Capitolo 3: La Regina Delle Rose

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La mia mente vaga a lungo, non riuscendo a concentrarsi a dovere.
E’ soltanto l’espressione di Koyama, che mi fà rendere conto che mi sta parlando, ed io non lo sto sentendo.
Quello che è successo nel mercato, per qualche ragione mi ha scosso profondamente.
Il mondo è colmo di guerrieri e di maestri, eppure quei due mi hanno toccato nel profondo.

“Ryu-chan, stai ancora pensando a questa mattina?” Mi chiede Koyama, che mi osserva con espressione preoccupata.

“Si Koyama-san! Ti chiedo scusa, ma non riesco a farne a meno…”
Rispondo, mentre mi gratto la testa a causa del fastidio.

“Beh ti capisco…” Risponde franco Koyama, mentre si mette ad osservare la piazza dove ci troviamo. “Quei due erano veramente forti, e anche estremamente crudeli…”

“Crudeli? Perché dici questo?” La sua affermazione mi incuriosisce.

“Beh, non si sono fatti problemi a uccidere i teppisti…” Dice Koyama, sorprendendomi per la sua affermazione estremamente buonista e ingenua.

“Koyama, guarda che anche noi abbiamo ucciso dei banditi. Quale differenza ci sarebbe?” Chiedo, in quanto sono interessato alla sua risposta.

“Beh!” Mi dice con un'espressione confusa. “I banditi del deserto erano assassini, predoni e persone cattive. Meritavano di morire.” Mi dice, come se volesse autoconvincersi delle sue parole. “Mentre loro, mi sembravano solo dei stupidotti, che facevano casino punto e basta…”

“Koyama, devo dire che avete un cuore molto dolce e buono.” Comincio a dire, lodando il mio nuovo compagno di avventura. “Ma purtroppo le persone possiedono un lato malvagio, sporco e corrotto. Non possiamo sapere se sono degni di redenzione o meno, e questo ci porta a fare delle azioni su quello che sappiamo, o quello che non sappiamo…”

“Questo cosa significa?” Mi chiede, con fare fanciullesco.

“Che non potremo mai sapere se è giusto o meno togliere la vita a una persona. Quello che è certo, è che le nostre azioni devono essere sempre dettate da nobili intenti.”

La domanda semplice di Koyama, aveva creato nella mia mente una nuova domanda.
Fino a quel momento, mi ero limitato ad agire seguendo gli insegnamenti del maestro Kenshiro. L’Hokuto Shinken deve essere utilizzato per proteggere la pace del mondo, e soprattutto per punire gli arroganti che deturpano la vita altrui.

Ma ora mi domandavo, quando effettivamente una persona andava uccisa, e quando invece c’era la possibilità di redenzione.
D’altronde mio padre Bagra, era stato a suo tempo il generale di Raoh, il Re di Hokuto, ovvero il mio padre biologico.
Bagra aveva ucciso, combattuto e conquistato in nome di mio padre, eppure alla sua caduta aveva cambiato vita.

E soprattutto aveva la stima e il rispetto di Kenshiro, tanto che quando ero piccolo fui affidato proprio a lui.
Se il maestro Kenshiro non avesse pensato che fosse degno di fiducia, non avrebbe mai dato la mia vita in mano sua.
Inoltre non gli avrebbe mai permesso di vivere, e lo avrebbe eliminato immediatamente, come tanti altri guerrieri crudeli che agivano sotto il vessillo di mio padre.

Infatti il maestro Kenshiro, mi aveva raccontato durante la mia crescita, che sotto la bandiera di mio padre si erano riunite persone di ogni genere.
Alcune erano persone buone, che credevano negli ideali di mio padre, e combattevano per creare un mondo migliore.
Ma altri erano soltanto ladri e assassini, che usavano il nome di Raoh per perpetrare atti criminosi senza essere puniti.

Ora il nome di mio padre evocava un misto di sentimenti, alcuni lo ammiravano, altri lo odiavano e detestavano.
Mi domando cosa ne penserebbe Koyama, se sapesse che io sono il figlio del leggendario tiranno Raoh.
Anzi, non lo voglio sapere. Koyama è un guerriero puro di cuore, e sinceramente mi spezzerebbe se la nostra amicizia fosse minata dalle colpe di mio padre.

Hokuto no ken: Edens LandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora