Prologo

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«Cosa rende qualcuno una "brutta persona"? Dove si colloca il confine tra ciò che noi pensiamo e la realtà? Come si fa a decidere se questa persona che additiamo come "cattiva" lo è per un risultato di una nostra proiezione o di un errore che ha commesso? E, se l'ha commesso, quanto è moralmente ed eticamente punibile?

Fino a dove si può effettivamente parlare di buoni e cattivi? E se chi crediamo cattivo sia in realtà buono ma in una maniera a noi incomprensibile?

Come sa essere complessa l'umanità!

Spesso siamo costretti a nascondere le nostre vere identità per meglio adeguarci alla società, e questo vale anche per i numerosi criminali che abitano il nostro mondo, spesso mascherati da individui dal profilo ordinario. A tal proposito, mi viene in mente un famoso scrittore italiano degli inizi del '900, Luigi Pirandello, e non lo porto come esempio solo perché i miei antenati materni erano italiani, sia chiaro!

Pirandello introdusse il concetto delle maschere, maschere metaforiche, s'intende. Maschere che noi tutti indossiamo per nascondere la nostra vera identità e per adattarci alle diverse situazioni sociali. C'è chi sostiene che è proprio nascondere la nostra vera natura dietro una serie di ruoli prestabiliti a renderci folli. A renderci cattivi.

Sarà forse uno dei motivi che potrebbe spiegare le ragioni dietro la storia di un altro "uomo cattivo" che mi appresterò a raccontarvi?

Sono Nora Jenkins, e questo è il mio podcast Nora et labora! Insieme scaveremo nelle profondità dell'ignoto, porteremo alla luce le verità sepolte su misteri raccapriccianti e storie paranormali.

Oggi mi discosterò dal paranormale e vi guiderò nel cuore di New Orleans, che oltre a essere una città d'arte, casa del jazz e che ospita il celebre Mardi Gras, è un luogo intriso di oscurità e misteri, una città pregna di magia, ma anche dove risiede una delle leggende più inspiegabili fino ad oggi: "L'uomo con l'ascia di New Orleans".

1918. Immaginatevi immersi in quell'atmosfera misteriosa delle strade di New Orleans, con il suono del jazz che fluisce dalle porte socchiuse dei locali notturni. Joseph Maggio e sua moglie Catherine Maggio riposano nella propria dimora, quando a un tratto un losco figuro s'intrufola in casa loro, recupera un'ascia e fa a pezzi i loro corpi. Queste furono le prime vittime del killer senza nome, denominato poi "L'uomo con l'ascia di New Orleans".

Per quanto il nome possa rimandarci a un personaggio di fantasia o a una leggenda metropolitana, è tutto reale. Nessuno conosceva il suo vero nome o il suo volto, ma tutti tremavano al solo sentirne parlare. Il modus operandi era sempre lo stesso: aggrediva le vittime con un'ascia, spesso trovata nelle loro dimore. Il tratto comune che connetteva tutti gli omicidi era la maniera nella quale venivano commessi: la porta d'ingresso veniva forzata e in seguito gli abitanti venivano uccisi. Molti di voi penseranno che l'obiettivo fosse il furto, eppure vi sorprenderà sapere che l'aggressore non rubava mai nulla dalle case delle sue vittime.

Ma perché farlo, allora?

Vi sono varie teorie, io vi proporrò quelle con cui sono venuta più spesso a contatto nelle mie ricerche: secondo la prima teoria, gli omicidi erano a sfondo razziale, poiché le vittime dell'assassino erano quasi tutte italoamericane. La seconda teoria ha uno sfondo un po' più inquietante. Alcuni esperti della criminalità, ai tempi delle indagini, suggerirono che i delitti potessero essere a sfondo sessuale e che l'assassino fosse un sadico alla ricerca di donne. I criminologi Collin e Damon Wilson ipotizzarono che uccidesse vittime di sesso maschile solo quando rappresentavano un impedimento, poiché in alcuni casi il killer uccideva la donna ma non l'uomo; infine, una teoria ancora meno probabile, ma pur sempre plausibile, è che l'uomo con l'ascia avesse commesso gli omicidi tentando di pubblicizzare la musica jazz...

Sì, avete proprio sentito bene! Pubblicizzare la musica jazz...

In una sua famosa lettera, infatti, dichiarò che avrebbe risparmiato la vita di coloro che suonavano il jazz nelle loro case, tanto che una notte, le sale da ballo di New Orleans registrarono il tutto esaurito e non furono commessi omicidi! Ma ci furono anche eroi che avrebbero rischiato la vita pur di incastrare quell'uomo: alcuni cittadini ben armati invitarono i giornali locali a visitare le loro case quella notte per vedere chi sarebbe morto prima. Addirittura, in una lettera scritta da un cittadino temerario, poi resa pubblica, l'autore scrisse provocatoriamente di aver lasciato una finestra aperta all'assassino, chiedendogli cortesemente di non danneggiare la porta...

In ogni caso, miei cari amici, quest'uomo non fu mai trovato. I suoi crimini cessarono, avvolti nello stesso mantello di mistero nel quale erano iniziati. Di lui si sapeva ancora ben poco, comunemente si credeva che fosse un individuo solitario che si aggirava tra le case e le strade in cerca di sangue. Altri ancora continuavano a insistere che fosse un fantasma, pensate un po'.

Ma una caratteristica su cui tutti concordavano, era che si trattasse senz'alcun dubbio di un'entità da temere. Un'entità, diciamolo pure, cattiva, il cui suono dell'ascia che fendeva l'aria era l'ultimo che si udiva prima che il silenzio avvolgesse la notte.

E voi? Conoscevate già la storia di quest'uomo?

Con questo, cari ascoltatori, concludiamo il nostro viaggio nelle tenebre di New Orleans. Continuate a seguirmi. Io sono Nora e con il mio podcast, Nora et labora, vi porterò in nuove avventure nel mondo dell'occulto, del mistero e del true crime. Vi ringrazio per avermi ascoltato.

Buon proseguimento e al prossimo ascolto».

Il demone di New OrleansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora