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PADRE DEI GEMELLI POV.

Siamo stati informati della morte dei tutori legali dei gemelli un ora fa, e muoio di gioia per vederli...
Leone e Leonardo, i miei angeli.

Li hanno rapiti all'età di 3 anni e tutta la famiglia si è spezzata a quel giorno...li abbiamo cercati ovunque, ma fra poco, stento a crederci, li vedrò.

Hanno detto che li hanno informati ieri della morte dei genitori, che dovevano andare in centrale, ma loro non si sono presentati.
Chissà perchè...forse erano scossi...hanno detto che aveva risposto un ragazza, forse sono fidanzati... chissà come vanno a scuola!

Ci hanno detto la loro scuola e il preside ci ha detto di venire da lui prima di incontrarli e così stiamo facendo, sono venuto con il fratello maggiore, Alessio.
Stiamo entrando dentro l'ufficio del preside, lui ci accoglie bene e ci fa sedere, ci scruta attentamente.

«Allora?» Domando impaziente.

«Oh ehm, beh Leone e Leonardo...» Dice con ammirazione?

«Loro sono bravissimi, i più bravi della scuola se devo dire la verità...magari il carattere non è uno dei migliori. Leonardo è molto impulsivo e si fa prendere dalla rabbia, causa delle tante risse, Leone invece lo trattiene da mandare all'ospedale un po' tutti, lui è il più calmo e serio.
Leonardo ha sempre qualche ragazza nei dintorni, quando vado nei corridoi ne è circondato, le ragazze impazziscono per lui...
E Leone anche, solo che è molto preciso, e non credo che il suo obbiettivo sia una ragazza...
Sono furbi e astuti e l'ho imparato a mie spese,  soprattutto Leonardo, soffrono di attacchi di rabbia ed è meglio se non hanno troppi fastidi attorno.
Per il resto sono dei festaioli, li vedo sfrecciare per le strade, fumano...e..» Ci ha detto praticamente tutto.

Deve essere legato a loro...

In quel momento sentiamo dei ruggiti di moto, il preside ridacchia.

«Sono loro, sono gli unici che fanno tutto questo casino alle 8:00 di mattina, è come un avviso del loro arrivo» Ci spiega.

Mi alzo.

«Andiamo a vederli» Dico ad Alessio che esce assieme a me, andiamo al parcheggio, dove so vede la folla guardare i miei figli con...paura? Li stanno anche mangiando con gli occhi, e non li ho ancora visti in faccia, hanno il casco.

C'è una Yamaha e una Kawasaki, il ragazzo sulla Kawasaki si leva il casco rivelando la sua chioma bionda, è Leone.
È cresciutissimo, neanche si riconosce bene, è muscoloso e grande per la sua età, la mascella contattata e se non fossi un mafioso direi che mi intimorisce.

Anche l'altro si toglie il casco e rivela una volta chioma disordinata nera, i tatuaggi sul braccio e sul petto si intravedono dalla camicia senza cravatta e messa male.

Sistemano la moto e sfilano tra la folla che crea un varco, intravedo una ragazza andare incontro a Leonardo, che però la scansa guardando il telefono, sorride appena...
Invece su Leone non c'è nessuna emozione, apparte il potere che sprigiona ogni sua cellula.

Non guardano nessuno, ma tutti guardano loro.

Beh, devo dire che come figli sono cresciuti davvero bene, portano l'onore della famiglia e sono rispettati!

Andiamo di nuovo dal preside che ci sorride, facendoci vedere i loro voti, altissimi.
Hanno molti dieci, nove e gli otto sono già rari.

Sono orgogliosissimo di loro.

Leonardo gioca a basket ed è il capitano, hanno vinto tante partite da quando lui è in squadra.

Leone anche ed è il vice capo, bravissimo anche lui....

C'è una foto dove hanno vinto una partita e danno la mano sudati guardandosi negli occhi.

Il preside ci fa vedere anche alcuni video delle partite, dove loro, essendo davvero alti, fanno quasi tutti i punti.
Sono fluidi nei movimenti e sono perfettamente coordinati tra di loro, la squadra anche.

Non ho ancora ascoltato la loro voce.

«Adesso li chiamerò.» Dice e chiama una bidella, gli dice i nomi e lei va via.

Si sentono dei passi pesanti.

Si apre la porta di scatto ed entra Leonardo con la mascella tesa.
Leonardo lo affianca e sembrano molto legati, come ogni gemelli dopotutto...

A Leonardo arriva un messaggio che ignora.

«Si, preside?» Dice Leone e la sua voce è davvero più profonda di quanto pensassi.
Roca e controllata per ogni sillaba.

«Oh ehm...ah si, Leone giusto? E tu sei Leonardo..» Dice lui in difficoltà a vedere chi è chi.

«Dica quello che deve dire» Ordina Leonardo e..non sembrava lui, era...era strana la sua voce, si, profonda e roca, era impaziente e rabbioso...

«Ragazzi, beh...come dovreste sapere i vostri genitori...» Ma che sta facendo!?

«Sono defunti. E questa è la vostra vera famiglia»

Leone non ci degna di uno sguardo, sembra in un altro mondo.

Leonardo sembra un po' stranito, poi si gira e mi guarda con diffidenza, il telefono gli vibra dinuovo.

Lo prende arrabbiato, quando però si calma subito e risponde a quel messaggio.

Rimette tutto apposto e poi guarda il preside.

«Quindi?» Dice lui e Leone sembra tornare alla realtà, lo guarda attento, come se Leonardo potrebbe scattare da un momento all'altro.

«Come quindi?...» Domanda il rammollito del preside, ma che due palleeeeeeeeee.

«Quindi...che cazzo me ne frega?» Lo provoca Leonardo avvicinandosi pericolosamente al preside con un sorriso provocante sul volto.

«Attento a come parli, Leonardo» Dice e Leonardo sembra si stia divertendo.

«Andiamo Leo, qui qualcuno si deve schiarire le idee.» dice calcando la parola "Idee" ma viene fermato da Leone.
Sembra gli stia parlando con gli occhi.

Leonardo si gira infastidito.

«Allora senti, io mi sto innervosendo e sai cosa succede, no? Allora, prima che succeda, risolvi questo problema e io me ne vado a fare quella fottuta matematica»

«Quello che intendeva è che ci serve tempo per organizzarci! Vero, Leo?» Dice Leone guardando male il fratello che sbuffa e borbotta un "si".

Poi va via e Leone ci guarda per qualche secondo, ci fa un cenno con il mento e se ne va raggiungendo il fratello.

Tra poco avremmo i gemelli a casa e anche se sono dei caratteracci sono felicissimo di vederli e di portarli a casa.

Vediamo come va...

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