☆4; Svegliati, Elizabeth. Questo non è il paese delle Meraviglie⏳

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Non sapevo come potessi sentirmi..
Né dove fossi finita così all'improvviso senza una ragione.
So solo che avevo un gran mal di testa,
Sentivo il Freddo accarezzare le mie spalle.
Non vi era una scorciatoia, solo un silenzio ingannevole che pareva d'essere risvegliati da un lungo sonno.
Eppure avevo una strana sensazione dentro allo stomaco.
Ma non sapevo come spiegarlo.
Ero rimasta da sola.

Nemmeno Hailey poteva essere lì
Nemmeno dopo i suoi "ma e se" alla fine era solo una bugia, forse non lo ammetteva ma io lo sapevo che non avrebbe mai lasciato quel gruppo.
Sapevo che stavano organizzando qualcosa, ma non me ne capacitavo che vi fosse di mezzo, la mia migliore amica.

Sentivo la mente appesantita dai miei pensieri che non riuscivano a lasciarmi libera, anche se mi distraevo, tornavo sempre al solito punto.
Il solito punto dove mi trovavo adesso.

Il mio corpo sdraiato su quel pavimento color grigio scuro con le mie braccia e gambe intorpidite da quanto ero rimasta qui ferma.
I miei capelli rossi con leggere sfumature aranciate sulle punte completamente spettinati e tutti addosso sul mio viso stanco e bagnato dalle lacrime.

Provai ad alzare il braccio solo affinché la mia mano potesse prendere nuovamente i miei occhiali tondi, blu.
Ma di essi ritrovai solo la montatura con la lente ormai rotta.

Cercai di roteare i miei occhi verso la porta In legno un po' rovinata.
Era come se sapessi già la risposta ma volevo provare lo stesso.

Mi alzai tra qualche sospiro e smorfia per via di quanto fosse stretta la corda che mi ero ritrovata sui polsi.
Camminai piano verso la porta, e quando cercai di aprire la maniglia
Era chiusa.

Questo poteva significare una cosa.
Lui era stato qui.
Questo mi mandava fuori di testa, mi faceva arrabbiare.
Non potevo fare niente se non restare chiusa in quella stanza buia.
Non comprendevo lo scopo di tutto questo.

Cominciai a sfilare la corda dalle mie mani
Lasciando qualche rossore su di esse..
Mi misi seduta su una sedia, battendo la scarpa nervosamente sul pavimento.

Talmente arrabbiata che non avevo notato un particolare.

Le micro camere negli angoli della parete.
Mi alzai di scatto ancora una volta
E con un calcio buttai la sedia per terra
Togliendola di mezzo.
non appena riuscì ad avere la micro camera tra le mani, che tremavano insicure di quello che potevano scoprire..

"Ma a che gioco state giocando.."

Mi bagnai le labbra,
Mordendole lentamente nel mentre sussurrai tra me e me quelle parole.

I miei occhi verdi erano concentrati sulla camera dove vi era qualcosa di strano
Come se al suo interno qualcuno mi stesse guardando.

Incrociai lo sguardo di qualcun altro
Mi presi un colpo, e gettai la camera per terra, urlai
"AAAH!"
Mentre si ruppe in mille pezzi nel giro di pochi secondi.

poggiai la mano sul petto,
Potevo sentire il mio cuore battere molto forte.
Cominciai a piangere nuovamente
Mentre diedi dei piccoli pugni alle pareti, urlando semplicemente un

"Fatemi Uscire da qui!"

Odiavo quella situazione,
Odiavo non capire quello in cui mi avevano coinvolta.

Ma non ricevetti nessuna risposta.
Non in quell'istante.

Dopo Quel piccolo momento di panico.
La porta tutta rovinata, emise un cigolio abbastanza inquietante.
Passi pesanti, uno dopo l'altro vi fecero ingresso dove ero.

Una voce, sovrapposta su altre
Riecheggiarono nella stanza.

