Capitolo 2

0 0 0
                                    

Neppure durante la pausa, la ricerca di Adolf era andata a buon fine. Erano tanti i soldati seduti a mangiare e c'era un irrequieto vociferare nella mensa tale da rendere difficile individuare la voce a cui apparteneva il pianto che aveva udito nella notte trascorsa. Ad un certo punto s'accorse che conosceva le voci di tutti, perlomeno di chi era solito parlare, e non era tra queste quella che lui cercava, allora capì che bisognava concentrarsi sui soldati che non parlavano o parlavano quasi mai. Questo certamente non facilitava, anzi, complicava la questione perché il numero di voci e non voci era lo stesso. L'unico dettaglio che poteva usare a suo vantaggio era che il pianto apparteneva a un soldato del suo scompartimento, così il raggio si ristringeva, ma solo relativamente poiché il numero dei soldati del suo scompartimento era elevato e non aveva sentito piangere nessuno di questi fino ad allora.
Terminato il pranzo, i soldati lasciavano i piatti vuoti sulle tavole e si dirigevano verso un corridoio che li avrebbe condotti verso la porta d'uscita, al di là della quale un'enorme campo sarebbe stato lì ad accoglierli per l'addestramento.
Esso costituiva la parte più importante nonché la più impegnativa dell'intera giornata. Si svolgeva in un ampio spazio verde suddiviso in tre sezioni: sezione tiro, sezione percorso ad ostacoli e sezione battaglia. Queste erano precedute da un'altra dalle dimensioni inferiori denominata sezione scontro frontale. Così come le materie che si studiavano di mattina queste sezioni si susseguivano una dopo l'altra in ordine , anche se a volte si dava priorità a una o a un'altra. Il campo era circondato da una recinzione composta da sbarre orizzontali e verticali che si intersecavano, alte circa venti metri, e si estendevano intorno tutto il perimetro dell'intero centro d'addestramento.
A cielo aperto i soldati si sentivano più liberi di muoversi, di fatti lo erano, sentivano maggior possibilità di relazionarsi tra loro perché non vi erano guardie, di fatti nascevano sempre nuove competizioni e sovrapposizioni, di conseguenza sentivano di avere potere e controllo, ma difatti non lo avevano.
Gli addestratori suddividevano i soldati dell'Ala Blu e dell'Ala Bianca in gruppi e davano loro ordini e comandi, istruzioni e regole con severità affinché tutti le eseguissero, nel caso contrario, le punizioni erano violente e crudeli. Tutti, almeno una volta, sono stati puniti, di solito i nuovi soldati sono i più inclini a riceverle perché ancora ignari delle regole del sistema.
Appena raggiunto il campo, i soldati iniziano l'addestramento con lo scontro frontale dove uno attacca e l'altro si difende. Vengono formati sottogruppi spesso formati due soldati, talvolta da quattro nei quali l'addestratore decide chi deve attaccare e chi deve difendersi e quanto debba durare lo scontro prima che i ruoli si invertono.
Adolf attacca l'avversario, lo attacca di nuovo, e di nuovo ancora. Poi viene attaccato a sua volta, ma si difende, e si difende ancora fino a quando riconosce una voce, un pianto di un bambino, lo stesso che all'alba lo ha svegliato. Si gira a guardare da dove proviene e scorge un soldato che sta per essere punito perché si rifiuta di attaccare e di difendersi. Intanto viene colpito e scivola a terra. Un pugno sul labbro destro gli ha riaperto una ferita che già aveva. Si alza di fretta e ritorna a difendersi. Ora si sente tranquillo, finalmente ha trovato la voce che stava cercando. È di un soldato più giovane perché gli sembra più piccolo di lui, è di un soldato nuovo perché non l'aveva mai visto prima, questo conferma la sua ostilità all'addestramento, e il suo piagnucolio.
Durante l'allenamento nella sezione battaglia dove due o più squadre di soldati si scontrano, Adolf cerca di avvicinarsi a lui.
Il soldato più giovane è nascosto dietro a un albero e Adolf finge di spararlo.
"Colpito e affondato. Devi uscire dal campo." Gli dice. Lui, dopo essersi spaventato di soprassalto, non gli risponde.
"Come ti chiami ?"
"Soldato John... e tu ?"
" E' il tuo vero nome?"
"No. Il mio vero nome è Christian."
"Sei americano ?"
"Si, da cosa lo capisci ?"
"Dall'accento, sei fortunato, sai? almeno non devi studiare la Lingua."
Adolf gli stringe la mano come fanno gli uomini quando si presentano la prima volta.
"Eri tu che piangevi stanotte ?"
John non risponde.
"Non devi piangere. Qui ci sono le regole e devi fare come ti dicono loro. E devi combattere come vogliono che tu combatti."
"Non lo so fare."
"Tutti sanno combattere."
"Io no."
"Ascoltami, non opporti a Loro perché se lo fai hai già perso. "
"Io voglio solo tornare a casa."
Adolf afferrò la mano di John che impugnava con debolezza un fucile da battaglia e la puntò verso di sé.
"Adesso sparami." disse.
"Fallo, non ci sono veri proiettili in questi." Incalzò.
John si rifiutava.
"Se non lo fai tu, lo faccio io."
"Perché vuoi che lo faccia?"
"Perché Tu hai paura e qui non si può averla."
Adolf lo guardava fisso negli occhi e John iniziò a tremare.
"Fallo!" Adolf lanciò un urlo e strinse forte il fucile, era pronto per sparare. Poi ad un tratto partì un colpo e uno dei due soldati si sporcò la divisa di polvere rossa.
"Ora fallo anche agli altri. Io esco"
"Non mi hai detto ancora come ti chiami."
"Adolf."
"È il tuo vero nome ?" Chiese John ma Adolf si era già allontano sicché non ebbe risposta.

Il soldato Adolf-39Where stories live. Discover now