loro non hanno nessuna colpa, è solo che non mi sento pronta a dargli spazio nella mia vita adesso. Avevo cinque anni l'ultima volta che l'ho visto, mio padre intendo. Ho paura che lui possa scoprirlo e pretendere, dopo diciotto anni, di essere presente per me solo perché adesso ha capito cosa significa essere padre.» mormorò Nelly, mentre un groppo alla gola lentamente le toglieva la facoltà di parlare.

Andrea sospirò, sedendosi accanto alla sua fidanzata per consolarla. Legò le sue mani a quelle di Nelly, poi prese parola, a fatica, per non sminuire il suo dolore e le sue paure. Lo sguardo preoccupato e glaciale di lei lo scrutava attentamente. «Lo so che non è l'ideale adesso, hai bisogno di calma e di riposo, ma avresti una compagnia su cui contare a parte me. Io non potrei pensare di vivere senza mio fratello.» disse il bianconero.

Nelly lo guardò, accigliando le sopracciglia. «Amore, scusami se te lo dico, però non mi sembra un paragone tanto equo. Tu e tuo fratello non siete figli di madri diverse, tuo padre non ha abbandonato te e tua madre per fare tuo fratello con un'altra donna.» sospirò infine.

SOTTOVOCE | ANDREA CAMBIASODove le storie prendono vita. Scoprilo ora