Lussuria

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(Voci narranti: Lucius Malfoy/Hermione Granger)

"Onde più volte bestemmiava la vanitade de li occhi miei, e dicea loro nel mio pensero: "Or voi solavate fare piangere chi vedea la vostra dolorosa condizione, e ora pare che vogliate dimenticarlo per questa donna che vi mira; che non mira voi, se non in quanto le pesa de la gloriosa donna di cui piangere solete; ma quanto potete fate, ché io la vi pur rimembrerò molto spesso, maladetti occhi!" (Dante, Vita Nova)


[a D.

In fondo me l'hai ispirata tu.]


La notte è incantata, maledetta, pericolosa. Una minaccia incombe sull'atmosfera circostante ed avvolge gli alberi, i cespugli, le creature maligne che vi si nascondono, come un alito caldo che rende insopportabile ogni movimento e difficoltoso ogni respiro. È l'ombra di Lord Voldemort, lo so. Quell'uomo che ha quasi distrutto la mia vita, quella di mia moglie e di mio figlio.

Questo è il modo di ripagarmi di tanti anni di servizio?

Io sono stato uno dei primi a schierarmi dalla sua parte, durante la prima guerra magica.

Io l'ho aiutato a ritornare tramite l'Horcrux del suo diario segreto, cinque anni fa.

Io ho condotto la missione per il recupero della Profezia, nell'Ufficio Misteri.

Ed ora? Ora che la nostra posizione è quanto mai delicata, che la vittoria della guerra è ad un passo da noi, che lui stesso avrebbe bisogno di tutti noi, che fa? Rifiuta di accontentarmi nella richiesta più semplice e naturale che ci sia: lasciarmi andare a cercare mio figlio. Sapevo che Lord Voldemort fosse un essere senza cuore e che tutti noi, anche i suoi più fidati sottoposti, non siamo altro che strumenti, anzi, ostacoli alla sua realizzazione personale. Ma credevo che almeno uno spiraglio di umanità si sarebbe potuto aprire anche in lui, in un momento tanto complesso.

Umanità, bah! Ma senti come parlo. Davvero non sono più la stessa persona di un tempo. In passato non avrei esitato a vendere me stesso per la gloria, il potere, l'ambizione. E più volte l'ho fatto.

E sono stato abile a fiutare il pericolo, a fuggire da una nave che stava per affondare, a cambiare ed a dissimulare abiti, atteggiamenti e parole come conveniva di più. È stato così che molti mi hanno ritenuto per anni un rispettabile esponente della nobiltà magica, impegnato in Ministero presso i conservatori, artefice di numerose donazioni di beneficenza nei confronti dell'Ospedale San Mungo, nonché ammirevole padre di famiglia. Ben pochi hanno capito che dietro di me si celava l'essenza di uno dei Mangiamorte più pericolosi. D'altra parte, il mio nome è lo stesso di Nerone e Silla. Qualcosa vorrà pur dire.

Fino a quando, due anni fa, non sono stato catturato anch'io. Ed anch'io, come i miei compagni, ho pagato con la galera. Solo un anno, prima di riuscire ad evadere: ma Dio solo sa quante umiliazioni hanno subito mia moglie Cissy e mio figlio. Non importa quello che pensa quel mostro: ha già fatto abbastanza male a me ed a molti altri che gli sono stati fedeli. Io cerco mio figlio.


Corro a perdifiato nella foresta. Oh, Harry, Harry, dove sei? Non posso sopportare l'idea che tu stia andando da solo da quel maledetto. Nessuno mi ha ascoltato, come sempre. Io sono sempre nell'angolo, quella che non viene ascoltata, ma poi, come il perfetto grillo parlante, si rivela essere la voce della ragione.

Ed anche stavolta, io sola ho intuito che cosa stai per fare: stai per consegnarti! Oh no Harry, non farlo! Sei il fratello che non ho mai avuto, e perderti sarebbe come perdere metà della mia anima. La foresta ha un aspetto spettrale, le ombre assumono contorni sfocati, mi sembra di essermi persa in un inferno di follia e disperazione. Guardo il cielo: le stelle sono quasi offuscate dalle fiamme, dalle strisce colorate, dalle continue esplosioni, segno che la battaglia infuria anche al di fuori di Hogwarts, ormai.

I sette peccati capitaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora