Rising from Ashes: A Phoenix's Love

4.Emozioni contrastanti

"Ogni storia che raccontiamo è
un riflesso di noi stessi,
un viaggio in cui ogni emozione
diventa il carburante che alimenta
il nostro sogno."

Il sole filtra attraverso le tende della mia macchina fotografica, accarezzandomi il viso mentre lentamente apro gli occhi. Un raggio di luce si posa sul comodino, illuminando la mia Mustang in miniatura, un regalo di compleanno che adesso sembra avere un significato speciale. Mi alzo, ancora un po' assonnata, ma appena vedo la mia auto parcheggiata fuori dalla finestra, mi si disegna un sorriso sul viso.

Dopo una colazione veloce, mi infilo un top semplice e un paio di jeans, afferrando al volo il cappello lasciato vicino alla porta. Esco e l'aria calda della California mi avvolge. La Mustang, con la sua vernice blu scintillante, brilla sotto il sole, e solo l'idea di passarci un po' di tempo insieme fa accelerare il mio cuore.

Mi avvicino all'auto e, una volta salita al volante, il profumo dell'interno in pelle mi fa sentire subito a casa. Inserisco la chiave e accendo il motore: il ruggito che sento mi vibra dentro, come una scarica di pura energia.

Decido di fare una gita verso la costa, prendendo la mia strada preferita, quella piena di curve strette e panorami mozzafiato. Mentre percorre il tragitto, il vento mi scompiglia i capelli e la musica che esce dagli altoparlanti si mescola al rombo del motore, creando la colonna sonora perfetta per la mia mattinata.

Mi fermo a un punto panoramico che dà sull'oceano. Scendere dall'auto e respirare l'aria salmastra mi fa sentire viva come mai prima d'ora. La vista dell'oceano, blu e infinito, mi ricorda quanto sia grande il mondo e mi dà la sensazione di potermi liberare da qualsiasi preoccupazione, anche solo per un attimo.

Avanzo verso il bordo del promontorio e chiudo gli occhi, assaporando il momento. Ma poi il pensiero di Michael riaffiora, come un'ombra che non riesco a scrollarmi di dosso. È strano come, nonostante mi senta felice qui, la sua assenza sembri così ingombrante.

Dopo qualche minuto, torno alla Mustang e mi ritrovo a esplorarne i dettagli, come se volessi conoscere ogni piccolo aspetto dell'auto. Mi concentro sul volante, sul suono dei pneumatici sull'asfalto e mi lascio assorbire da ogni sensazione. Questo legame tra me e la mia macchina cresce di minuto in minuto, e in questo momento è tutto ciò di cui ho bisogno.

Quando rientro a casa, mi dirigo in camera da letto ripensando alla mattinata passata con la mia Mustang, il mio primo pensiero è passare un po' di tempo con Michael. La giornata è ancora lunga, e nonostante il nostro legame sia recente, c'è qualcosa di rassicurante nel sapere che c'è qualcuno con cui condividere questi momenti di novità. Gli mando un messaggio: Ti va di fare un giro? Oggi è perfetto per una corsa.

Aspetto una risposta, ma passa un po' di tempo senza che lui scriva. Quando finalmente risponde, noto subito un tono strano: Non posso, nei prossimi giorni, sono incasinato... e ho delle cose da fare. Magari un'altra volta?

Sento un pizzico di delusione, e un pensiero si insinua nella mia mente. È quasi come se si stesse tirando indietro, come se volesse evitare di passare troppo tempo insieme. Provo a scacciare quella sensazione, convinta che sia solo una mia impressione, ma non posso fare a meno di chiedermi cosa sta succedendo davvero.

Non ho il tempo di pensarci a lungo, però, perché proprio in quel momento mio padre mi chiama dal soggiorno. Scendo di sotto e lo trovo ad aspettarmi, l'espressione visibilmente entusiasta.

"Kimberly, preparati. Oggi andrai sul set per la prima volta," annuncia, con un sorriso fiero.

Resto fermo per un istante. "Oggi?"

"Sì, sarà una giornata introduttiva. Conoscerai il regista e ti presenterai al resto del cast. Solo una presa di contatto, niente di impegnativo."