Capitolo sei!~ Tempo per conoscerti

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Beh, Astoria è rimasta parecchio colpita dal mio libro di storia e dalla mia bellissima moto, la mia bambina.

E io sono rimasta colpita dal modo in cui si è attaccata a me. Magari l'è anche piaciuto.

Dopo dieci minuti in moto arriviamo davanti casa sua, si è fatta un bel giro gratis.

"Mi fermo qui?" dico rallentando e alzando la visiera del casco.

Lei fa solo un verso molto debole, come per annuire.

Mi fermo vicino ad un marciapiede e spengo il motore della moto, mi levo il casco sistemandomi i capelli con una mano.

"Eccoci qui, principessina viziata" ridacchio alzando gli occhi al cielo.

"Grazie" risponde dandomi il casco.

Devo portare avanti la conversazione, almeno un po'.

"Dovresti lasciare Axel, c'è di meglio, vi ho visti insieme prima, è un coglione" comincio guardandomi attorno e appoggiando il casco sulla moto solo per avere le mani libere e guardare quante sigarette mi restano nel pacchetto.

Ne ho già fumate cinque oggi, dannazione.

"Io e lui non stiamo insieme" dice alzando gli occhi al cielo come se ne avesse abbastanza di questa storia.

Che? Ma se stavano limonando pesantemente in bagno e in infermeria!

"Ah, non si direbbe. Lui ti ama, lo sai vero?"

Lei non risponde.

"Che ne sai tu di amore? Girano voci che sei stata con tutte le ragazze della scuola e hai anche il coraggio di dirmi chi devo lasciare?" ribatte guardandomi seccata.

"Le voci sono sbagliate" dico prendendo l'accendino e prendendo una sigaretta dal pacchetto.

È vero, le voci non dicono la verità.

"Ah no? A me pare di sì"

"Me ne manca ancora una alla collezione di ragazze" rispondo guardandola e avvicinandole la sigaretta come per offrirle un tiro.

Astoria mi guarda e allontana la sigaretta dalla sua vista spostandomi la mano. I soliti nerd noiosi.

"Manchi solo tu" dico facendole l'occhiolino per poi scoppiare a ridere vedendo la sua espressione scioccata.

"Fai davvero schifo" ribatte allontanandosi senza staccare gli occhi dalla moto.

"Eddai! Sono molto più gentile del tuo fidanzatino"

Lei alza gli occhi al cielo, ma non nega ciò che ho appena detto.

"Grazie per il passaggio" dice avvicinandosi alla porta di casa sua.

"Ci vediamo" dico, e lei fa una smorfia.

"Non sperarci" la porta si chiude alle sue spalle.

Dio, questa ragazza è proprio complicata. Meglio tornare alla mia di casa, adesso.

La guardo andare via e mi rimetto il casco salendo di nuovo sulla mia bellissima moto e partendo. Dopo un po' arrivo finalmente a destinazione, parcheggio nel garage e mi avvio verso la porta d'ingresso.

Suono diverse volte al campanello ma nessuno mi apre.

"Merda" borbotto da sola cercando le chiavi di casa nelle tasche.

Quando nessuno risponde di solito è un brutto segno.

Dopo un po' di tentativi a causa delle mani occupate dal casco riesco ad aprire la porta.

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