Gola

1.4K 123 29
                                    

(Voce narrante: Albus Silente)

"...Quando un giorno da un mal chiuso portone

Tra gli alberi di una corte

Ci si mostrano i gialli dei limoni;

e il gelo del cuore si sfa,

e in petto ci scrosciano

le loro canzoni

le trombe d'oro della solarità"

(Eugenio Montale, I limoni)


"Albus, ancora con quelle curiose parole d'ordine? Comincio a pensare che lo fai per divertirti, sai?!?" mi dice Minerva scuotendo la testa rassegnata.

"Oh, hai tutto il diritto di pensarlo, mia cara. A un vecchio come me sono rimasti ben pochi divertimenti." Rispondo con uno dei miei soliti sorrisi enigmatici, che, lo ammetto, sono un altro mezzo che uso per stupire ed esasperare gli altri.

"Beh, Albus, sono passata solamente per consegnarti queste lettere che sono riuscita a strappare dalle grinfie di Dolores...mio Dio, quella donna mette seriamente alla prova la mia pazienza!"
"Sono d'accordo, Minerva"
"Comunque è il tuo vecchio amico Elphias Doge, credo voglia sapere come va qui da quando quella vecchia megera è diventata Inquisitore Supremo."
"Si? Beh, immagino che sappia già benissimo come va, ma è carino da parte sua."
"Sì, è vero. Beh, io vado, Albus, e...è una bella serata, non trovi? Anche non troppo fredda! Fossi in te mi gusterei una delle tue parole d'ordine!" dice con una risata, poi si chiude il portone alle spalle.

Io stesso sorrido. Ghiacciolo al limone. In perfetta linea con le mie solite parole d'ordine. Ho sempre amato tutti i dolci, ma per ilgusto del limone ho sempre avuto una predilezione particolare.



Estate, una casa ormai troppo lontana nel tempo e nello spazio. Il cottage di campagna è circondato da un piccolo pergolato, sul retro c'è un orto ed un ampio prato. Mio padre e mio fratello sono all'aperto; mia madre, con i capelli neri legati in una stretta crocchia ed un grembiule bianco, è davanti ai fornelli. Una voce mi riscuote all'improvviso dai miei studi: "Al!!"

"Ari!! Dove sei stata? Lo sai che mamma sta preparando per te la torta al cioccolato!"
"Si, si, Al!! Torta al cioccolato! Dolci, dolci, dolci!!" Mia sorella è proprio incontenibile. Ha cinque anni, capelli molto chiari e sottili, i miei stessi occhi azzurri. Sta saltellando come una matta per la cucina e solo in quel momento mi accorgo che tiene qualcosa di nascosto dietro la schiena.
"Ari, cosa nascondi? Hai preso qualcosa dal giardino?"
Lei mi guarda e, con un sorriso trionfante, tira fuori un grosso limone giallo.
"Hai visto, Al?!? Così mamma ci prepara anche i dolcetti al limone! Ma dici che posso mangiarne uno così, appena colto?"
"No Ari, non ti piacerebbe. Vedi, il limone è un frutto difficile. È bello, giallo, solare, ma il sapore è acido. Va spremuto, gustato solo in certi modi...va cucinato con pazienza e amore...un po' come se curassimo le persone a cui teniamo!"
Non sono sicuro che Ari abbia capito. Infatti cambia argomento quasi subito:
"Oh, Al! È vero che il primo di settembre parti?!? Ma perché? Voglio venire anch'io!"
"Ci andrai presto, Ari. Vado a studiare magia in una grande scuola. Fra qualche anno mi raggiungerai."
"Sicuro, Al?"
"Ma certo, Ari! E scommetto che sarai anche più brava di me!" E lo pensavo davvero.

Ma chi avrebbe mai potuto prevedere che di lì a poche settimane quei tre bastardi avrebbero rovinato la tua innocenza ed il tuo equilibrio mentale, per sempre. Che mio padre sarebbe finito in prigione per aver tentato di punirli. Che da quel momento alla nostra famiglia, anche per la mia leggerezza ed ingenuità, sarebbero state riservate solo pene e dolori.



Il sole è tramontato dietro gli ultimi bastioni del castello. Con fare pensieroso, afferro uno dei miei ghiaccioli al limone dal ripiano tenuto freddo con la magia, dove ne ho una buona scorta, e lo scarto.

Forse non mi sono occupato abbastanza di te, Ari. Tantomeno di mio fratello. Dopo quegli ultimi istanti felici, mi sono fatto accecare dal potere e dall'ambizione. Ed ho pagato un prezzo fin troppo salato. Ma ora insegnerò ai miei studenti a non ripetere lo stesso errore. Non ho la presunzione di essere meglio di loro: so già che alcuni di loro hanno compiuto scelte molto più giuste ed umili di me alla loro età. Come Neville, che va sempre a trovare i suoi genitori malati. Come Harry Potter.

E mentre assaporo quel gusto aspro e dolce al tempo stesso, mi sembra di essere tornato a quel tempo lontano e ormai perduto. Insieme ai miei cari.

(dedico questo capitolo alla memoria del magnifico Eugenio Montale, che mi ha insegnato a trovare la vita e l'amore nei dettagli che a volte non vediamo neanche.)


NOTA AUTORE: Bentornati, cari lettori! Ecco il terzo capitolo della raccolta, dedicato alla gola! Inizio subito col dirvi che ho sempre adorato il personaggio di Silente con tutta me stessa, che quasi tutte le mie citazioni preferite dei libri della Saga riguardano i dialoghi tra lui ed Harry e che la sua morte (insieme a quella assurda di Fred) è stata un brutto colpo per me. Non potevo non dedicargli un capitolo, non credete?
Grazie infinite a tutti coloro che hanno letto. Se voleste lasciare un piccolo commento, mi rendereste felice!! A presto :-) :-)

I sette peccati capitaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora