Stava scivolando pian piano in uno stato di apatia mentre lui continuava ad urlargli contro. Non ricordava perché avevano cominciato quel litigio, da cosa era scaturito, ma ora il suo coinquilino era furioso e AlHaitham non riusciva a sopportarlo. Gli scoppiava la testa, voleva solo un briciolo di silenzio.
Allungò una mano e afferrò la custodia delle sue cuffiette, poggiata sul tavolino di fronte a lui. Prese gli auricolari e se li infilò nelle orecchie, lanciando poi sul divano l'involucro vuoto. Il volto di Kaveh si era contratto in un'espressione di pura rabbia.
Girò la pagina del libro che stava leggendo, come se nulla fosse, come se l'altro ragazzo non fosse più lì. La pace tanto agognata arrivò presto, poiché nei suoi timpani suonava ora una melodia classica, di quelle rilassanti, che ovattava tutto il rumore intorno a lui. Dopo qualche minuto, Kaveh si era arreso e lo aveva lasciato da solo in salotto. Si era diretto verso la propria camera e, anche se non poteva né vederlo né sentirlo, AlHaitham poteva giurare che aveva sbattuto con furia la porta dietro di sé.
Se avesse dovuto ripercorrere il loro rapporto a ritroso, non avrebbe saputo dire quale era stato l'esatto punto in cui qualcosa nella loro amicizia si era crepato. Non avevano mai avuto una relazione pacifica e priva di conflitti, questo era certo, ma all'inizio era un semplice dibattere di posizioni e modi di essere contrastanti, sotto certi versi totalmente opposti, come l'asocialità di AlHaitham e l'eccessiva estroversione di Kaveh. In qualche modo, i primi anni, erano riusciti a far combaciare queste differenze, gettando le basi per un legame che però, a quanto pareva, era finito per crollare poi su se stesso.
AlHaitham non era una persona che stava simpatica alle altre, né a lui le persone interessavano minimamente, eccezion fatta per quelle che riteneva dei veri e propri geni, con i quali le conversazioni potevano essere interessanti. Kaveh faceva parte di questi ultimi. Era un artista, un architetto per la precisione, e guardava tutto il mondo come se fosse un'opera d'arte. Aveva guardato così anche AlHaitham.
Chiuse il libro e cercò di ricacciare indietro i ricordi. Non era il momento di ripensare al passato. Si alzò dal divano e si rintanò anch'egli nella sua camera. Non aveva più voglia di leggere e un pesante mal di testa stava peggiorando la situazione. Forse avrebbe potuto riposare fino a sera, quando poi gli sarebbe toccato il dover affrontare il muso lungo di Kaveh, che probabilmente avrebbe trovato in cucina a smanettare coi fornelli preparando qualcosa per entrambi. Perché sì, per quanto l'altro ragazzo potesse essere arrabbiato con lui, avrebbe comunque cucinato per entrambi. Così come AlHaitham gli lasciava sempre una tazza di caffè caldo la mattina quando si svegliava per primo.
Il loro legame era diventato qualcosa di così complicato che neanche loro riuscivano bene a capire, un intreccio di fili pieni di nodi che non riuscivano a sciogliere. Eppure AlHaitham continuava ad ospitare Kaveh in casa sua e Kaveh continuava a guardare AlHaitham come se lui fosse arte.
STAI LEGGENDO
When love and hate collide || Haikaveh
FanfictionDal prologo: "Se avesse dovuto ripercorrere il loro rapporto a ritroso, non avrebbe saputo dire quale era stato l'esatto punto in cui qualcosa nella loro amicizia si era crepato. Non avevano mai avuto una relazione pacifica e priva di conflitti, que...