Hokuto no ken: Edens Land

Capitolo 2: Benvenuti A Edens Land

I miei occhi vengono abbagliati dalla luce che si riflette sui tetti delle case di Edens Land.
Assieme a Koyama entro nella città, e nessuno dei due riesce a trattenere l’entusiasmo e lo stupore verso questa città.
La città è viva, colorata e soprattutto chiassosa. Ovunque vedo bazar, locande, uomini, donne e bambini che corrono e giocano.

“Quanta gente!” Esclama pieno di stupore Koyama. “Chissà se qualcuno di loro ha visto mio fratello Oka?”

“Beh non escluda la possibilità…” Cerco di rispondere, accorgendomi che Koyama è già andato a importunare varie persone.

Non ci vuole molto, prima che devo portare via il gigante buono e ingenuo, dato che la sua stazza sta incutendo grande timore alla gente.
Per quanto lui si limitasse a chiedere del fratello, agli occhi della gente del posto deve sembrare una sorta di mostro.
Infatti Koyama è alto, estremamente muscoloso e imponente. Tanto che quando si piazza davanti a una persona, oscura il sole.

“Koyama non puoi fermare chiunque ti passi davanti…” Lo rimprovero gentilmente. “Siamo stranieri in una città nuova e sconosciuta, e potrebbero pensare male…”

“Si hai ragione…” Mi dice Koyama, che è seduto in ginocchio davanti a me. “Il fatto è che desiderato tanto scoprire qualcosa su mio fratello…”

Effettivamente Koyama ha viaggiato fin qua per ritrovare il fratello scomparso, o perlomeno scoprire qualcosa su di lui.
Io stesso sono stato incaricato dal mio maestro, di indagare su tutte le sparizioni misteriose.
Questo luogo è estremamente grande, colorato ma soprattutto sorvegliato.
Da quando sono entrato con Koyama, non c’è stato un singolo momento che le guardie non ci abbiano perso di vista.

“Ascolta Koyama, forse dovremmo cominciare dalle basi….” Comincio a spiegare al mio nuovo amico. “Proviamo a chiedere nei posti dove per ultimo è stato visto, tipo l’arena dei lottatori…”

“Si giusto!” Si rianima di colpo il gigante. “Andiamo di corsa! Ma aspetta, dove si trova l’arena?” Comincia a domandarsi di colpo Koyama.

Bella domanda, in effetti non conosciamo nulla della città. L’ideale sarebbe provare a chiedere a qualche guardia, ma non vorrei che la nostra presenza e le nostre domande li facessero insospettire.
D’altronde qua c’è certamente un grande via vai di lottatori, truffatori e ladri.
Distinguere l’uno dall’altro a volte non è facile, e c’è il rischio che le guardie facciano di tutta l'erba un fascio.

“Beh, direi che per prima cosa dobbiamo chiedere in giro…”
Concludo con il gigantone, incamminandoci per la città.

Non ci vuole molto tempo, prima che grazie alle indicazioni della gente troviamo la centrale di polizia.
Ovviamente come mi aspetto, non troviamo nessuna informazione utile.
Infatti le guardie della città non sono a conoscenza della sparizione del fratello di Koyama, né tanto meno di altri guerrieri.
Secondo le guardie i guerrieri vanno e vengono, e spesso molti vengono attaccati nel deserto.

Koyama non sembra voler demordere, e neanche io mi voglio arrendere.
Davo per scontato che non avrei ottenuto informazioni utili, non almeno nel primo giorno.
La città appare come un posto bellissimo, dove l’ordine regna sovrano.
Ma il mio maestro mi ha insegnato a guardare oltre la luce, oltre la bellezza, oltre l'apparente calma.

Perché ogni cosa cela un ombra, cela un’oscurità dietro il quale si può nascondere una serpe.
Koyama è una persona buona e gentile, ma non troverà mai nessuna informazione utile, non senza cacciarsi in qualche guaio.
Ed io sono qua per fare luce sul mistero delle scomparse, agendo nell’ombra come un gatto.

“Senti Ryu…” Mi dice Koyama, con aria affranta. Molto probabilmente è addolorato per la scomparsa del fratello.

“Dimmi Koyama! Se sei preoccupato per Oka sono sicuro che lo troveremo!” Dico per incoraggiarlo e tirarlo su di morale.