chapter 36

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Jisung aggrottò le sopracciglia confuso quando la chiamata terminò improvvisamente e fissò lo schermo nero realizzando che il suo telefono fosse morto.

'Avrei dovuto caricarlo...' sospirò e rimise il cellulare nella tasca per pagare la bottiglia di coca cola che si era appena comprato.

Ma cosa voleva Minho da lui? Perché mostrargli a caso la foto di un uomo?

Con una sensazione strana al petto uscì dal minimarket e si sedette su una panchina di fronte ad esso. Minho gli aveva detto di restare in un posto affollato e quella strada più o meno lo era. Jisung non ne conosceva il motivo esatto ma il fatto che Minho volesse sapere dov'era e gli aveva detto di non restare solo lo fece leggermente spaventare. Avrebbe preferito cento volte nascondersi in quel momento piuttosto che restare in mezzo alla folla.


[...]

D'altra parte Minho stava andando fuori di testa e una miriade di pensieri negativi cominciarono a tormentarlo.

"Devo andare da lui! Subito! SEUNGMIN, FAI QUALCOSA." urlò al più piccolo e a suo fratello che erano terrorizzati tanto quanto lui.

"Minho, urlare non ti porterà da nessuna parte! Contatterò immediatamente i miei uomini e troveranno un modo. Probabilmente verrà coinvolta anche la polizia, se ne occuperanno loro di sicuro." Seungmin cercò di rassicurare il più grande ma fu inutile.

Furioso, Minho corse alla porta, la spalancò e colpì entrambe le guardie così forte in faccia da avere abbastanza tempo per scappare. Fecero per inseguirlo quando Seungmin gli diede con un colpo netto al collo facendogli perdere i sensi.

Minho non si lasciò fermare da nulla. In fretta uscì dalla villa e salì nella sua macchina.

"MINHO ASPETTA!" Seungmin gli urlò dietro ma era già troppo tardi, non prestò attenzione né a Seungmin né a nessun altro. Partì a bomba sfrecciando tra le macchine e non rispettando i semafori.

Non avrebbe lasciato che Jisung si facesse male... non di nuovo.

Continuò a guidare oltre il limite di velocità finché non si ritrovò in un ingorgo proprio nel centro della città. Il minimarket era a pochi isolati quindi non perse tempo e saltò fuori dall'auto, lasciandola semplicemente sulla strada e correndo sul marciapiede come un pazzo.

La gente lo guardava male e lui sentiva i polmoni bruciare per la stanchezza.

Poi finalmente individuò il minimarket da lontano e si fermò per riprendere fiato. Era pieno di gente ma riuscì a intravedere un ragazzo con una sciarpa blu molto famigliare.

"Jisung!?" Minho espirò e si alzò un po' in punta di piedi per vedere finalmente il più piccolo seduto su una panchina proprio accanto al negozio.

Un peso enorme si sollevò dalle sue spalle appena vide il ragazzo stare bene e seduto ad aspettarlo, era così felice di vederlo sano e salvo che gli venne da piangere.

"Ji-!" stava per gridare il suo nome quando qualcosa di pesante lo colpì alla nuca. Il corpo s'intorpidì e sentì le gambe cedere. Cadde a terra mentre la sua vista cominciò a sfocarsi sempre più, poi... buio.

Qualcuno lo aveva appena colpito... qualcuno lo aveva davvero colpito in un posto pieno di persone. Era così ironica come cosa, per un attimo tutto era sembrato andare bene. Era così crudele... e Minho si sentiva stupido.


[...]


Si svegliò con il rumore dell'acqua che gocciolava e con un dolore allucinante alla testa. Si alzò da un materasso sporco gettato su un pavimento ancora più sporco e mezzo bagnato. Era una stanza davvero minuscola con pareti di cemento grezzo su ciascun lato, tranne... dove c'erano sbarre di ferro. Si strofinò gli occhi e oltre le sbarre vide il resto del seminterrato con tutti i tubi lungo le pareti, un letto, una scrivania con una lampada, un frigorifero e alcuni vestiti sparsi.

SILENT || minsung (ita ver.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora