Accidia

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(Voce narrante: Horace Lumacorno)

"La sua anima si assopiva lentamente mentre sentiva la neve cadere pallidamente nell'universo e cadere pallidamente, come la discesa della loro ultima fine, sopra tutti i viventi ed i morti." (James Joyce, The dead)

La neve scende a larghe falde, imbiancando i balconi, le guglie del castello, il prato e la foresta. È sera tardi e ben poche luci sono ancora accese nelle due torri più alte. Probabilmente gli studenti sono andati a letto. Dalla mia sfarzosa quanto cupa camera dei sotterranei guardo con occhio vigile lo spettacolo che mi si presenta davanti. Non c'è più nessuno che passi accanto al Lago Nero, che di solito, a quest'ora, diventa sinistro e spettrale. Non per niente la mia Casa è alloggiata lì accanto: questi paesaggio si addice perfettamente a noi Serpeverde.

Così ci hanno sempre definiti: freddi, calcolatori, ambiziosi. Ma per me si sono davvero impegnati: mi hanno definito, a più riprese, una sorta di ambiguo mecenate, pronto a "collezionare" tra le mie file studenti celebri, parenti di maghi famosi o anche semplicemente molto dotati. Dicono anche che mi piace il lusso e la vita sedentaria, e, diamine, non posso loro dar torto: i soldi mi scivolano dalle mani, li spendo quasi tutti per liquori pregiati, vestaglie da camera in seta e ananas candito, il mio dolce preferito.

La mia camera ed il mio studio sono un tripudio di tende, poltrone, cuscini, ed io amo restare per ore seduto nel mio piccolo regno, senza fare nulla. Anzi, non è esatto. Spesso e volentieri ritorno con la mente a quando ero più giovane, a quando non era ancora scoppiata la Prima Guerra Magica e non c'era quell'ombra di paura che ultimamente aleggia su tutti noi. È il mio primo inverno da quando sono tornato a Hogwarts dopo tanti anni, e stasera un ricordo ben preciso sta continuando ad insinuarsi nella mente.

"Buonasera, professore, la disturbo?"

Alzo gli occhi da una serie di compiti di Pozioni. Ma non è necessario, so benissimo chi ha parlato. E, come previsto, mi trovo davanti una cravatta rosso-oro, una cascata di capelli rossi e due penetranti occhi verdi.

"No, Lily, certo che no...non disturbi mai! Come mai qua?"

"Devo dirle che mi dispiace molto ma non posso presenziare alla sua festa di Natale, la sera prima della partenza."

Avrei anche dovuto aspettarmelo. Gli altri miei protetti cercano di tenersi stretti i miei favori: non mancano mai alle mie cenette che organizzo con tanta cura, mi portano dolcetti e regali. Ma lei no, non l'ha mai fatto. È stata individuata subito da me perché è una giovane donna piena di classe, talento e buon gusto, ed ogni volta che mi parla dimostra di esserlo. Tuttavia sono dispiaciuto: non avere con me il mio fiore all'occhiello proprio per Natale!

"Davvero, Lily? E come mai?"

"Io e James abbiamo deciso di anticipare la partenza di mezza giornata per raggiungere i suoi genitori in tempo per la Vigilia. Sa, passiamo le feste insieme."

Già, dovevo immaginare. Lei e quel simpatico giovanotto fanno coppia fissa da un po' ormai. Chi l'avrebbe mai detto, del resto: fino all'anno precedente lei affermava di odiarlo! Ma alla sua età l'amore nasce in modo improvviso quanto bello.

"Capisco, Lily...non ti preoccupare! Vorrà dire che a tutte le mie cenette del secondo semestre sarai invitata insieme al tuo James!"

"Grazie, professore. Lei allora resta qua? Non raggiunge la sua famiglia?"

La famiglia... per me è come se non ci fosse mai stata. Sono figlio unico, ho perso i miei genitori da un po' ormai, e non mi sono mai sposato. I miei studenti sono la mia famiglia, e lei più di tutti. Ma forse è troppo giovane per capirlo.

"No, Lily, resto."

"Immaginavo! Le piace restarsene al castello al calduccio a guardare la neve cadere? Scommetto che la sua serata di festa ideale è sulla sua poltrona preferita con il suo liquore! La conosco bene ormai! Ma non creda, la capisco. Anche io preferirei questo programma, piuttosto che tornare da mia sorella e litigare tutto il tempo. Sono così felice che James mi abbia invitato! Allora passi delle piacevoli settimane qui al castello, e buon Natale!"

"Buon Natale, Lily"

Il tempo di dirlo e lei è già uscita, veloce e leggera com'è entrata.

Sono passati quasi vent'anni da quel giorno lontano, i miei capelli sono diventati grigi, ma per me non è cambiato quasi nulla. Stessa poltrona, stesso ananas candito, stesso gruppetto di studenti favoriti.

Tu, invece, Lily...tu che eri così piena di energia e voglia di vivere...sei morta a ventun anni per salvare tuo figlio. Quello stesso figlio che ora è davanti a me ogni giorno, con i suoi 16 anni e quello sguardo che assomiglia tanto dolorosamente al tuo. Il tuo amore, il tuo sacrificio, la tua scelta estrema l'hanno salvato da Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.

Non sono così ipocrita da dire che al tuo posto l'avrei fatto anch'io, che non c'è una parte di me che pensa che tu non avresti dovuto farlo: eri tu la Grifondoro, non io, e so riconoscere bene i miei limiti. Ma sono ugualmente orgoglioso di te, Lily, come quel padre che non sono mai stato per nessuno, tranne che per te.

E mi si stringe il cuore al pensiero che avrei tanto voluto parlare con te di persona del figlio che tanto hai amato, invece che ritrovarmi per l'ennesima volta immobile, a cercare un riflesso dei tuoi occhi verdi nella neve che turbina vorticosa.


NOTA AUTORE: ecco a voi il secondo capitolo di questa raccolta, dedicato al tema dell'accidia! Questa volta affrontiamo un personaggio, Lumacorno, non sempre così trattato e forse neanche tra i più amati, ma che, secondo me, ha un suo "fascino" e delle sue particolarità. Io lo trovo letterariamente interessante, un po' decadente, ecco! Ci tengo molto a sapere che cosa ne pensate, quindi sentitevi liberi di commentare. Un abbraccio <3

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