Cattiveria

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"MA CHE CAZZO DICI? IO MICA AMO QUESTO SGORBIO."

Quelle parole...in fondo lo sapevo.
Lui non mi amava e mai lo farà.
Perché Malcolm ha detto che odiava il nostro amore? Quale amore?
Non esiste.
Eppure qualcuno odia l'invisibile.

"Non siamo innamorati." dissi io, ignorando il fatto che mi avesse appena chiamato sgorbio.
"Avete qualcosa che vi lega che io e... qualcun'altro non abbiamo."
Qualcun'altro? Malcolm era innamorato? Avrà trovato una ragazza ricca e di famiglia importante con cui i suoi hanno organizzato un matrimonio combinato? Probabilmente, lui intendeva che lei non l'amava davvero.
"E questo ti sembra un motivo valido per rapirci? Tra l'altro, un motivo che non esiste!" Mark finalmente si alzò dal pavimento.
"Ormai ho deciso, non mi importa. Vi dividerò per sempre."
Oh Malcolm...se non ci avessi rapiti non ci saremmo mai riavvicinati. Chi è che va in cerca della persona che odia?

"Datemi i miei poteri! Sono stanco!" poteva resistere senza di essi tranquillamente, solo che voleva essere invincibile, odiava essere debole.

Mentre Mark e Malcolm discutevano Xiao se ne stava in silenzio con le braccia incrociate, e io ebbi un flash back.

"DEVI MORIRE! QUAND'È CHE DECIDI DI FARLO?!" Malcolm mi colpì di nuovo la gamba fratturata.
"Vi prego basta..." dissi in lacrime "fa davvero male... perfavore non ce la faccio più." parlavo con un filo di voce strozzato.
Ero davvero al mio limite.
"VAI MALCOLM CONTINUA! FRATTURARGLI ANCHE L'ALTRA GAMBA." così iniziò a colpirmi anche la buona, mentre Thomas, colui che lo incitava, stava guardando e ridendo.
"Stronzo apri quegli occhi del cazzo!"
Obbedivo, pensavo che così prima o poi avrebbero deciso di smettere, ma ero solo uno stupido.
"Porca troia, sei davvero uno SGORBIO!"
Quella parola...mi è entrata nelle vene come della droga. Nella mia testa rimbombava quel soprannome e mi faceva pensare di essere un errore, uno sgorbio che doveva morire.
"Ma come fai a vivere così?" E ridevano, ridevano, non avevano cuore per nessuno, tranne per la loro amicizia.

Eravamo in un angolo nascosto della scuola dove io mi nascondevo per riuscire a mangiare la mia merenda in pace, senza essere picchiato a sangue, ma purtroppo dopo mesi che usavo quel luogo, lo avevano scoperto.
Continuavano a deridermi e a trattarmi come neanche un cane con la rabbia si tratta. Ma io non ero incazzato con loro, ero triste, bagnato delle mie lacrime salate fino al cervello.
"APRI QUEI CAZZO DI OCCHI! CHI TI HA DATO IL PERMESSO DI RICHIUDERLI?!"
E proprio appena stavo per farlo, sentii Thomas urlare.
Non volevo più aprire gli occhi, sentivo rumore di pugni, odore di sangue, ma non più il mio.
Continuò così per...minuti infiniti.
Volevo solo scomparire, chi stava facendo ciò, lo avrebbe fatto anche a me in breve.

"Apri gli occhi."
Non era la voce di Thomas, ne la voce di Mark, era una voce profonda... vellutata e rilassante. L'avevo già sentita, ma non credevo fosse di un mio amico.
"Non temermi, aprili, fidati di me."
Finalmente lo ascoltai.
Un ragazzo molto alto, dai bei lineamenti e da occhi azzurri che ti entrano nel cuore e non escono più. Portava gli occhiali, ma ci stava davvero bene, e aveva i capelli marrone scuro, molti e curati, ondulati credo...o forse possiamo definirli arruffati. Il suo naso non era piccolo, ma di profilo era dritto. Le sue labbra erano normali e la sua corporatura era muscolosa. Indossava una felpa grigia e dei pantaloni larghi di un colore più scuro.
Era davvero il ragazzo più bello che io avessi mai visto.
"Alzati dai." Mi porse la mano e io dopo averla osservata per un imbarazzante minuto decisi di prenderla.
Eravamo uno davanti all'altro, e mi sembrava veramente che il mondo intorno a noi fosse diventato lo spazio, proprio come nei cartoni.

"S-sono David, piacere."
"Si so chi sei, l'unico umano nella scuola vero?"
Che stupido, balbettavo, che problema avevo? Però insomma...la sua era una presenza importante.
"Io sono Mark." Ora ho capito chi è...il più bravo studente dell'istituto.
"Ho capito... grazie per quello che hai fatto per me."
"Semplicemente odio quei due, non l'ho fatto per te."
Capisco...nessuno lo farebbe mai per qualcuno come me.
"Grazie lo stesso sai...ehm."
"Non c'è ne bisogno, l'ho fatto per me stesso. Non riuscivo a guardare la scena senza far qualcosa."
"Si si...uh...."
"Però non montarti la testa.  Non è che da ora siamo amici ok? Non posso essere amico di una persona come te."
Abbassai lo sguardo e poi massaggiai la gamba cercando di non riscoppiare in lacrime.
"Cerca di sistemarti e... ricordati, non sei uno sgorbio."
Cosa?! Come sapeva che mi avevano chiamato così? Da quanto stava guardando la scena?!

Ritornai alla realtà e notai che Mark e Malcolm avevano smesso di litigare come ai tempi delle medie.
"Ora devo sbrigare una questione importante con Xiao, aspettami qui, o sapete cosa vi succede."
Sì, lo avrei sicuramente aspettato lì con calma dopo aver visto la scossa che aveva colpito Mark.
E spero che anche lui lo farà...
Mi sedetti su un gradino insieme a lui e poi, i due sparirono dentro ad una stanza a fianco della sala.

"In totale sono 12.000 euro." Xiao guardò freddo e deciso Malcolm mentre pronunciava quelle parole.
"Si lo so, e gli avrai."
"Bene, sto aspettando."
Malcolm lentamente si toccò il fianco della sua tasca e Xiao ricevette una scossa.
"COSA CAZZO CREDI DI FARE?"
Xiao prese velocemente due coltelli che teneva nascondi dietro alla giacca, saltò e con un passo felino, puntò la tesa dello scienziato.
Malcolm attivò la seconda scossa e Xiao cadde all'indietro.
"Sei un pezzo di merda! Lo sapevo che non dovevo fidarmi di te!"
"Scusa, ma non amo dare soldi ai poveri."
Attivò la terza scossa e il Ninja ebbe un infarto. Il suo cuore smise di battere e delle bolle di saliva colarono dal suo bordo labbra.
"Di questo se ne occuperà dopo il mio maggiordomo."
Uscì dalla stanza e tornò da David e Mark come se quello che aveva fatto fosse una cosa da tutti i giorni.

Si mise davanti a noi e dopo poco Mark parlò.
"Che cazzo hai fatto a Xiao? Guarda che lo abbiamo sentito urlare!"
"Oh, non volevo dirlo, queste non sono cose per femminucce."
"NON SONO UNA CAZZO DI FEMMINUCCIA. Smettila di sentirti più forte solo perché non ho i poteri!"
Cominciavo seriamente a pensare che Mark avesse problemi di rabbia.
"E va bene... l'ho ucciso." e per davvero...mentre lo diceva sorrideva.
"L-lo hai...ucciso?" potevo semplicemente stare zitto, eppure non riuscivo a restare in silenzio.
"Esatto David, proprio come avrei voluto fare con te alle medie."
La rabbia mi ribolliva nelle vene, eppure si stava trasformando in tristezza, in lacrime, come al solito.
"Cosa vuoi farne di noi." disse Mark, stranamente più calmo dopo aver notato che stavo per piangere.
"Beh, una cosa da niente...rovinarvi la vita."
Diceva così... eppure era una cosa che mi aveva già fatto.




Tell me that you love me (volume 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora