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Cazzo. Cazzo. Cazzo.
Non parte, di nuovo. Il semaforo è verde e la mia macchina non parte più, non ci credo.
Questa Jeep ha 15 anni, quindi è anche comprensibile che abbia qualche problema ma non può abbandonarmi proprio ora.
Provo a rimuovere la chiave e reinserirla ma nulla, dietro di me si è formata una fila lunghissima e i più impazienti già mi stanno sorpassando e beh...come dargli torto.
Scendo dalla macchina come se sapessi come diavolo far ripartire una macchina e intanto il rumore assordante dei clacson mi fa entrare ancora più nel panico.
Inizio il turno alla nove e indovinate un po'! Sono proprio le nove.
Non posso lasciare la macchina qui in mezzo, sarò costretta a chiamare il carroattrezzi e ad avvisare a lavoro che farò tardi, proprio non ci voleva.
Chiudi gli occhi e tento di fare dei respiri profondi per calmarmi, fortunatamente i clacson si sono calmati, ma c'è ancora qualcuno che non cede.
Non mi vede qui in mezzo? CHE SORPASSI!
Apro un occhio e capisco che quel rumore assordante proviene da una porsche, ovviamente, i più stronzi hanno sempre i 'macchinoni'.
Continua, non ci posso credere.
Mi avvio con passo spedito vicino alla portiera del passeggero e busso al finestrino, il finestrino si abbassa e vedo che l'autista è un ragazzo, ha circa la mia età e, nonostante le temperature basse ha una maglia a mezze maniche, gli occhi verdi e i capelli castani, con riflessi che tendono al rosso, però, è tanto bello quanto stronzo.
Finalmente prendo coscienza.
"Scusa non sai sorpassare?" sbotto.
"La macchina non parte?" mi chiede ignorando la mia domanda.
"No"
"Hai provato a reinserire la chiave?" mi chiede con un accenno di presunzione.
"Certo che ho provato, non sono mica un'idiota"
"Mi sa che ti conviene chiamare un carro attrezzi"
"Ma va, non ci avevo pensato"
Quanto è inutile questa conversazione.
"Comunque ti conviene sorpassare come tutti, a meno che tu non voglia continuare a fare lo stronzo"
"Nah grazie, in realtà stavo cercando una scusa per perdere tempo, ma il dovere chiama. Hasta la vista bunny" dice per poi sfrecciare via con la sua lussuosa macchina.
Che soggetti che ci sono in circolazione.
Per chi se lo stesse chiedendo mi ha chiamata bunny perché dietro alla mia Jeep ci sono gli sticker di tre conigli, forse è una cosa un po' infantile ma i conigli sono i miei animali preferiti e gli sticker rappresentano i conigli che ho avuto da piccola e che ora non ci sono più.
Sono esausta e non ho ancora chiamato nessuno per farmi dare una mano e non ho neanche avvisato a lavoro.
Mi rimetto in macchina e tento un ultimo disperato tentativo; inserisco la chiave, giro e...si è accesa! Non ci credo. Grazie Dio.
Non perdo un minuto in più e mi avvio per andare a lavoro, rispettando i limiti di velocità ovviamente , non come quel tipo.
'Hasta la vista bunny' ma chi si crede di essere. Sanno di essere belli e credono che il mondo si prostri ai loro piedi, mi dispiace ma il mondo non funziona così, devi farti il culo per ottenere qualcosa dalla vita.
Scuoto il capo per riprendere coscienza.
Si certo come no Lorelai, questo è il mondo che tu sogni, non la vita reale, la vita reale te lo ficca in quel posto appena credi di aver ottenuto qualcosa di buono.
Arrivo fuori il parcheggio del supermercato dopo 10 minuti ed entro di corsa negli spogliatoi per cambiarmi. Lavoro in questo supermercato da quattro mesi ormai e nonostante ami l'ambiente che si è creato con i colleghi spero di lavorarci ancora per poco, per realizzare il mio sogno.
Vado nell'ufficio del responsabile per timbrare il cartellino e scusarmi per il ritardo.
Il responsabile, un uomo di 60 anni che somiglia vagamente a Robert De Niro, vuole che timbriamo lì il cartellino per tenerci sotto controllo, e posso capirlo, si fa rispettare ma ha un cuore d'oro e spero che sarà clemente per il mio ritardo.
Busso alla porta che è stranamente chiusa, probabilmente perché è tardi.
"Avanti"
"Buongiorno signor Rivera, prima che mi dica qualsiasi cosa, mi dispiace tantissimo per il ritardo, solo che si è fermata la macchina al semaforo e proprio non partiva, poi uno stupido ragazzo si è messo a suonare il clacson e mi ha fatta particolarmente innervosire e poi puff...la macchina è ripartita, se dovrà punirmi in qualche modo lo capirò ma le prego non mi faccia nessuna lettera di contestazione" dico tutto d'un fiato agitatissima.
"Lorelai lei davvero crede che avrei preso tali provvedimenti? Lei è una lavoratrice modello, 15 minuti di ritardo ogni tanto possono capitare, l'unica conseguenza è che dovrà finire 15 minuti più tardi" mi risponde con tono sereno.
"Oh okay la ringrazio, allora vado a timbrare e poi vado al reparto abbigliamento"
"Non oggi Lorelai. Vedi abbiamo un nuovo impiegato da oggi e in questi giorni farai da affiancamento. Vedi tu come organizzare, l'importante è che entro fine giornata gli abbia mostrato tutti i reparti, d'altronde ci sei abituata"
"Va bene nessun problema, dove posso trovare questo nuovo impiegato?"
"È andato a cambiarsi, dovrebbe essere qui a minuti. Lo avrei guidato io se non fossi arrivata tu"
Il signor Rivera mi affida spesso all'orientamento dei nuovi colleghi, a quanto parte faccio una buona impressione e,rispetto ad altri colleghi, ho avuto feedback positivi da parte di coloro che affianco, quindi da un paio di mesi il signor Rivera chiama spesso me per quest'attività.
E almeno una volta a settimana arrivano ragazzi nuovi, perché il supermercato è davvero enorme.
Bussano la porta.
"Prego"
"Lorelai ecco il nostro nuovo apprendista"
Non ci credo...lui.
"Bunny!" mi 'saluta' LUI con un sorriso a 32 denti.
"Sono Lorelai, porsche" dico stizzita.
Tra tutte le persone del mondo, proprio lui. Che ci fa uno che una porsche a lavorare in un supermercato?!
"Lui è Kendall" interviene il responsabile.
Anche il nome in qualche modo è presuntuoso.
Questa giornata passerà in fretta, è ciò che mi impongo di pensare.
"Vieni Kendall, iniziamo il nostro giro" dico con una cortesia più finta che mai.

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