Alzai lo sguardo spaventato, arrabbiato, mentre i miei occhi vedevano offuscato
Cinque figure tutte con lo stesso vestiario tra il nero e il grigio scuro.
Delle cinture attorno alla vita con strani marchingegni.
Oltre al fatto che portavano indosso micro camere.

Le stesse come in questa stanza.

Uno di loro s'avvicinò alla mia figura.
Guardandomi dritto negli occhi
Poggiando una mano sulla mia spalla e sospirando profondamente verso i suoi compagni

'Lasciate fuori Francesco da questa situazione
Ha già combinato troppi casini.'

Continuò a parlare verso di loro.
Che silenziosamente annuirono.

Mi sembrava di conoscerlo, ma per colpa di quelle maschere che nascondeva il viso di ognuno di loro era difficile riconoscere se stessi dicendo la verità oppure no.

Cercai di parlare,
Volevo più informazioni, volevo sapere perché.
Quel fottuto perché che non arrivava mai.

Mi alzai e guardai tutti loro
Le mie labbra tremavano in continuazione assieme alle lacrime che scendevano lunga la guancia.

Sussurrai un:
"Io ho bisogno di sapere la verità."

Ma lo ignorarono.

"HO DETTO CHE DEVO SAPERE LA VERITÀ!"

Lo urlai di nuovo completamente arrabbiata e stanca di dover cercare di avere la loro attenzione così tanto.

Il biondo si voltò molto esausto, facendo un cenno con la testa una volta tolto la sua maschera.
Prima di andarsene via dalla stanza come se quello che io avessi detto non aveva importanza.

Il corvino ebbe lo stesso atteggiamento di Francesco.
Ma invece di andarsene, roteò gli occhi castano scuro mentre si chinò per prendere una birra dal frigo bar che avevano in questa stanza così vuota.

Per non parlare degli altri tre,
Quel Frank si era abbastanza annoiato di giocare a quello stupido di nascondere la propria identità senza un motivo preciso.
Quindi si era semplicemente seduto davanti una vecchia scrivania che cigolava ogni volta che lui poggiava del materiale sopra.

E Cesare seguì le orme dei suoi compagni, buttando per terra la maschera ormai sciupata.

Tanto nessuno aveva più voglia di nascondersi così tanto.

Tranne l'ultimo ragazzo, quello dai capelli riccioli.
Non si tolse la maschera
Ma guardava verso la mia direzione.
Io ricambiai quel piccolo gioco di sguardi
Ma qualcosa in me scattò
Vidi un tatuaggio con una piccola macchina fotografica sul suo braccio scoperto

Sentì le mie pupille dilatate,
Non appena portai le mani sulla bocca e fare dei passi indietro.

Prima che potessi dire qualcosa
Lui mi precedette, buttando fuori parole non tanto carine
Soprattutto dopo avermi vista reagire in quel modo.

'Eh te lo avevo detto Elizabeth.
Dovevi svegliarti un po' prima per renderti conto che questo non ha niente a che vedere con il paese delle meraviglie.'

Lo guardai spaventata non capendo se stavo vivendo un brutto sogno oppure era tutto vero.
Balbettai qualcosa, qualcosa di stupido
Volevo sapere che diamine stava succedendo.

"PERCHÉ!"

Urlai ancora una volta
Tentando di prenderlo per La Manica della sua maglia ma
Si rivolse in maniera fredda.
Spingendomi indietro.


Nessuna risposta, i suoi compagni non dissero niente.
Niente di niente.
Non importava se stessi continuando ad urlare il suo nome o i miei svariati perché.
Nicolas, Cesare e Frank Seguirono Nelson fuori dalla stanza dopo aver lasciato sbattere la porta alle loro spalle
Chiudendola a chiave nuovamente.



Fine capitolo 4☆.

A/N:
hey, sono tornata per aggiornare i capitoli di questa storia.
È passato un po' di tempo ma mi sono decisa.♡
Fatemi sapere qui sotto che ne pensate, ne sarei curiosa<3

In questi giorni vedo di portare avanti anche gli altri Capitoli.
Xoxo.
Chicca⭐

1. Alta Marea, Come Tutto Ebbe Inizio. [ Space Valley ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora